Durante i mesi di settembre e ottobre i giovani della Provincia di Forlì-Cesena avranno la possibilità di incontrare e dialogare con importanti scienziati e ricercatori del territorio nazionale e di dibattere tra loro attorno a temi quali scienza, tecnologia, ricerca, conoscenza, comunicazione, democrazia, società della conoscenza, cittadinanza, cambiamenti e prospettive globali. Il resoconto di questa avventura, le parole, le domande, le riflessioni, i testi scaturiti da questo importante processo verranno raccontati giorno per giorno sul questo blog dagli stessi protagonisti
Controvento
sabato 29 maggio 2010
Presentato il progetto al VII Convegno sulla Comunicazione della Scienza
Il progetto europeo "Young European within the Building of a Knowledge-based Society" è stato realizzato nel 2008 durante e su commissione della Presidenza Francese dell'Europa. In Italia il progetto è stato coordinato da Controvento Società Cooperativa.
I risultati del progetto sono stati esposti durante il VII Convegno Nazionale sulla Comunicazione della Scienza "Big Science, Big Communication" organizzato dalla SISSA di Trieste e dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine a Forlì.
I Giovani Nella Societa' Europea Della Conoscenza
I risultati del progetto sono stati esposti durante il VII Convegno Nazionale sulla Comunicazione della Scienza "Big Science, Big Communication" organizzato dalla SISSA di Trieste e dall'Associazione Nuova Civiltà delle Macchine a Forlì.
I Giovani Nella Societa' Europea Della Conoscenza
Articolazione del progetto: consegna del documento conclusivo
Il 14 novembre a Parigi presso il Grand Palais, in occasione dell’inaugurazione dell’evento internazionale “Parigi, città europea della scienza”, alcuni giovani portavoce consegneranno il documento conclusivo al Ministro della Ricerca francese M.me Valérie Pécresse e al Commissario Europeo per la Ricerca Scientifica Mr Potocnik.
Articolazione del progetto: negoziazione dei suggerimenti
Nel mese di ottobre 2008 i giovani intraprenderanno la negoziazione dei suggerimenti a livello europeo. Il 12 ottobre i giovani portavoce di ciascun Paese si incontreranno in tre città europee per condividere le bozze elaborate a livello nazionale.
Dal 20 al 23 ottobre, trecento giovani europei si recheranno in cinque città francesi - Parigi, Lione, Rennes, Bordeaux e Nancy - per iniziare la negoziazione dei suggerimenti nazionali. In ciascuna di queste città, assemblee composte da sessanta giovani condivideranno i suggerimenti nazionali con l’ausilio del software Desmodo messo a punto dalla Fondation pour le Progrès de l’Homme. Il software consente di collocare su una mappa idee e concetti e di creare una gerarchia di dati, permettendo di fare una prima sintesi e di classi-ficare le raccomandazioni per tematica.
Il 25 ottobre, i partecipanti si riuniranno a Poitiers per negoziare i suggerimenti sulla scala di ventiquattro Paesi.
Il 27 ottobre i giovani si riuniranno in assemblea plenaria presso il Museo di Storia Naturale di Parigi, alla presenza di scienziati e di membri della Commissione Europea, per votare le risoluzioni e gli emendamenti da includere nel documento conclusivo.
Dal 20 al 23 ottobre, trecento giovani europei si recheranno in cinque città francesi - Parigi, Lione, Rennes, Bordeaux e Nancy - per iniziare la negoziazione dei suggerimenti nazionali. In ciascuna di queste città, assemblee composte da sessanta giovani condivideranno i suggerimenti nazionali con l’ausilio del software Desmodo messo a punto dalla Fondation pour le Progrès de l’Homme. Il software consente di collocare su una mappa idee e concetti e di creare una gerarchia di dati, permettendo di fare una prima sintesi e di classi-ficare le raccomandazioni per tematica.
Il 25 ottobre, i partecipanti si riuniranno a Poitiers per negoziare i suggerimenti sulla scala di ventiquattro Paesi.
Il 27 ottobre i giovani si riuniranno in assemblea plenaria presso il Museo di Storia Naturale di Parigi, alla presenza di scienziati e di membri della Commissione Europea, per votare le risoluzioni e gli emendamenti da includere nel documento conclusivo.
Articolazione del progetto: fase preparatoria nazionale
L’Italia ha dato l’avvio al progetto durante il mese di aprile 2008, articolandolo in tre momenti: attivazione, formazione ed elaborazione dei suggerimenti nazionali.
Durante la fase di attivazione i giovani intraprenderanno ricerche a piccolo gruppo. Durante la fase formativa i giovani dialogheranno con scienziati del territorio nazionale in occasione di incontri aperti alla cittadinanza ed esploreranno i temi oggetto del percorso dal punto di vista delle scienze sperimentali, delle scienze sociali e dell’economia e visiteranno numerosi laboratori di ricerca. Durante l’ultima fase i giovani elaboreranno a livello nazionale le proposte su come e quale società della conoscenza costruire.
Durante la fase di attivazione i giovani intraprenderanno ricerche a piccolo gruppo. Durante la fase formativa i giovani dialogheranno con scienziati del territorio nazionale in occasione di incontri aperti alla cittadinanza ed esploreranno i temi oggetto del percorso dal punto di vista delle scienze sperimentali, delle scienze sociali e dell’economia e visiteranno numerosi laboratori di ricerca. Durante l’ultima fase i giovani elaboreranno a livello nazionale le proposte su come e quale società della conoscenza costruire.
Nascita del progetto
Riuniti nel marzo 2000 a Lisbona, i capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno lanciato l’obiettivo di fare dell’Europa “l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo” entro il 2010. Da allora, le diverse misure da mettere in atto per raggiungere questo obiettivo hanno preso il nome di “Strategia di Lisbona”.
In questo contesto è nato il progetto europeo “Young European within the Building of a European Knowledge-based Society”. Commissionato nel mese di febbraio 2008 dalla Presidenza Francese dell’Europa, il progetto è stato concepito con l’obiettivo di interpellare i giovani su come costruire una società fondata sulla conoscenza.
In Europa il progetto coinvolgerà trecento ragazzi e ragazze di ventiquattro Paesi. I giovani, tra i quindici e i ventitrè anni, maschi e femmine, appartenenti a tutte le classi sociali, studenti, lavoratori e disoccupati, metteranno in gioco nei prossimi sei mesi la loro intelligenza e il loro sguardo innovativo. E getteranno le basi del più grande progetto di democrazia partecipativa mai realizzato con i giovani.
In Italia il progetto, coordinato da Controvento, verrà realizzato nella Provincia di Forlì-Cesena coinvolgendo gli studenti del Liceo Scientifico “Augusto Righi” di Cesena e, in occasione degli incontri pubblici e delle visite ai laboratori di ricerca, gli altri studenti delle Scuole Secondarie di II grado del territorio.
La realizzazione del progetto in Italia coinvolgerà ricercatori, università, centri di ricerca, imprese ed associazioni scientifiche, che supporteranno il progetto dal punto di vista formativo, logistico ed economico.
In questo contesto è nato il progetto europeo “Young European within the Building of a European Knowledge-based Society”. Commissionato nel mese di febbraio 2008 dalla Presidenza Francese dell’Europa, il progetto è stato concepito con l’obiettivo di interpellare i giovani su come costruire una società fondata sulla conoscenza.
In Europa il progetto coinvolgerà trecento ragazzi e ragazze di ventiquattro Paesi. I giovani, tra i quindici e i ventitrè anni, maschi e femmine, appartenenti a tutte le classi sociali, studenti, lavoratori e disoccupati, metteranno in gioco nei prossimi sei mesi la loro intelligenza e il loro sguardo innovativo. E getteranno le basi del più grande progetto di democrazia partecipativa mai realizzato con i giovani.
In Italia il progetto, coordinato da Controvento, verrà realizzato nella Provincia di Forlì-Cesena coinvolgendo gli studenti del Liceo Scientifico “Augusto Righi” di Cesena e, in occasione degli incontri pubblici e delle visite ai laboratori di ricerca, gli altri studenti delle Scuole Secondarie di II grado del territorio.
La realizzazione del progetto in Italia coinvolgerà ricercatori, università, centri di ricerca, imprese ed associazioni scientifiche, che supporteranno il progetto dal punto di vista formativo, logistico ed economico.
La commissione scientifica del progetto in Italia
Prof. Andrea Cerroni delegato nazionale rappresentante per l’Italia nel Programme Committe “Science in Society” (FP7) della Commissione Europea, ricercatore in Sociologia Generale e docente di Sociologia della Scienza e della Comunicazione e di Società dell’Informazione presso l’Università Milano-Bicocca.
Dott.ssa Catherine Hamon neuropsichiatra infantile, Presidente dell'Associazione Pareimi e coordinatrice scientifica del Centro Studi per il Benessere e la Salute Mentale del Bambino e dell'Adolescente di Forlì.
Dott. Fabio Toscano dottore in fisica, giornalista scientifico, esperto di comunicazione scientifica e storico della scienza, vicepresidente dell’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine di Forlì.
Dott.ssa Catherine Hamon neuropsichiatra infantile, Presidente dell'Associazione Pareimi e coordinatrice scientifica del Centro Studi per il Benessere e la Salute Mentale del Bambino e dell'Adolescente di Forlì.
Dott. Fabio Toscano dottore in fisica, giornalista scientifico, esperto di comunicazione scientifica e storico della scienza, vicepresidente dell’Associazione Nuova Civiltà delle Macchine di Forlì.
mercoledì 19 novembre 2008
Young European within the building of the Knowledge-based Society: il documento conclusivo
Documento conclusivo votato dall’assemblea plenaria durante gli incontri europei “Giovani, Scienza e Cittadini” organizzati dal Ministero dell’Insegnamento Superiore e della Ricerca e dal Centro Nazionale della Ricerca Scientifica francesi nel quadro della Presidenza Francese dell’Unione Europea, il 27 ottobre 2008
Young European within the building of the Knowledge-based Society
Young European within the building of the Knowledge-based Society
martedì 18 novembre 2008
Documento conclusivo: preambolo
PREAMBOLO DEI PARTECIPANTI
Siamo studenti di scuole superiori o università, giovani lavoratori, giovani disoccupati, giovani con scarse opportunità. Speriamo di essere più rappresentativi possibile della gioventù europea nonostante sia un obiettivo irraggiungibile. Durante la sessione plenaria finale, abbiamo deciso di aggiungere questa introduzione ai nostri suggerimenti. Abbiamo scritto questo testo per facilitare la comprensione del nostro lavoro collettivo.
Potrete essere sorpresi per il contenuto delle nostre affermazioni dal momento che si basano sull’accessibilità della conoscenza, su problemi educativi, sul rafforzamento dei diritti umani, sull’inclusione di strategie sociali come criterio fondamentale di confronto per qualunque tipo di politica che miri alla costruzione di una società europea della conoscenza. Perché questa scelta?
La nostra definizione di società della conoscenza è diversa da quelle scritte dalle grandi istituzioni internazionali, come la Banca Mondiale o la Commissione Europea, o perlomeno dalle definizioni di cui abbiamo sentito parlare, come quella stabilita dagli stati membri dell’Unione Europea durante le riunioni di Lisbona (2000) e Barcellona (2001). Per noi quando si parla di società della conoscenza non si può intendere soltanto scienza, ricerca e innovazione, ma si deve includere anche una dimensione culturale, sociale e democratica.
Abbiamo lavorato per sei mesi e abbiamo osservato questa straordinaria e consolidata tendenza in tutta l’Unione Europea. Persino la maggior parte di esperti, scienziati e politici che abbiamo incontrato non comprendono a fondo cosa possa significare una società basata sulla conoscenza. Tuttavia, questo concetto riguarda le nostre future professioni, la strategia economica dell’Unione Europea nel contesto di un’economia globale, riguarda politiche per la ricerca e l’innovazione, politiche per l’educazione e per il life-long learning. In altre parole, parlare di società della conoscenza significa parlare di ogni aspetto delle nostra vita futura.
Dunque, c’è un importante problema democratico che impone alle nostre istituzioni, e in primo luogo all’Unione Europea e agli stati membri, di sviluppare e promuovere dibattiti democratici sulla definizione che i cittadini, le istituzioni scientifiche e tutti gli attori sociali possono dare di una società europea della conoscenza. Questa è la nostra prima conclusione: non si possono avere progettazione né costruzione solide di una società europea della conoscenza, come prospettiva comune condivisa dai cittadini, senza un processo decisionale realmente democratico, senza che la voce della gioventù europea sia integrata su tutti i livelli territoriali. Questo costituisce un prerequisito fondamentale del nostro lavoro. Speriamo vivamente di essere ascoltati dalle autorità su questo punto preciso al di là di accordi di principio o di semplici discorsi.
Come estensione di questo postulato, siamo stati particolarmente attenti a valutare il problema delle persone escluse dalla società della conoscenza. Per noi, definire e evocare la marginalità, il fuori-campo, facilita la comprensione del soggetto. Ovviamente, abbiamo focalizzato i problemi centrali del concetto di società della conoscenza. Ci siamo interessati degli aspetti economici, fiscali, politici, accademici e scientifici. Crediamo di essere pronti a contribuire nel miglior modo a questo dibattito in un futuro prossimo.
Per concludere questa introduzione, vogliamo ringraziare tutte le istituzioni e organizzazioni in Europa, e particolarmente in Francia, che hanno permesso questo processo, la cui natura è assieme formale ed informale. E speriamo e auguriamo a tutti i giovani europei di vivere esperienze di questo tipo in un prossimo futuro. L‘estensione di questo tipo di esperienze favorirà in modo significativo la libera espressione di parole e pensieri. Sappiamo che ciò richiede mezzi molto importanti. Sappiamo che tutto ciò necessita di grandi finanziamenti, ma siamo convinti che la coesione e il rafforzamento del nostro spazio europeo abbia bisogno di investimenti di questo tipo. Crediamo, e ne siamo la prova, che qualunque cittadino possa sviluppare la propria opinione su materie complesse a patto che possa ricevere un’adeguata informazione.
Siamo studenti di scuole superiori o università, giovani lavoratori, giovani disoccupati, giovani con scarse opportunità. Speriamo di essere più rappresentativi possibile della gioventù europea nonostante sia un obiettivo irraggiungibile. Durante la sessione plenaria finale, abbiamo deciso di aggiungere questa introduzione ai nostri suggerimenti. Abbiamo scritto questo testo per facilitare la comprensione del nostro lavoro collettivo.
Potrete essere sorpresi per il contenuto delle nostre affermazioni dal momento che si basano sull’accessibilità della conoscenza, su problemi educativi, sul rafforzamento dei diritti umani, sull’inclusione di strategie sociali come criterio fondamentale di confronto per qualunque tipo di politica che miri alla costruzione di una società europea della conoscenza. Perché questa scelta?
La nostra definizione di società della conoscenza è diversa da quelle scritte dalle grandi istituzioni internazionali, come la Banca Mondiale o la Commissione Europea, o perlomeno dalle definizioni di cui abbiamo sentito parlare, come quella stabilita dagli stati membri dell’Unione Europea durante le riunioni di Lisbona (2000) e Barcellona (2001). Per noi quando si parla di società della conoscenza non si può intendere soltanto scienza, ricerca e innovazione, ma si deve includere anche una dimensione culturale, sociale e democratica.
Abbiamo lavorato per sei mesi e abbiamo osservato questa straordinaria e consolidata tendenza in tutta l’Unione Europea. Persino la maggior parte di esperti, scienziati e politici che abbiamo incontrato non comprendono a fondo cosa possa significare una società basata sulla conoscenza. Tuttavia, questo concetto riguarda le nostre future professioni, la strategia economica dell’Unione Europea nel contesto di un’economia globale, riguarda politiche per la ricerca e l’innovazione, politiche per l’educazione e per il life-long learning. In altre parole, parlare di società della conoscenza significa parlare di ogni aspetto delle nostra vita futura.
Dunque, c’è un importante problema democratico che impone alle nostre istituzioni, e in primo luogo all’Unione Europea e agli stati membri, di sviluppare e promuovere dibattiti democratici sulla definizione che i cittadini, le istituzioni scientifiche e tutti gli attori sociali possono dare di una società europea della conoscenza. Questa è la nostra prima conclusione: non si possono avere progettazione né costruzione solide di una società europea della conoscenza, come prospettiva comune condivisa dai cittadini, senza un processo decisionale realmente democratico, senza che la voce della gioventù europea sia integrata su tutti i livelli territoriali. Questo costituisce un prerequisito fondamentale del nostro lavoro. Speriamo vivamente di essere ascoltati dalle autorità su questo punto preciso al di là di accordi di principio o di semplici discorsi.
Come estensione di questo postulato, siamo stati particolarmente attenti a valutare il problema delle persone escluse dalla società della conoscenza. Per noi, definire e evocare la marginalità, il fuori-campo, facilita la comprensione del soggetto. Ovviamente, abbiamo focalizzato i problemi centrali del concetto di società della conoscenza. Ci siamo interessati degli aspetti economici, fiscali, politici, accademici e scientifici. Crediamo di essere pronti a contribuire nel miglior modo a questo dibattito in un futuro prossimo.
Per concludere questa introduzione, vogliamo ringraziare tutte le istituzioni e organizzazioni in Europa, e particolarmente in Francia, che hanno permesso questo processo, la cui natura è assieme formale ed informale. E speriamo e auguriamo a tutti i giovani europei di vivere esperienze di questo tipo in un prossimo futuro. L‘estensione di questo tipo di esperienze favorirà in modo significativo la libera espressione di parole e pensieri. Sappiamo che ciò richiede mezzi molto importanti. Sappiamo che tutto ciò necessita di grandi finanziamenti, ma siamo convinti che la coesione e il rafforzamento del nostro spazio europeo abbia bisogno di investimenti di questo tipo. Crediamo, e ne siamo la prova, che qualunque cittadino possa sviluppare la propria opinione su materie complesse a patto che possa ricevere un’adeguata informazione.
lunedì 17 novembre 2008
Documento conclusivo: raccomandazioni
NOI RACCOMANDIAMO
Aspetti politici
- Di organizzare dibattiti aperti tra scienziati, politici e giovani Europei, in ogni stato membro così come a livello europeo al fine di chiarire una visione comunemente condivisa di ciò che dovrebbe essere promosso come società europea della conoscenza.
- Di assicurare ad ogni cittadino dell’Unione Europea le stesse condizioni di studio in ogni stato membro, qualunque sia la sua cittadinanza.
- Che l’intera società e le autorità pubbliche promuovano socialmente e finanziariamente lo status e il lavoro di scienziati, insegnanti e educatori per rendere prestigiose queste professioni.
- Di estendere programmi di scambio all’interno dell’Europa a tutti, non soltanto agli studenti, ma anche ai lavoratori.
Aspetti scientifici
- Di incoraggiare l’interesse per la scienza e la tecnologia creando e rafforzando collegamenti sistematici tra educazione di base e lavori scientifici recenti.
- Di creare un istituto per la supervisione della ricerca europea, in modo da migliorare la comunicazione tra scienziati attraverso la costruzione di una banca dati universale dove possano essere reperite informazioni sulle diverse materie di ricerca.
Aspetti educativi
- Di unificare e stabilire a livello europeo un sistema d’assegnazione crediti per i programmi di life-long learning permettendo l’aggiornamento e l’acquisizione di nuova conoscenza lungo tutto l’arco della vita.
- Che l’Unione Europea e tutti gli stati membri, al fine di trasformare l’informazione in conoscenza, considerino di fondamentale importanza la promozione e lo sviluppo del pensiero critico, quale uno dei maggiori problemi educativi e scientifici.
- Che i sistemi educativi favoriscano maggiormente la conoscenza dell’Unione Europea e dei suoi principi promuovendo la multiculturalità.
- Che l’apprendimento della lingua inglese e di altre due lingue europee, compresa la lingua madre, sia reso obbligatorio in tutti i livelli della scuola dell’obbligo in ogni stato Europeo.
- Che le autorità europee promuovano metodi educativi alternativi, quali i sistemi d’educazione non formale e che tengano conto delle abilità pratiche.
- Che agli studenti d’ogni livello venga offerto l’accesso ad una pluralità di metodi di insegnamento.
- Che i sistemi educativi sviluppino la capacità degli studenti di “imparare ad imparare” con l’obiettivo di metterli in grado di adattarsi ad un ambiente in rapida evoluzione.
- Che l’educazione secondaria integri l’apprendimento di concetti economici e finanziari di tipo pratico.
- Di creare una piattaforma europea, attraverso la quale gli educatori possano condividere le loro esperienze ed apprendere differenti metodologie didattiche.
Aspetti culturali
- Di organizzare un evento annuale chiamato “Capitale Europea della Scienza” che venga realizzato a rotazione in ogni paese dell’Unione Europea.
- Di garantire a tutti l’accesso gratuito alle biblioteche all’interno dell’Unione Europea.
Aspetti sociali
- Che l’Unione Europea assicuri il supporto finanziario necessario a migliorare l’accessibilità e la qualità dei trasporti pubblici in tutta Europa per tutti, e specialmente per le persone diversamente abili, allo scopo di favorire il loro accesso all’educazione e di favorire la loro mobilità internazionale.
- Che sia facilitato un accesso equo all’educazione, fornendo ai cittadini economicamente svantaggiati aiuti economici sufficienti a coprire le spese necessarie per vivere durante gli studi.
Aspetti economici
- Di sviluppare politiche che incoraggino gli scienziati a rimanere all’interno dell’Unione Europea allo scopo di rendere migliore la scienza europea.
- Di promuovere software open-source e sostenere standard aperti attraverso una legislazione nazionale ed europea.
- Che sia fornito un servizio Internet gratuito a tutti gli abitanti dell’Unione Europea.
- Che ogni cittadino abbia l’opportunità di ricevere gratuitamente l’educazione a tutti i livelli. L’educazione dovrebbe essere finanziata interamente mediante tasse in modo trasparente e indipendente dal settore privato.
- Di esentare dalle tasse le piccole e medie imprese che investono in scienza, ricerca e sviluppo all’interno dell’Unione Europea.
- Che ai cittadini europei che pagano le tasse sia riconosciuto il diritto di destinarne una certa porzione a organizzazioni sociali o scientifiche di loro scelta.
Aspetti politici
- Di organizzare dibattiti aperti tra scienziati, politici e giovani Europei, in ogni stato membro così come a livello europeo al fine di chiarire una visione comunemente condivisa di ciò che dovrebbe essere promosso come società europea della conoscenza.
- Di assicurare ad ogni cittadino dell’Unione Europea le stesse condizioni di studio in ogni stato membro, qualunque sia la sua cittadinanza.
- Che l’intera società e le autorità pubbliche promuovano socialmente e finanziariamente lo status e il lavoro di scienziati, insegnanti e educatori per rendere prestigiose queste professioni.
- Di estendere programmi di scambio all’interno dell’Europa a tutti, non soltanto agli studenti, ma anche ai lavoratori.
Aspetti scientifici
- Di incoraggiare l’interesse per la scienza e la tecnologia creando e rafforzando collegamenti sistematici tra educazione di base e lavori scientifici recenti.
- Di creare un istituto per la supervisione della ricerca europea, in modo da migliorare la comunicazione tra scienziati attraverso la costruzione di una banca dati universale dove possano essere reperite informazioni sulle diverse materie di ricerca.
Aspetti educativi
- Di unificare e stabilire a livello europeo un sistema d’assegnazione crediti per i programmi di life-long learning permettendo l’aggiornamento e l’acquisizione di nuova conoscenza lungo tutto l’arco della vita.
- Che l’Unione Europea e tutti gli stati membri, al fine di trasformare l’informazione in conoscenza, considerino di fondamentale importanza la promozione e lo sviluppo del pensiero critico, quale uno dei maggiori problemi educativi e scientifici.
- Che i sistemi educativi favoriscano maggiormente la conoscenza dell’Unione Europea e dei suoi principi promuovendo la multiculturalità.
- Che l’apprendimento della lingua inglese e di altre due lingue europee, compresa la lingua madre, sia reso obbligatorio in tutti i livelli della scuola dell’obbligo in ogni stato Europeo.
- Che le autorità europee promuovano metodi educativi alternativi, quali i sistemi d’educazione non formale e che tengano conto delle abilità pratiche.
- Che agli studenti d’ogni livello venga offerto l’accesso ad una pluralità di metodi di insegnamento.
- Che i sistemi educativi sviluppino la capacità degli studenti di “imparare ad imparare” con l’obiettivo di metterli in grado di adattarsi ad un ambiente in rapida evoluzione.
- Che l’educazione secondaria integri l’apprendimento di concetti economici e finanziari di tipo pratico.
- Di creare una piattaforma europea, attraverso la quale gli educatori possano condividere le loro esperienze ed apprendere differenti metodologie didattiche.
Aspetti culturali
- Di organizzare un evento annuale chiamato “Capitale Europea della Scienza” che venga realizzato a rotazione in ogni paese dell’Unione Europea.
- Di garantire a tutti l’accesso gratuito alle biblioteche all’interno dell’Unione Europea.
Aspetti sociali
- Che l’Unione Europea assicuri il supporto finanziario necessario a migliorare l’accessibilità e la qualità dei trasporti pubblici in tutta Europa per tutti, e specialmente per le persone diversamente abili, allo scopo di favorire il loro accesso all’educazione e di favorire la loro mobilità internazionale.
- Che sia facilitato un accesso equo all’educazione, fornendo ai cittadini economicamente svantaggiati aiuti economici sufficienti a coprire le spese necessarie per vivere durante gli studi.
Aspetti economici
- Di sviluppare politiche che incoraggino gli scienziati a rimanere all’interno dell’Unione Europea allo scopo di rendere migliore la scienza europea.
- Di promuovere software open-source e sostenere standard aperti attraverso una legislazione nazionale ed europea.
- Che sia fornito un servizio Internet gratuito a tutti gli abitanti dell’Unione Europea.
- Che ogni cittadino abbia l’opportunità di ricevere gratuitamente l’educazione a tutti i livelli. L’educazione dovrebbe essere finanziata interamente mediante tasse in modo trasparente e indipendente dal settore privato.
- Di esentare dalle tasse le piccole e medie imprese che investono in scienza, ricerca e sviluppo all’interno dell’Unione Europea.
- Che ai cittadini europei che pagano le tasse sia riconosciuto il diritto di destinarne una certa porzione a organizzazioni sociali o scientifiche di loro scelta.
giovedì 30 ottobre 2008
Impressioni
Eccoci qui, tornati tutti quanti a Cesena, nelle nostre case, nella nostra città, nel nostro stato di appartenenza.
Il progetto è stato veramente incredibile: ci ha dato la possibilità di scambiare opinioni, pensieri, entrare a contatto con diverse culture, e devo dire che tutto questo è stato a dir poco fantastico.
Non è qualcosa di comune che possa capitare tutti i giorni, essere ascoltati da persone interessate e non, politici, autorità, esperti, e coetanei da tutta l'Europa, ma è qualcosa che sicuramente ci ha dato forza e vigore, qualcosa che ci segnerà, e soprattutto in un prossimo futuro, potremo pensare di aver contribuito attivamente alla società della conoscenza.
Che dire, ringrazio tutti voi del pannello italiano, che siete stati fantastici, e che mi avete sopportato (per ben 10 giorni) e che mi avete conosciuto, e tutti gli altri ragazzi con i quali abbiamo avuto la possibilità di "lavorare" e soprattutto che abbiamo potuto incontrare.
Grazie a tutti.
Ilaria Faggiano
Il progetto è stato veramente incredibile: ci ha dato la possibilità di scambiare opinioni, pensieri, entrare a contatto con diverse culture, e devo dire che tutto questo è stato a dir poco fantastico.
Non è qualcosa di comune che possa capitare tutti i giorni, essere ascoltati da persone interessate e non, politici, autorità, esperti, e coetanei da tutta l'Europa, ma è qualcosa che sicuramente ci ha dato forza e vigore, qualcosa che ci segnerà, e soprattutto in un prossimo futuro, potremo pensare di aver contribuito attivamente alla società della conoscenza.
Che dire, ringrazio tutti voi del pannello italiano, che siete stati fantastici, e che mi avete sopportato (per ben 10 giorni) e che mi avete conosciuto, e tutti gli altri ragazzi con i quali abbiamo avuto la possibilità di "lavorare" e soprattutto che abbiamo potuto incontrare.
Grazie a tutti.
Ilaria Faggiano
domenica 19 ottobre 2008
Science: a central moment with a room for doubts
Il primo dei due incontri con il dottor Teodoro Georgiadis della CNR , istituto di Biometeorologia, si è svolto presso la Sala Rossa del teatro San Biagio all’ insegna del tema del riscaldamento globale. Ciò che non ci aspettavamo erano le domande che il dottore ci ha posto subito all’ inizio della conferenza. É stato un dialogo davvero molto piacevole (confesso di essermi divertita una sacco!!): il punto di partenza è stato semplice, qual era il significato della parola antropogenico, cioè se le cause del cambiamento climatico derivano dalle attività umana . Per arrivare alla conclusione però abbiamo impiegato circa due ore passando attraverso numerosi argomenti.
- Il sapere scientifico è stato definito come un sapere profano. La scienza ha dentro sè una parte di religiosità? La risposta è stata questa: oggi , più che mai, la scienza si sta avvicinando alla religione. Infatti il consenso generale degli scienziati su un certo argomento non porta più al dibattito e allo scambio di opinioni ; colui che la pensa diversamente è automaticamente tagliato fuori e tutto ciò riflette il sistema religioso in cui tutti credeno ad una determinata cosa che viene presentata come vera dai servi di Dio.
- Il fatto che tutti siano d’ accordo viene inteso dalla popolazione come se su quel determinato argomento vi fosse una veritiera conoscenza e che ciò che è stato detto è verità. Ma la realtà non è così: come diceva Socrate, il vero sapiente e conoscitore è colui che ‘ sa di non sapere’ e lo stesso vale per la scienza: essa ha in sè una camera per i dubbi.
- Ma questa ‘room of doubts’ che cosa rappresenta? Iniziamo spiegando la differenza tra ricerca di base, ricerca applicata e ricerca finalizzata . La prima ha come obiettivo primario l'avanzamento della conoscenza ed è esplorativa e spesso guidata dalla curiosità, dall'interesse e dall'intuito del ricercatore, condotta senza uno scopo pratico in mente. La ricerca applicata , diversa da quella finalizzata, ha come obiettivo lo sfruttamento della conoscenza a fini pratici e viene eseguita in ambiente industriale oppure in università con finanziamenti provenienti da industrie interessate. Infine quella finalizzata ha uno scopo da raggiungere già da prima che la ricerca inizi: infatti politici o industriali commissionano agli scienziati un lavoro e si aspettanano che questi lo svolgano nei tempi da loro prestabiliti.
- I tempi della scienza , però, non coincidono con quelli della politica: l’ uomo politico ha bisogno di ottenere dalla scienza risultati applicabili istantaneamente, perchè il loro è un agire nel presente; che la cosa poi non vada bene tra dieci anni non è un problema loro.
- Per fare scienza sono necessari finanziamenti: i politici cercano di indirizzare le nuove ricerche scientifiche verso quei problemi che interessano maggiormente la cittadinanza, quali, ad esempio, il cambiamento climatico: essi sanno , infatti, che se proporranno nuove soluzioni per quei determinati argomenti, allora il consenso e i voti che otterranno dalla popolazione saranno maggiori. Ma la democrazia è data da consapevolezza, cioè sapere esattamente ciò che si andrà a scegliere e ciò che tale scelta comporterà, ed è data anche da partecipazione: essere parte di uno Stato significa interessarsi alle vicende e ai dibattiti, smettendo di fare per una volta il cittadino indifferente a tutto ciò che lo circonda, non riguardante i suoi interessi.
- Gli scienziati, però, non possono fare delle previsioni: la previsione è un oggetto finito, matematico; dalla conoscenza dei dati pregressi, dalla loro analisi si può dire ciò che accadrà nel futuro, con una certezza quasi assoluta.
- La risposta che darà allora lo scienziato alla società sarà uno scenario: esso non è nè scienza nè metodo scientifico, bensì un’ ipotesi per ciò che potrebbe accadere nel futuro. Immaginatelo come una stanza piena di interruttori: ogni interruttore corrisponde ad una possibile alternativa di che cosa capiterà ; lo scienziato cerca di fare le combinazioni più logiche tra questi interruttori, considerando numerosi fattori come lo sviluppo della società, la fisica, scoperte passate, fattori collegati tra loro... .
- Coloro che sicuramente non dobbiamo prendere in considerazione sono catastrofisti e negazionisti : i primi, ad esempio quando ci si riferisce al nostro futuro, affermano che moriremo tutti. I secondi, invece, affermano che alla Terra non sta assolutamente accadendo niente. Eppure noi sappiamo benissimo che alcuni cambiamenti climatici sono avvenuti o che se siamo a conoscenza della fine del nostro mondo, allora sappiamo già tutto sul nostro futuro, persino ogni più piccolo dettaglio. Ma in entrambi questi modi si afferma di cono scere tutto, quando la scienza ha dichiarato di non possedere tutte le risposte alle nostre domande, di non possedere la verità.
- La scienza ha una conoscenza che non è piena, perchè la verità non si esaurisce nella scienza, ma è la scienza a contribuire per quest’ ultima: ed eccola qui, la nostra room of doubts, lasciata aperta per i possibili errori e ciò che non possiamo prevedere (come un principio di precauzione) nei nostri scenari, in quello che gli scienziati offrono al mondo, come un principio di precauzione.
- Ora, per concludere, dei cambiamenti climatici sono avvenuti e questo non può essere messo in discussione. É vero che l’ uomo ha le sue colpe, ma per rimediare non deve focalizzare tutto il suo interesse su una determinata causa (ad esempio l’ emissione di anidride carbonica) e cercare di risolvere solo quella li: egli deve lasciare aperto l’ orizzonte ad innumerevoli fattori che possono determinare, in questo caso il riscaldamento globale, facendo scenari e sapendo che non possederà mai una conoscenza completa e che dovrà lasciare spazio ad una camera per i dubbi (Giulia Guidazzi).
- Il sapere scientifico è stato definito come un sapere profano. La scienza ha dentro sè una parte di religiosità? La risposta è stata questa: oggi , più che mai, la scienza si sta avvicinando alla religione. Infatti il consenso generale degli scienziati su un certo argomento non porta più al dibattito e allo scambio di opinioni ; colui che la pensa diversamente è automaticamente tagliato fuori e tutto ciò riflette il sistema religioso in cui tutti credeno ad una determinata cosa che viene presentata come vera dai servi di Dio.
- Il fatto che tutti siano d’ accordo viene inteso dalla popolazione come se su quel determinato argomento vi fosse una veritiera conoscenza e che ciò che è stato detto è verità. Ma la realtà non è così: come diceva Socrate, il vero sapiente e conoscitore è colui che ‘ sa di non sapere’ e lo stesso vale per la scienza: essa ha in sè una camera per i dubbi.
- Ma questa ‘room of doubts’ che cosa rappresenta? Iniziamo spiegando la differenza tra ricerca di base, ricerca applicata e ricerca finalizzata . La prima ha come obiettivo primario l'avanzamento della conoscenza ed è esplorativa e spesso guidata dalla curiosità, dall'interesse e dall'intuito del ricercatore, condotta senza uno scopo pratico in mente. La ricerca applicata , diversa da quella finalizzata, ha come obiettivo lo sfruttamento della conoscenza a fini pratici e viene eseguita in ambiente industriale oppure in università con finanziamenti provenienti da industrie interessate. Infine quella finalizzata ha uno scopo da raggiungere già da prima che la ricerca inizi: infatti politici o industriali commissionano agli scienziati un lavoro e si aspettanano che questi lo svolgano nei tempi da loro prestabiliti.
- I tempi della scienza , però, non coincidono con quelli della politica: l’ uomo politico ha bisogno di ottenere dalla scienza risultati applicabili istantaneamente, perchè il loro è un agire nel presente; che la cosa poi non vada bene tra dieci anni non è un problema loro.
- Per fare scienza sono necessari finanziamenti: i politici cercano di indirizzare le nuove ricerche scientifiche verso quei problemi che interessano maggiormente la cittadinanza, quali, ad esempio, il cambiamento climatico: essi sanno , infatti, che se proporranno nuove soluzioni per quei determinati argomenti, allora il consenso e i voti che otterranno dalla popolazione saranno maggiori. Ma la democrazia è data da consapevolezza, cioè sapere esattamente ciò che si andrà a scegliere e ciò che tale scelta comporterà, ed è data anche da partecipazione: essere parte di uno Stato significa interessarsi alle vicende e ai dibattiti, smettendo di fare per una volta il cittadino indifferente a tutto ciò che lo circonda, non riguardante i suoi interessi.
- Gli scienziati, però, non possono fare delle previsioni: la previsione è un oggetto finito, matematico; dalla conoscenza dei dati pregressi, dalla loro analisi si può dire ciò che accadrà nel futuro, con una certezza quasi assoluta.
- La risposta che darà allora lo scienziato alla società sarà uno scenario: esso non è nè scienza nè metodo scientifico, bensì un’ ipotesi per ciò che potrebbe accadere nel futuro. Immaginatelo come una stanza piena di interruttori: ogni interruttore corrisponde ad una possibile alternativa di che cosa capiterà ; lo scienziato cerca di fare le combinazioni più logiche tra questi interruttori, considerando numerosi fattori come lo sviluppo della società, la fisica, scoperte passate, fattori collegati tra loro... .
- Coloro che sicuramente non dobbiamo prendere in considerazione sono catastrofisti e negazionisti : i primi, ad esempio quando ci si riferisce al nostro futuro, affermano che moriremo tutti. I secondi, invece, affermano che alla Terra non sta assolutamente accadendo niente. Eppure noi sappiamo benissimo che alcuni cambiamenti climatici sono avvenuti o che se siamo a conoscenza della fine del nostro mondo, allora sappiamo già tutto sul nostro futuro, persino ogni più piccolo dettaglio. Ma in entrambi questi modi si afferma di cono scere tutto, quando la scienza ha dichiarato di non possedere tutte le risposte alle nostre domande, di non possedere la verità.
- La scienza ha una conoscenza che non è piena, perchè la verità non si esaurisce nella scienza, ma è la scienza a contribuire per quest’ ultima: ed eccola qui, la nostra room of doubts, lasciata aperta per i possibili errori e ciò che non possiamo prevedere (come un principio di precauzione) nei nostri scenari, in quello che gli scienziati offrono al mondo, come un principio di precauzione.
- Ora, per concludere, dei cambiamenti climatici sono avvenuti e questo non può essere messo in discussione. É vero che l’ uomo ha le sue colpe, ma per rimediare non deve focalizzare tutto il suo interesse su una determinata causa (ad esempio l’ emissione di anidride carbonica) e cercare di risolvere solo quella li: egli deve lasciare aperto l’ orizzonte ad innumerevoli fattori che possono determinare, in questo caso il riscaldamento globale, facendo scenari e sapendo che non possederà mai una conoscenza completa e che dovrà lasciare spazio ad una camera per i dubbi (Giulia Guidazzi).
giovedì 16 ottobre 2008
Questi i nostri suggerimenti in vista del meeting francese di ottobre (20-27)
Francesco Furno
Some suggestions about knowledge
The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.
A suggestions about economics
We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.
A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.
A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.
__________________________________________________________________________________
Ilona Piotrowska
- European knowledge-based society should not break up the humanistic knowledge from the scientific one
- It is indispensable to reduce the level of illiteracy. We ought to read more newspapers. Internet: check the truth of information that are often false. Medium: free circulation of all news that must not be selected.
- School: more contemporary history 1) to know better our society 2) to be able to make (for example: politics) decision
- English language: News or other TV programs should have english language subtitles
__________________________________________________________________________________
Giulia Guidazzi
School and education
- In Europe there are lots of guys who have got problems in the society in which they live because of poverty, family hardships and other problematic backgrounds . These teen-agers could put themselves on the wrong track ( drug, underworld, thefts...) if nobody helps them. School and teachers must help these people economically and socially, giving free course books, assistance and a good education.
- In schools young people have to study more the present main themes.
- There should be more chances to do intercultural changes during the school year or the summer.
- To issue new laws to protect school and students: general knowledge and education are our background for the future.
Europe
- A better knowledge of culture, society and costums of nations that belong to Europe: in this way we can avoid episodes of racism between guys or children, our prejudices and we can extend our cultural horizon. We won’t be afraid of foreign people.
- A better study of English and of the most important european languages , to be more advantaged when we will be abroad.
Enviroment
- Young people have to learn how to respect the enviroment and how to know the area in which they live and what it could offer them in the future.
- More right information about the present climatic and enviromental situation.
- Create a recycling programme, search an alternative power source and new solutions about the sustainable development of water, soil, air... .
- Promote the use of public transports to reduce the emissions of carbon dioxide.
- People have to be informed about security in dangerous situations and how to protect themselves or to help other poor people.
Politics
- Favour more meetings between young people of all Europe, setting up events like this project or other cultural celebrations.
- A greater patnership between european nations to favour the diplomacy and debetes between politicians.
- Favour the dialogue between young people and politicians because their taken decisions have repercussions on us and on our future.
- There should be a better knowledge about science, medicine, neoroscience, actuality ... .
__________________________________________________________________________________
Giulia Raggi
Communication
I believe that one of the biggest pillars on which the "society of knowledge" should be based is communication. We, citizens of Europe, must work hard together, and I think the better way to do that is discussing. Exchanging opinions, points of view, discussing and giving advice about what we have to change, improve or introduce in every field (Science, Society, Culture, Education and so on) are what we must do to create our society.
Knowledge
I would divide this pillar in two points:
-Kwowledge of foreign languages to communicate;
-Knowledge "the others".
What I mean is:
-as we cannot coomunicate in many different languages, we must learn, as if it were our mother language, English.
We have to be able to express our opinion and listen to other citizens in English, find solutions in English, discussing in English.
All schools should teach English starting from 6-year-old students for more hours a week than now. English should be considered not only a school subject, but a way, a mean of communication and should be spoken and understood by everyone.
-We can't say "we are Europe" if we don't know each other. As a matter of fact, it can be possible. We can know citizens of Europe if we study their history, their backgrounds, their country and cities geographically, if we visit their countries and learn their lifestyle and talk with them as much as possible. This can happen thanks to an exchange of e-mails (or letters) and some meetings, where young people can discuss and learn those values that in many countries are lost. First of all, we have to learn to respect others and defeat racism, prejudices and xenophobia.
__________________________________________________________________________________
Lorenzo Valzania
1)To promote communication among young Europeans through blogs where you can also interact directly and informally with personalities such as researchers. At the same time the quality of the conversations should be kept good, trusting in the good sense of the bloggers.
2)As suggested by Dr. Beccari, we should make young people aware of all the resources that territory provides. Therefore, we should set up times at school in which the meanings of important terms such as patent, business, technology, resource, innovation are explained.
3) Follows directly from 2) that new generations must be given responsibility, to make them understand that an approach to Knowledge (not only strictly scientific) is a civic duty to make a European knowledge-based society.
__________________________________________________________________________________
Elena Rinaldi
* all the people have to partecipate on diffusing knowledge,this is possible with a base education.
* the citizen have to consider as a civil duty the approach at scientific knowledge.
* science is common sense applied with strectness.it is important create a unique and universal common sense.
* information that come from mass media is influenced by economic,politic and religious interests.people have to be critic and make a selection of informations.
* science is culture and citizen have to become a knowledge able citizen.
* curiosity is tha base of knowledge.
* all the youth have to have the same opportunity to be educated.
* state have to protect the youth.
* society based knowledge is composted to countries with different history,culture and tradition.integration between unit and diversity.
* society based knowledge is different from society based economy:there has to be the same opportunity to do knowledge and not a monopoly fo weathier countries.
Gian Marco Morigi
Research and freedom. Scientists should analyze the possible evolution of their work, in order to make research safer and free of prejudices.
Information. Scientific information should be more open to students and young people, using, for example, the Internet or specific journals which use a language easy to understand but at the same time give correct information.
Mass media. We must put an end to the misuse of scientific information in newspapers and news, for example with a mark which attest a correct use of it in an article or report and which can be released only by an official committee of scientists.
School. The debate on our knowledge-based society should continue inside all european schools, with laws in each country to introduce at least an hour of interdisciplinary discussion on actuality.
Lorenzo Casadei
- Speaking in a simple way is the first step in order to have good connections with the others guys of Europe.
- Mathematics is the foundation of our society; in fact, our society is based on technologies, which are based on science, based on mathematics!
- Curiosity is the base of research. Without it, there won't be any progress. Therefore people should be more stimulated by the society, especially at school and at university.
- In order to create a knowledge society we have to consider the differences we have, also because every country has own culture. For example we have spoken about the culture dimension of science, which contain history, philosophy, traditions of each State.
Cecilia Sereni Lucarelli
How to create an European society of the knowledge?
The knowledge must be democratic and who has the economic monopoly doesn’t have to dominate on the others;
the good sense has to guide us when we do science;
the objective is to create the unity from the differences, I personally believe that the diversity is a richness;
stimulate the curiosity of young people to the knowledge so that they can spontaneously approach to it without being forced;
sometimes the youngsters are afraid of science, so scientific information should be made comprehensible for everyone;
I believe there is not a certain knowledge so every point of arrival must be stings of beginning;
free creativity, only in this case young people feel to be involved in the society of knowledge.
__________________________________________________________________________________
Chiara Marani
Update on school syllabus
I think the subjects we study at school are too much focused on the past. There are several consequences of this:
• Ignorance about the present society
• False commonplaces
• Lack of interest
Strengthen the study about the present let people discuss things that concerns current events, especially among those youngs that, inexpert, have to vote and decide the future of their State. This could be improved introducing the reading of the newspapers during the lessons at school.
Increase in those projects and organizations which work all over the Europe
Enterprises like the one we are doing are deeply important, if we want to build up a European conscience which, I’m sorry, is absent nowadays, al least considering what it is felt in my Country.
Fitting new subjects in the high schools
In my opinion, if we want to create a common belonging to that we call “Europe”, it is of great importance to start teaching law in schools. But, apart from the several laws, it is necessary to understand the differences, the pros and cons of the structures and organizations which rule the so called “Europe”.
Exaltation of the differences
It must be absolutely avoided any form of uniformation. Being a European citizen isn’t as equal as thinking like anyone else, dress as anyone else, speak, believe and live like everybody else. It is completely wrong! Each State, each religion, each creed must be exalted, so that it is possible to become stronger and stronger. This is something easy to be made: let’s study in a proper way the different cultures of the other Countries, let’s make us amazed and astonished if we find something marvelous behind the corner. We can’t keep going forward, if we study only Italian literature, for example, and if we have a general idea ( I wanna underline the word general) of the English one. When we study the philosophy of the Enlightenment, for instance, I am deeply convinced we aren’t able to understand it, if we don’t feel the sharpness of Kant’s language which, incomprehensible, cut your head as a knife. I mean we need more internationality and co-operation among the different subjects.
Emphasis on the foreign languages
Nowadays English language isn’t sufficient. We are asked to speak at least other 2 languages; moreover we know that the more we study them when we are children, the easier it is for us to learn them. Because of this, I suggest teaching them since the nursery school and, which is more important, starting to learn an Asian idiom (Chinese, Japanese…). In addition to this, our feeling of belonging to the so called “Europe” could be improved in opposition to the other cultures. Have we ever considered the fact that, probably, if the history had taken another way, we would have never been here speaking and thinking about what this “union” is? Have we ever reflected on the fact that if the history hadn’t gone in this way, now we probably would have searched for a kimono as Chinese people look for a pair of Dolce and Gabbana shoes? To sum up, I’m asking the insertion of new subjects and new themes to reflect on.
Creation of a youth’s magazine/newspaper
One of the best things of being a young person is the one regarding the fact that you don’t feel any kind of limit: you are determined to express your ideas, to fight for them. So, why can’t we exploit this? I suppose there are lots of young people who wants to publish what they think, what they are interested in. I think it could be great , if we let them write in a newspaper which travels all around the Europe. It could be an opportunity to make adults hear what the so called “not evolved species” has to say to the world.
Let’s stimulate the curiosity avoiding the torpor
The more you are active and dynamic, the more you are propositional. Again youngs are the strata of society which is more sensitive to this: let’s stimulate their mind! Let’s throw them trough the Europe! Let’s make them feel in their hearts the desire for knowledge! Let them study in other countries making easier the bureaucratic machine! Let’s recognize their degrees even in the other nations of the Europe! Let’s arrange a meeting about themes closed to them (politics, human rights, religion, science..)! Moreover, we have to avoid those situations in which ancient teachers keep teaching in the universities, where they are only depressing and boring; this should be followed in all the fields: economy, law, medicine and so on, so that it is possible to keep in touch with the youth and the dynamic movement of the society.
Conclusion
The widespread knowledge shouldn’t have to be felt as a mere erudition, but, on the contrary, as something full of life: a magma which spews out constantly. So, involvement, enthusiasm, curiosity and determination are the key word of its. In conclusion everybody should spread an unitary idea of culture. Everything concerns a common book which has to be daily updated like a diary, where everybody writes his personal page, deeply connected to his intimacy, but, paradoxically, fundamental for each man of the past, of the present and of the future.
Chiara Minotti
• School has a duty to build a citizenship based on knowledge as well as providing quality information to students. It is important to know that knowledge is both scientific and humanistic: that’s why barriers between subjects must be destroyed. Students represent the future, so they are supposed to have a general and complete culture including foreign languages, philosophy and science skills as well as being aware of what is happening around the world.
• Youngsters should acquire a strong sense of responsibility while growing up. We need responsible politicians, responsible scientists, responsible teachers, responsible journalists. A sense of responsibility is definitely necessary for our society. Families, school and also the media should contribute to this kind of formation.
• It is important that especially youngsters feel to be part of Europe. We have to work together to create a better world for everyone, but how can we do so if we actually don’t know each other at all? How can we work as part of a team? I think students should learn at least two foreign languages at school, not only English. Learning a foreign language firstly means learning something more about a new culture. That’s what we need to feel closer and closer to each other.
• Many more projects involving youngsters from all the European countries should be promoted in order to start building the foundations, the background of a common future. I mean, for example, projects involving schools, such as exchanges or European meetings focused on the main issues concerning our countries.
• Environmental issues are becoming more and more important to our society nowadays. That’s why I think that we should focus on how to address research towards the new sources of energy in order to use them as much as possible in the near future.
• In conclusion, the future European citizens must be “knowledge-able” citizens, people who can produce knowledge. This will be possible thanks to INFORMATION, POPULARIZATION (making knowledge easier to acquire and understand for ordinary people), FORMATION (having an influence on the way that something develops), CARE, EDUCATION, PARTICIPATION/CONTRIBUTION.
Ilaria Faggiano
Education is the topic of my reflection and suggestion.
Education provides knowledge, and through knowledge people are informed or know how to provide information that surround them.
So, if people are quite informed they are able to participate activily in order to improve the society and, above all, the democracy, beacuse they are conscious and they have a basic knowledge.
That's why I think that the compulsory school schould be free for everybody, without discriminations or any sort of racism; and also it shouldn't exist differences between private and public school, because as the law says : "citizens are all equal before the law".
Education -> knowledge --> information --> people that knows --> help to democracy
Luca Versari
Communication and information
- Every school might have a furniture of monthly scientific magazines with medium level language but at the same time a specific, objective, actually themes which should be made available for every student who want to consult it. This magazines shouldn’t be deposited in an hidden library but should be put in a big table at the centre of the main hall of the school so its diffusion will be easier and student might became curious about it so read other times.
- Create an easy-access web site where contents were guarantee by some important scientific laboratories. In this web site should be permitted to scientists to explain their own theory or their studies and even the debate between them around a common theme.
Research
- Scientific research have to be totally dissolved by economy and politic. First component of research is freedom of the researcher, for this reason over the organized research promoted by lobbies there should be a free research based on the contribute of citizens.
- Young researcher who have just finished their cycle of studies at university should be helped by offering them a place available for two years where improve and make their own experience following the model of “incubation activity” promoted in USA.
Dialogue
- Students have to take up every year an obligatory journey during summer holidays which will last one month toward an European country so they could learn better English and compare their ideas with people that have different culture and point of view.
- English is the only way to communicate with European community so every citizen of this community must know basilar rules of English language with which deal to an English dialogue. So, more hours of English lessons at school since primary school with comparison supported by online communication.
Some suggestions about knowledge
The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.
A suggestions about economics
We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.
A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.
A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.
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Ilona Piotrowska
- European knowledge-based society should not break up the humanistic knowledge from the scientific one
- It is indispensable to reduce the level of illiteracy. We ought to read more newspapers. Internet: check the truth of information that are often false. Medium: free circulation of all news that must not be selected.
- School: more contemporary history 1) to know better our society 2) to be able to make (for example: politics) decision
- English language: News or other TV programs should have english language subtitles
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Giulia Guidazzi
School and education
- In Europe there are lots of guys who have got problems in the society in which they live because of poverty, family hardships and other problematic backgrounds . These teen-agers could put themselves on the wrong track ( drug, underworld, thefts...) if nobody helps them. School and teachers must help these people economically and socially, giving free course books, assistance and a good education.
- In schools young people have to study more the present main themes.
- There should be more chances to do intercultural changes during the school year or the summer.
- To issue new laws to protect school and students: general knowledge and education are our background for the future.
Europe
- A better knowledge of culture, society and costums of nations that belong to Europe: in this way we can avoid episodes of racism between guys or children, our prejudices and we can extend our cultural horizon. We won’t be afraid of foreign people.
- A better study of English and of the most important european languages , to be more advantaged when we will be abroad.
Enviroment
- Young people have to learn how to respect the enviroment and how to know the area in which they live and what it could offer them in the future.
- More right information about the present climatic and enviromental situation.
- Create a recycling programme, search an alternative power source and new solutions about the sustainable development of water, soil, air... .
- Promote the use of public transports to reduce the emissions of carbon dioxide.
- People have to be informed about security in dangerous situations and how to protect themselves or to help other poor people.
Politics
- Favour more meetings between young people of all Europe, setting up events like this project or other cultural celebrations.
- A greater patnership between european nations to favour the diplomacy and debetes between politicians.
- Favour the dialogue between young people and politicians because their taken decisions have repercussions on us and on our future.
- There should be a better knowledge about science, medicine, neoroscience, actuality ... .
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Giulia Raggi
Communication
I believe that one of the biggest pillars on which the "society of knowledge" should be based is communication. We, citizens of Europe, must work hard together, and I think the better way to do that is discussing. Exchanging opinions, points of view, discussing and giving advice about what we have to change, improve or introduce in every field (Science, Society, Culture, Education and so on) are what we must do to create our society.
Knowledge
I would divide this pillar in two points:
-Kwowledge of foreign languages to communicate;
-Knowledge "the others".
What I mean is:
-as we cannot coomunicate in many different languages, we must learn, as if it were our mother language, English.
We have to be able to express our opinion and listen to other citizens in English, find solutions in English, discussing in English.
All schools should teach English starting from 6-year-old students for more hours a week than now. English should be considered not only a school subject, but a way, a mean of communication and should be spoken and understood by everyone.
-We can't say "we are Europe" if we don't know each other. As a matter of fact, it can be possible. We can know citizens of Europe if we study their history, their backgrounds, their country and cities geographically, if we visit their countries and learn their lifestyle and talk with them as much as possible. This can happen thanks to an exchange of e-mails (or letters) and some meetings, where young people can discuss and learn those values that in many countries are lost. First of all, we have to learn to respect others and defeat racism, prejudices and xenophobia.
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Lorenzo Valzania
1)To promote communication among young Europeans through blogs where you can also interact directly and informally with personalities such as researchers. At the same time the quality of the conversations should be kept good, trusting in the good sense of the bloggers.
2)As suggested by Dr. Beccari, we should make young people aware of all the resources that territory provides. Therefore, we should set up times at school in which the meanings of important terms such as patent, business, technology, resource, innovation are explained.
3) Follows directly from 2) that new generations must be given responsibility, to make them understand that an approach to Knowledge (not only strictly scientific) is a civic duty to make a European knowledge-based society.
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Elena Rinaldi
* all the people have to partecipate on diffusing knowledge,this is possible with a base education.
* the citizen have to consider as a civil duty the approach at scientific knowledge.
* science is common sense applied with strectness.it is important create a unique and universal common sense.
* information that come from mass media is influenced by economic,politic and religious interests.people have to be critic and make a selection of informations.
* science is culture and citizen have to become a knowledge able citizen.
* curiosity is tha base of knowledge.
* all the youth have to have the same opportunity to be educated.
* state have to protect the youth.
* society based knowledge is composted to countries with different history,culture and tradition.integration between unit and diversity.
* society based knowledge is different from society based economy:there has to be the same opportunity to do knowledge and not a monopoly fo weathier countries.
Gian Marco Morigi
Research and freedom. Scientists should analyze the possible evolution of their work, in order to make research safer and free of prejudices.
Information. Scientific information should be more open to students and young people, using, for example, the Internet or specific journals which use a language easy to understand but at the same time give correct information.
Mass media. We must put an end to the misuse of scientific information in newspapers and news, for example with a mark which attest a correct use of it in an article or report and which can be released only by an official committee of scientists.
School. The debate on our knowledge-based society should continue inside all european schools, with laws in each country to introduce at least an hour of interdisciplinary discussion on actuality.
Lorenzo Casadei
- Speaking in a simple way is the first step in order to have good connections with the others guys of Europe.
- Mathematics is the foundation of our society; in fact, our society is based on technologies, which are based on science, based on mathematics!
- Curiosity is the base of research. Without it, there won't be any progress. Therefore people should be more stimulated by the society, especially at school and at university.
- In order to create a knowledge society we have to consider the differences we have, also because every country has own culture. For example we have spoken about the culture dimension of science, which contain history, philosophy, traditions of each State.
Cecilia Sereni Lucarelli
How to create an European society of the knowledge?
The knowledge must be democratic and who has the economic monopoly doesn’t have to dominate on the others;
the good sense has to guide us when we do science;
the objective is to create the unity from the differences, I personally believe that the diversity is a richness;
stimulate the curiosity of young people to the knowledge so that they can spontaneously approach to it without being forced;
sometimes the youngsters are afraid of science, so scientific information should be made comprehensible for everyone;
I believe there is not a certain knowledge so every point of arrival must be stings of beginning;
free creativity, only in this case young people feel to be involved in the society of knowledge.
__________________________________________________________________________________
Chiara Marani
Update on school syllabus
I think the subjects we study at school are too much focused on the past. There are several consequences of this:
• Ignorance about the present society
• False commonplaces
• Lack of interest
Strengthen the study about the present let people discuss things that concerns current events, especially among those youngs that, inexpert, have to vote and decide the future of their State. This could be improved introducing the reading of the newspapers during the lessons at school.
Increase in those projects and organizations which work all over the Europe
Enterprises like the one we are doing are deeply important, if we want to build up a European conscience which, I’m sorry, is absent nowadays, al least considering what it is felt in my Country.
Fitting new subjects in the high schools
In my opinion, if we want to create a common belonging to that we call “Europe”, it is of great importance to start teaching law in schools. But, apart from the several laws, it is necessary to understand the differences, the pros and cons of the structures and organizations which rule the so called “Europe”.
Exaltation of the differences
It must be absolutely avoided any form of uniformation. Being a European citizen isn’t as equal as thinking like anyone else, dress as anyone else, speak, believe and live like everybody else. It is completely wrong! Each State, each religion, each creed must be exalted, so that it is possible to become stronger and stronger. This is something easy to be made: let’s study in a proper way the different cultures of the other Countries, let’s make us amazed and astonished if we find something marvelous behind the corner. We can’t keep going forward, if we study only Italian literature, for example, and if we have a general idea ( I wanna underline the word general) of the English one. When we study the philosophy of the Enlightenment, for instance, I am deeply convinced we aren’t able to understand it, if we don’t feel the sharpness of Kant’s language which, incomprehensible, cut your head as a knife. I mean we need more internationality and co-operation among the different subjects.
Emphasis on the foreign languages
Nowadays English language isn’t sufficient. We are asked to speak at least other 2 languages; moreover we know that the more we study them when we are children, the easier it is for us to learn them. Because of this, I suggest teaching them since the nursery school and, which is more important, starting to learn an Asian idiom (Chinese, Japanese…). In addition to this, our feeling of belonging to the so called “Europe” could be improved in opposition to the other cultures. Have we ever considered the fact that, probably, if the history had taken another way, we would have never been here speaking and thinking about what this “union” is? Have we ever reflected on the fact that if the history hadn’t gone in this way, now we probably would have searched for a kimono as Chinese people look for a pair of Dolce and Gabbana shoes? To sum up, I’m asking the insertion of new subjects and new themes to reflect on.
Creation of a youth’s magazine/newspaper
One of the best things of being a young person is the one regarding the fact that you don’t feel any kind of limit: you are determined to express your ideas, to fight for them. So, why can’t we exploit this? I suppose there are lots of young people who wants to publish what they think, what they are interested in. I think it could be great , if we let them write in a newspaper which travels all around the Europe. It could be an opportunity to make adults hear what the so called “not evolved species” has to say to the world.
Let’s stimulate the curiosity avoiding the torpor
The more you are active and dynamic, the more you are propositional. Again youngs are the strata of society which is more sensitive to this: let’s stimulate their mind! Let’s throw them trough the Europe! Let’s make them feel in their hearts the desire for knowledge! Let them study in other countries making easier the bureaucratic machine! Let’s recognize their degrees even in the other nations of the Europe! Let’s arrange a meeting about themes closed to them (politics, human rights, religion, science..)! Moreover, we have to avoid those situations in which ancient teachers keep teaching in the universities, where they are only depressing and boring; this should be followed in all the fields: economy, law, medicine and so on, so that it is possible to keep in touch with the youth and the dynamic movement of the society.
Conclusion
The widespread knowledge shouldn’t have to be felt as a mere erudition, but, on the contrary, as something full of life: a magma which spews out constantly. So, involvement, enthusiasm, curiosity and determination are the key word of its. In conclusion everybody should spread an unitary idea of culture. Everything concerns a common book which has to be daily updated like a diary, where everybody writes his personal page, deeply connected to his intimacy, but, paradoxically, fundamental for each man of the past, of the present and of the future.
Chiara Minotti
• School has a duty to build a citizenship based on knowledge as well as providing quality information to students. It is important to know that knowledge is both scientific and humanistic: that’s why barriers between subjects must be destroyed. Students represent the future, so they are supposed to have a general and complete culture including foreign languages, philosophy and science skills as well as being aware of what is happening around the world.
• Youngsters should acquire a strong sense of responsibility while growing up. We need responsible politicians, responsible scientists, responsible teachers, responsible journalists. A sense of responsibility is definitely necessary for our society. Families, school and also the media should contribute to this kind of formation.
• It is important that especially youngsters feel to be part of Europe. We have to work together to create a better world for everyone, but how can we do so if we actually don’t know each other at all? How can we work as part of a team? I think students should learn at least two foreign languages at school, not only English. Learning a foreign language firstly means learning something more about a new culture. That’s what we need to feel closer and closer to each other.
• Many more projects involving youngsters from all the European countries should be promoted in order to start building the foundations, the background of a common future. I mean, for example, projects involving schools, such as exchanges or European meetings focused on the main issues concerning our countries.
• Environmental issues are becoming more and more important to our society nowadays. That’s why I think that we should focus on how to address research towards the new sources of energy in order to use them as much as possible in the near future.
• In conclusion, the future European citizens must be “knowledge-able” citizens, people who can produce knowledge. This will be possible thanks to INFORMATION, POPULARIZATION (making knowledge easier to acquire and understand for ordinary people), FORMATION (having an influence on the way that something develops), CARE, EDUCATION, PARTICIPATION/CONTRIBUTION.
Ilaria Faggiano
Education is the topic of my reflection and suggestion.
Education provides knowledge, and through knowledge people are informed or know how to provide information that surround them.
So, if people are quite informed they are able to participate activily in order to improve the society and, above all, the democracy, beacuse they are conscious and they have a basic knowledge.
That's why I think that the compulsory school schould be free for everybody, without discriminations or any sort of racism; and also it shouldn't exist differences between private and public school, because as the law says : "citizens are all equal before the law".
Education -> knowledge --> information --> people that knows --> help to democracy
Luca Versari
Communication and information
- Every school might have a furniture of monthly scientific magazines with medium level language but at the same time a specific, objective, actually themes which should be made available for every student who want to consult it. This magazines shouldn’t be deposited in an hidden library but should be put in a big table at the centre of the main hall of the school so its diffusion will be easier and student might became curious about it so read other times.
- Create an easy-access web site where contents were guarantee by some important scientific laboratories. In this web site should be permitted to scientists to explain their own theory or their studies and even the debate between them around a common theme.
Research
- Scientific research have to be totally dissolved by economy and politic. First component of research is freedom of the researcher, for this reason over the organized research promoted by lobbies there should be a free research based on the contribute of citizens.
- Young researcher who have just finished their cycle of studies at university should be helped by offering them a place available for two years where improve and make their own experience following the model of “incubation activity” promoted in USA.
Dialogue
- Students have to take up every year an obligatory journey during summer holidays which will last one month toward an European country so they could learn better English and compare their ideas with people that have different culture and point of view.
- English is the only way to communicate with European community so every citizen of this community must know basilar rules of English language with which deal to an English dialogue. So, more hours of English lessons at school since primary school with comparison supported by online communication.
mercoledì 15 ottobre 2008
Last minute suggestions
Carissimi consorti =),
vi elenco di seguito quelli che secondo me sono gli ormai famosissimi suggerimenti, sperando di non cadere nel banale e nello scontato. Molte delle mie idee ho letto essere condivise da altri; perdonate, dunque, la mancanza di originalità. Cominciamo:
o Aggiornamento programmi scolastici.
Ritengo, come già avevo espresso nell’ultimo incontro, che gli argomenti trattati in sede scolastica siano focalizzati troppo sul nostro passato: ciò non permette una adeguata comprensione della società in cui viviamo, con la conseguente nascita di ignoranza, falsi miti e disinteressamento. Potenziando lo studio dell’età più vicina a noi, sarebbe, inoltre, possibile discutere di temi di attualità, soprattutto nelle classi quinte, formate da quelle persone che, inesperte, andranno a votare e sceglieranno cosa fare del proprio futuro e della società che li circonda, magari “facilitando” loro il lavoro con la lettura di quotidiani in classe.
o Incremento delle organizzazioni, istituzioni e progetti che agiscono in senso europeo.
Enti come Intercultura o iniziative come il nostro progetto sono alla base per la creazione di una “coscienza europea” che, purtroppo, ai giorni nostri manca, almeno da quanto riscontrato nel mio Paese. Nonostante che noi siamo stati protagonisti del cambio di moneta, per esempio, nessuno ha avvertito infatti un mutamento nel corso della storia: l’appartenenza all’”organismo” Europa” non sembra essersi sviluppato.
o Inserimento di nuove materie nelle scuole medie superiori.
Al fine di capire cosa siano veramente l’Unione Europea, la CEE e tutti gli enti che agiscono a livello europeo, è necessario inserire nell’apprendimento scolastico, principalmente delle scuole medie secondarie, lo studio del diritto. Esso, oltre alla parte legislativa, deve farsi carico anche di istruire i ragazzi sulla storia delle organizzazioni europee, sulla loro formazione, il loro orientamento, i loro lati positivi e quelli negativi. Anche ciò contribuirebbe notevolmente alla formazione di una “coscienza europea”.
o Esaltazione delle diversità e delle particolarità.
Sentire dentro di sé un senso di appartenenza e di comunanza con gli altri membri dell’Europa, non deve comportare una omologazione di cultura, di pensiero, di identità, di spirito e quant’altro. Tutto il contrario! Bisogna inglobare le diversità e farne il nostro punto di forza. Coltiviamo insieme il desiderio e la curiosità di approfondire diversi stili di vita, di sperimentare pratiche religiose e culturali a noi sconosciute, apriamoci all’estraneo. Realizzare ciò è semplice: perché non proviamo a vivere a fondo i paesi stranieri che visitiamo, studiamo di più le loro culture, la loro storia, la loro filosofia, la loro letteratura, meravigliandoci quando, girato l’angolo, ci facciamo sorprendere da un monumento inaspettato. Non si può studiare solo letteratura italiana e avere una idea molto molto molto (e sottolineerei molto!) vaga di quella inglese! Quando studiamo la filosofia dell’Illuminismo, per esempio, non possiamo comprenderla fino in fondo se non assaporiamo l’asprezza della lingua kantiana, se non proviamo la sensazione delle parole che, pur incomprensibili, ci tagliano la mente con i loro spigoli. E’ necessaria una maggiore internazionalità e interdisciplinarietà.
o Studio potenziato delle lingue straniere
Ricollegandomi anche al punto precedente, evidenzio la necessità di studiare diverse lingue straniere. L’inglese non basta più, è insufficiente ormai ai giorni nostri. Le frontiere si sono talmente aperte che reputo indispensabile introdurre l’obbligo fin dalla scuola dell’infanzia dello studio di due lingue europee (inglese a parte) e di una lingua orientale. Si si, una lingua orientale. Possiamo sentirci parte di quel grande meccanismo che, a noi sconosciuto, chiamiamo “Europa” anche definendolo per contrasto: ma per fare ciò, occorre conoscere cosa ci sia dopo le nostre frontiere, avvicinandoci a quelli immensi territori a noi quasi completamente ignoti. Sto parlando, ovviamente, di Cina, Giappone, India ecc ecc. Per quanto mi riguarda sarebbe molto interessante conoscere la storia di questi paesi anche per capire come oggi possiamo porci interrogativi sul continente nel quale viviamo. E se le invasioni barbariche anziché dimenticare i territori europei e rivolgersi a quelli asiatici avessero continuato a minacciarci, oggi il nostro progetto esisterebbe? Saremmo ancora noi i colonizzatori o diventeremmo i colonizzati? Sarebbe prevalso ancora l’Occidente sull’Oriente o forse saremmo noi a cercare una kimono come oggi si cercano le scarpe di Dolce e Gabbana? Si avverte sempre più l’esigenza, quindi, di inserire nuove programmi e nuove materie inerenti a questi argomenti.
o Creazione di una rivista europea dei giovani.
Quello che riscontro nei giovani della mia generazione, è anche la volontà di far sentire il proprio punto di vista, le proprie critiche nei confronti dello status quo, nuove proposte, insomma, di sentirsi chiamati in causa in una società che, al contrario, li emargina come “razza” inferiore non ancora evoluta. Perché allora non creare un giornale (quotidiano, mensile, annuario..) dove i ragazzi, in relazione alla qualità del loro operato, possono pubblicare i loro progetti e partecipare attivamente alla creazione del loro futuro?
o Stimolare la curiosità evitando il torpore.
E’ noto che più si è attivi e più si è propositivi e dinamici. I giovani sono la parte della società più soggetta a queste caratteristiche per loro natura: non hanno paura di osare, non sono ancora preda delle teorie “degli adulti” che non vedono possibile un cambiamento ma, hanno ancora la grinta per lottare per i propri ideali. Perché allora non alimentare questo fuoco interiore? Stimoliamo la loro mente e le loro facoltà con progetti come il nostro, lanciamoli alla volta dell’Europa, facciamo ardergli nel petto questo desiderio della conoscenza. Favoriamoli se vogliono studiare in altri Paesi, riconosciamogli i loro titoli di studi anche fuori dai loro Stati, organizziamo convegni su tematiche a loro vicine (politica, diritti umani, ambiente, religione, scienza…). Inoltre, evitiamo che nelle università si ritrovino ad insegnare ottantenni che con i giovani non hanno più a che fare, evitiamo di mandare (mi riferisco soprattutto all’Italia) rappresentanti in giro per il mondo che sono così distanti dal futuro, dal fermento sociale, dal progresso che non producono altro che l’analogo di quello che il governo di sinistra fece nell’Italia postunitaria, ovvero: il “trasformismo”.
o Conclusioni.
La conoscenza diffusa non può essere percepita come una mera erudizione, ma, al contrario, come dinamica, in perenne fibrillazione e movimento: un magma in continua eruzione. Non può neanche prescindere dalle emozioni: coinvolgimento, trasporto, determinazione, curiosità sono, per me, le parole che meglio la caratterizzano. In conclusione, dobbiamo anche impegnarci a rendere effettiva una idea di cultura unitaria e non frammentata. Tutto fa parte di uno stesso libro che giornalmente va aggiornato come un diario, in cui ognuno di noi scrive la propria pagina personale, strettamente legata alla propria intimità, ma, paradossalmente, fondamentale per tutti gli altri uomini del passato, del presente, del futuro (Chiara Marani).
vi elenco di seguito quelli che secondo me sono gli ormai famosissimi suggerimenti, sperando di non cadere nel banale e nello scontato. Molte delle mie idee ho letto essere condivise da altri; perdonate, dunque, la mancanza di originalità. Cominciamo:
o Aggiornamento programmi scolastici.
Ritengo, come già avevo espresso nell’ultimo incontro, che gli argomenti trattati in sede scolastica siano focalizzati troppo sul nostro passato: ciò non permette una adeguata comprensione della società in cui viviamo, con la conseguente nascita di ignoranza, falsi miti e disinteressamento. Potenziando lo studio dell’età più vicina a noi, sarebbe, inoltre, possibile discutere di temi di attualità, soprattutto nelle classi quinte, formate da quelle persone che, inesperte, andranno a votare e sceglieranno cosa fare del proprio futuro e della società che li circonda, magari “facilitando” loro il lavoro con la lettura di quotidiani in classe.
o Incremento delle organizzazioni, istituzioni e progetti che agiscono in senso europeo.
Enti come Intercultura o iniziative come il nostro progetto sono alla base per la creazione di una “coscienza europea” che, purtroppo, ai giorni nostri manca, almeno da quanto riscontrato nel mio Paese. Nonostante che noi siamo stati protagonisti del cambio di moneta, per esempio, nessuno ha avvertito infatti un mutamento nel corso della storia: l’appartenenza all’”organismo” Europa” non sembra essersi sviluppato.
o Inserimento di nuove materie nelle scuole medie superiori.
Al fine di capire cosa siano veramente l’Unione Europea, la CEE e tutti gli enti che agiscono a livello europeo, è necessario inserire nell’apprendimento scolastico, principalmente delle scuole medie secondarie, lo studio del diritto. Esso, oltre alla parte legislativa, deve farsi carico anche di istruire i ragazzi sulla storia delle organizzazioni europee, sulla loro formazione, il loro orientamento, i loro lati positivi e quelli negativi. Anche ciò contribuirebbe notevolmente alla formazione di una “coscienza europea”.
o Esaltazione delle diversità e delle particolarità.
Sentire dentro di sé un senso di appartenenza e di comunanza con gli altri membri dell’Europa, non deve comportare una omologazione di cultura, di pensiero, di identità, di spirito e quant’altro. Tutto il contrario! Bisogna inglobare le diversità e farne il nostro punto di forza. Coltiviamo insieme il desiderio e la curiosità di approfondire diversi stili di vita, di sperimentare pratiche religiose e culturali a noi sconosciute, apriamoci all’estraneo. Realizzare ciò è semplice: perché non proviamo a vivere a fondo i paesi stranieri che visitiamo, studiamo di più le loro culture, la loro storia, la loro filosofia, la loro letteratura, meravigliandoci quando, girato l’angolo, ci facciamo sorprendere da un monumento inaspettato. Non si può studiare solo letteratura italiana e avere una idea molto molto molto (e sottolineerei molto!) vaga di quella inglese! Quando studiamo la filosofia dell’Illuminismo, per esempio, non possiamo comprenderla fino in fondo se non assaporiamo l’asprezza della lingua kantiana, se non proviamo la sensazione delle parole che, pur incomprensibili, ci tagliano la mente con i loro spigoli. E’ necessaria una maggiore internazionalità e interdisciplinarietà.
o Studio potenziato delle lingue straniere
Ricollegandomi anche al punto precedente, evidenzio la necessità di studiare diverse lingue straniere. L’inglese non basta più, è insufficiente ormai ai giorni nostri. Le frontiere si sono talmente aperte che reputo indispensabile introdurre l’obbligo fin dalla scuola dell’infanzia dello studio di due lingue europee (inglese a parte) e di una lingua orientale. Si si, una lingua orientale. Possiamo sentirci parte di quel grande meccanismo che, a noi sconosciuto, chiamiamo “Europa” anche definendolo per contrasto: ma per fare ciò, occorre conoscere cosa ci sia dopo le nostre frontiere, avvicinandoci a quelli immensi territori a noi quasi completamente ignoti. Sto parlando, ovviamente, di Cina, Giappone, India ecc ecc. Per quanto mi riguarda sarebbe molto interessante conoscere la storia di questi paesi anche per capire come oggi possiamo porci interrogativi sul continente nel quale viviamo. E se le invasioni barbariche anziché dimenticare i territori europei e rivolgersi a quelli asiatici avessero continuato a minacciarci, oggi il nostro progetto esisterebbe? Saremmo ancora noi i colonizzatori o diventeremmo i colonizzati? Sarebbe prevalso ancora l’Occidente sull’Oriente o forse saremmo noi a cercare una kimono come oggi si cercano le scarpe di Dolce e Gabbana? Si avverte sempre più l’esigenza, quindi, di inserire nuove programmi e nuove materie inerenti a questi argomenti.
o Creazione di una rivista europea dei giovani.
Quello che riscontro nei giovani della mia generazione, è anche la volontà di far sentire il proprio punto di vista, le proprie critiche nei confronti dello status quo, nuove proposte, insomma, di sentirsi chiamati in causa in una società che, al contrario, li emargina come “razza” inferiore non ancora evoluta. Perché allora non creare un giornale (quotidiano, mensile, annuario..) dove i ragazzi, in relazione alla qualità del loro operato, possono pubblicare i loro progetti e partecipare attivamente alla creazione del loro futuro?
o Stimolare la curiosità evitando il torpore.
E’ noto che più si è attivi e più si è propositivi e dinamici. I giovani sono la parte della società più soggetta a queste caratteristiche per loro natura: non hanno paura di osare, non sono ancora preda delle teorie “degli adulti” che non vedono possibile un cambiamento ma, hanno ancora la grinta per lottare per i propri ideali. Perché allora non alimentare questo fuoco interiore? Stimoliamo la loro mente e le loro facoltà con progetti come il nostro, lanciamoli alla volta dell’Europa, facciamo ardergli nel petto questo desiderio della conoscenza. Favoriamoli se vogliono studiare in altri Paesi, riconosciamogli i loro titoli di studi anche fuori dai loro Stati, organizziamo convegni su tematiche a loro vicine (politica, diritti umani, ambiente, religione, scienza…). Inoltre, evitiamo che nelle università si ritrovino ad insegnare ottantenni che con i giovani non hanno più a che fare, evitiamo di mandare (mi riferisco soprattutto all’Italia) rappresentanti in giro per il mondo che sono così distanti dal futuro, dal fermento sociale, dal progresso che non producono altro che l’analogo di quello che il governo di sinistra fece nell’Italia postunitaria, ovvero: il “trasformismo”.
o Conclusioni.
La conoscenza diffusa non può essere percepita come una mera erudizione, ma, al contrario, come dinamica, in perenne fibrillazione e movimento: un magma in continua eruzione. Non può neanche prescindere dalle emozioni: coinvolgimento, trasporto, determinazione, curiosità sono, per me, le parole che meglio la caratterizzano. In conclusione, dobbiamo anche impegnarci a rendere effettiva una idea di cultura unitaria e non frammentata. Tutto fa parte di uno stesso libro che giornalmente va aggiornato come un diario, in cui ognuno di noi scrive la propria pagina personale, strettamente legata alla propria intimità, ma, paradossalmente, fondamentale per tutti gli altri uomini del passato, del presente, del futuro (Chiara Marani).
martedì 14 ottobre 2008
Ancora suggerimenti
Elena Rinaldi
* all the people have to partecipate on diffusing knowledge,this is possible with a base education.
* the citizen have to consider as a civil duty the approach at scientific knowledge.
* science is common sense applied with strectness.it is important create a unique and universal common sense.
* information that come from mass media is influenced by economic,politic and religious interests.people have to be critic and make a selection of informations.
* science is culture and citizen have to become a knowledge able citizen.
* curiosity is tha base of knowledge.
* all the youth have to have the same opportunity to be educated.
* state have to protect the youth.
* society based knowledge is composted to countries with different history,culture and tradition.integration between unit and diversity.
* society based knowledge is different from society based economy:there has to be the same opportunity to do knowledge and not a monopoly fo weathier countries.
Gian Marco Morigi
Research and freedom. Scientists should analyze the possible evolution of their work, in order to make research safer and free of prejudices.
Information. Scientific information should be more open to students and young people, using, for example, the Internet or specific journals which use a language easy to understand but at the same time give correct information.
Mass media. We must put an end to the misuse of scientific information in newspapers and news, for example with a mark which attest a correct use of it in an article or report and which can be released only by an official committee of scientists.
School. The debate on our knowledge-based society should continue inside all european schools, with laws in each country to introduce at least an hour of interdisciplinary discussion on actuality.
Lorenzo Casadei
- Speaking in a simple way is the first step in order to have good connections with the others guys of Europe.
- Mathematics is the foundation of our society; in fact, our society is based on technologies, which are based on science, based on mathematics!
- Curiosity is the base of research. Without it, there won't be any progress. Therefore people should be more stimulated by the society, especially at school and at university.
- In order to create a knowledge society we have to consider the differences we have, also because every country has own culture. For example we have spoken about the culture dimension of science, which contain history, philosophy, traditions of each State.
Cecilia Sereni Lucarelli
How to create an European society of the knowledge?
The knowledge must be democratic and who has the economic monopoly doesn’t have to dominate on the others;
the good sense has to guide us when we do science;
the objective is to create the unity from the differences, I personally believe that the diversity is a richness;
stimulate the curiosity of young people to the knowledge so that they can spontaneously approach to it without being forced;
sometimes the youngsters are afraid of science, so scientific information should be made comprehensible for everyone;
I believe there is not a certain knowledge so every point of arrival must be stings of beginning;
free creativity, only in this case young people feel to be involved in the society of knowledge.
* all the people have to partecipate on diffusing knowledge,this is possible with a base education.
* the citizen have to consider as a civil duty the approach at scientific knowledge.
* science is common sense applied with strectness.it is important create a unique and universal common sense.
* information that come from mass media is influenced by economic,politic and religious interests.people have to be critic and make a selection of informations.
* science is culture and citizen have to become a knowledge able citizen.
* curiosity is tha base of knowledge.
* all the youth have to have the same opportunity to be educated.
* state have to protect the youth.
* society based knowledge is composted to countries with different history,culture and tradition.integration between unit and diversity.
* society based knowledge is different from society based economy:there has to be the same opportunity to do knowledge and not a monopoly fo weathier countries.
Gian Marco Morigi
Research and freedom. Scientists should analyze the possible evolution of their work, in order to make research safer and free of prejudices.
Information. Scientific information should be more open to students and young people, using, for example, the Internet or specific journals which use a language easy to understand but at the same time give correct information.
Mass media. We must put an end to the misuse of scientific information in newspapers and news, for example with a mark which attest a correct use of it in an article or report and which can be released only by an official committee of scientists.
School. The debate on our knowledge-based society should continue inside all european schools, with laws in each country to introduce at least an hour of interdisciplinary discussion on actuality.
Lorenzo Casadei
- Speaking in a simple way is the first step in order to have good connections with the others guys of Europe.
- Mathematics is the foundation of our society; in fact, our society is based on technologies, which are based on science, based on mathematics!
- Curiosity is the base of research. Without it, there won't be any progress. Therefore people should be more stimulated by the society, especially at school and at university.
- In order to create a knowledge society we have to consider the differences we have, also because every country has own culture. For example we have spoken about the culture dimension of science, which contain history, philosophy, traditions of each State.
Cecilia Sereni Lucarelli
How to create an European society of the knowledge?
The knowledge must be democratic and who has the economic monopoly doesn’t have to dominate on the others;
the good sense has to guide us when we do science;
the objective is to create the unity from the differences, I personally believe that the diversity is a richness;
stimulate the curiosity of young people to the knowledge so that they can spontaneously approach to it without being forced;
sometimes the youngsters are afraid of science, so scientific information should be made comprehensible for everyone;
I believe there is not a certain knowledge so every point of arrival must be stings of beginning;
free creativity, only in this case young people feel to be involved in the society of knowledge.
Conclusa la seconda fase del progetto, ci prepariamo a portare a termine le consegne
Poiché siamo in dirittura d'arrivo e gli sforzi vanno intensificandosi in vista della settimana francese, sento l'esigenza di fare un bilancio del lavoro compiuto, comunicarvi alcune informazioni e chiarire alcuni aspetti delle prossime fasi di lavoro.
Da alcuni mesi conosciamo gli obiettivi del progetto. Dobbiamo produrre venti suggerimenti di rilevanza europea che saranno consegnati al Commissario Europeo della Ricerca Scientifica il 27 ottobre.
Ciascun panel nazionale, per la definizione del proprio programma di lavoro, ha ricevuto dal coordinatore nazionale alcune indicazioni a cui attenersi (obiettivi, commissione scientifica, numero di partecipanti, eterogeneità del gruppo, alcuni suggerimenti metodologici...) e carta bianca rispetto agli altri aspetti organizzativi.
Nella programmazione del percorso, in considerazione della difficoltà implicita nella consegna ricevuta, noi abbiamo privilegiato l'aspetto formativo. Abbiamo cercato delle occasioni di confronto con chi si occupa di scienza e conoscenza da punti di vista diversi: neuropsichiatri, storici, filosofi, fisici, matematici, biologi, sociologi, meteorologi, ingegneri, terapeuti, docenti e ricercatori. E' stato un percorso impegnativo sviluppatosi in due momenti dell'anno scolastico particolarmente critici e faticosi. L'obiettivo era offrirvi una panoramica più ampia e differenziata possibile, anche se non esaustiva, dei soggettii "conoscenza" e "società".
Lungo il viaggio abbiamo proceduto lavorando su due piani paralleli. Da una parte ci siamo presi cura di costruire la memoria di questa esperienza attraverso i verbali, le riprese foto e video, il sito web, la banca dati e il blog. Dall'altra abbiamo cominciato a raccogliere le riflessioni, dapprima sporadiche, frammentarie e individuali. Successivamente più elaborate e più focalizzate, frutto di discussioni precedenti. E così procedendo siamo giunti alla prima negoziazione che ha avuto luogo venerdì scorso quando avete individuato le parole chiave che Elena e Francesco hanno portato a Parigi. Ciò che avete elaborato non è stato semplice, né è semplicistico. Ogni parola cela lunghe riflessioni, profonde analisi, un tempo grande dedicato allo scambio e al dibattito.
Francesco e Elena hanno saputo raccontarle a Parigi, hanno fatto rivivere quei momenti a chi li ascoltava. Il vostro lavoro è stato riconosciuto, apprezzato, valorizzato. Intelligenti, aperti, capaci di argomentare, quando si esprimono le loro parole sono forti. Questi i messaggi arrivati in queste ore al mio indirizzo di posta elettronica.
Ora possiamo dire conclusa anche la seconda fase del nostro lavoro. E dobbiamo affrontare l'ultimo impegno. Il più grande, ma anche il più coinvolgente. Se vogliamo che realmente le vostre proposte, i vostri punti di vista, le vostre analisi siano prese in considerazione, valutate, discusse dobbiamo cercare di produrre suggerimenti in forma scritta e in lingua inglese di grande intelligenza e qualità. Dobbiamo riuscire a trascrivere quelle idee belle, che sapete raccontare così bene. Dobbiamo riuscire a comunicarle in modo semplice, ma argomentato. Dobbiamo ripulirle dall'ovvio e riempirle con quello che è sinceramente il vostro sentire.
In questa fase che comincia ora e continuerà durante tutto il nostro viaggio in Francia dovremo essere presenti a noi stessi e ai compagni, reattivi e propositivi. Il Prof Cerroni, che insieme alla D.ssa Hamon ci legge in copia, sarà al nostro fianco. In queste ore ha ricevuto i vostri ultimi elaborati e supervisionerà il nostro lavoro offrendoci il suo punto di vista. Lionel Larqué, il coordinatore europeo, sta in queste ore elaborando delle linee guida, cui faremo riferimento nei prossimi giorni.
L'obiettivo è il seguente: produrre nella forma e nei contenuti qualità, coerenza e unitarietà. Voi giovani e noi adulti. Solo questo ci permetterà di dialogare in maniera autorevole con i nostri interlocutori.
La prima consegna da portare a termine è perciò la rielaborazione delle vostre ultime proposte, quelle discusse venerdì. Dobbiamo trasformarle in suggerimenti, focalizzati e motivati. Che individuino una problematica e propongano una soluzione o un intervento. Dobbiamo renderli meno generici. Io li raccoglierò, li raggrupperò per temi e li invierò in Francia da dove saranno diffusi a tutti i panels partecipanti. Per cominciare la prima vera e grande condivisione del lavoro.
Poi lunedì durante il viaggio cominceremo insieme la scrematura, in vista del primo confronto che avrà luogo lunedì nel tardo pomeriggio a Lione.
Nadia
Da alcuni mesi conosciamo gli obiettivi del progetto. Dobbiamo produrre venti suggerimenti di rilevanza europea che saranno consegnati al Commissario Europeo della Ricerca Scientifica il 27 ottobre.
Ciascun panel nazionale, per la definizione del proprio programma di lavoro, ha ricevuto dal coordinatore nazionale alcune indicazioni a cui attenersi (obiettivi, commissione scientifica, numero di partecipanti, eterogeneità del gruppo, alcuni suggerimenti metodologici...) e carta bianca rispetto agli altri aspetti organizzativi.
Nella programmazione del percorso, in considerazione della difficoltà implicita nella consegna ricevuta, noi abbiamo privilegiato l'aspetto formativo. Abbiamo cercato delle occasioni di confronto con chi si occupa di scienza e conoscenza da punti di vista diversi: neuropsichiatri, storici, filosofi, fisici, matematici, biologi, sociologi, meteorologi, ingegneri, terapeuti, docenti e ricercatori. E' stato un percorso impegnativo sviluppatosi in due momenti dell'anno scolastico particolarmente critici e faticosi. L'obiettivo era offrirvi una panoramica più ampia e differenziata possibile, anche se non esaustiva, dei soggettii "conoscenza" e "società".
Lungo il viaggio abbiamo proceduto lavorando su due piani paralleli. Da una parte ci siamo presi cura di costruire la memoria di questa esperienza attraverso i verbali, le riprese foto e video, il sito web, la banca dati e il blog. Dall'altra abbiamo cominciato a raccogliere le riflessioni, dapprima sporadiche, frammentarie e individuali. Successivamente più elaborate e più focalizzate, frutto di discussioni precedenti. E così procedendo siamo giunti alla prima negoziazione che ha avuto luogo venerdì scorso quando avete individuato le parole chiave che Elena e Francesco hanno portato a Parigi. Ciò che avete elaborato non è stato semplice, né è semplicistico. Ogni parola cela lunghe riflessioni, profonde analisi, un tempo grande dedicato allo scambio e al dibattito.
Francesco e Elena hanno saputo raccontarle a Parigi, hanno fatto rivivere quei momenti a chi li ascoltava. Il vostro lavoro è stato riconosciuto, apprezzato, valorizzato. Intelligenti, aperti, capaci di argomentare, quando si esprimono le loro parole sono forti. Questi i messaggi arrivati in queste ore al mio indirizzo di posta elettronica.
Ora possiamo dire conclusa anche la seconda fase del nostro lavoro. E dobbiamo affrontare l'ultimo impegno. Il più grande, ma anche il più coinvolgente. Se vogliamo che realmente le vostre proposte, i vostri punti di vista, le vostre analisi siano prese in considerazione, valutate, discusse dobbiamo cercare di produrre suggerimenti in forma scritta e in lingua inglese di grande intelligenza e qualità. Dobbiamo riuscire a trascrivere quelle idee belle, che sapete raccontare così bene. Dobbiamo riuscire a comunicarle in modo semplice, ma argomentato. Dobbiamo ripulirle dall'ovvio e riempirle con quello che è sinceramente il vostro sentire.
In questa fase che comincia ora e continuerà durante tutto il nostro viaggio in Francia dovremo essere presenti a noi stessi e ai compagni, reattivi e propositivi. Il Prof Cerroni, che insieme alla D.ssa Hamon ci legge in copia, sarà al nostro fianco. In queste ore ha ricevuto i vostri ultimi elaborati e supervisionerà il nostro lavoro offrendoci il suo punto di vista. Lionel Larqué, il coordinatore europeo, sta in queste ore elaborando delle linee guida, cui faremo riferimento nei prossimi giorni.
L'obiettivo è il seguente: produrre nella forma e nei contenuti qualità, coerenza e unitarietà. Voi giovani e noi adulti. Solo questo ci permetterà di dialogare in maniera autorevole con i nostri interlocutori.
La prima consegna da portare a termine è perciò la rielaborazione delle vostre ultime proposte, quelle discusse venerdì. Dobbiamo trasformarle in suggerimenti, focalizzati e motivati. Che individuino una problematica e propongano una soluzione o un intervento. Dobbiamo renderli meno generici. Io li raccoglierò, li raggrupperò per temi e li invierò in Francia da dove saranno diffusi a tutti i panels partecipanti. Per cominciare la prima vera e grande condivisione del lavoro.
Poi lunedì durante il viaggio cominceremo insieme la scrematura, in vista del primo confronto che avrà luogo lunedì nel tardo pomeriggio a Lione.
Nadia
Education
Education is the topic of my reflection and suggestion.
Education provides knowledge, and through knowledge people are informed or know how to provide information that surround them.
So, if people are quite informed they are able to participate activily in order to improve the society and, above all, the democracy, beacuse they are conscious and they have a basic knowledge.
That's why I think that the compulsory school schould be free for everybody, without discriminations or any sort of racism; and also it shouldn't exist differences between private and public school, because as the law says : "citizens are all equal before the law".
Education -> knowledge --> information --> people that knows --> help to democracy
Ilaria Faggiano
Education provides knowledge, and through knowledge people are informed or know how to provide information that surround them.
So, if people are quite informed they are able to participate activily in order to improve the society and, above all, the democracy, beacuse they are conscious and they have a basic knowledge.
That's why I think that the compulsory school schould be free for everybody, without discriminations or any sort of racism; and also it shouldn't exist differences between private and public school, because as the law says : "citizens are all equal before the law".
Education -> knowledge --> information --> people that knows --> help to democracy
Ilaria Faggiano
I suggerimenti del panel italiano vanno definendosi
Francesco Furno
Some suggestions about knowledge
The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.
A suggestions about economics
We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.
A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.
A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.
__________________________________________________________________________________
Giulia Guidazzi
School and education
- In Europe there are lots of guys who have got problems in the society in which they live because of poverty, family hardships and other problematic backgrounds . These teen-agers could put themselves on the wrong track ( drug, underworld, thefts...) if nobody helps them. School and teachers must help these people economically and socially, giving free course books, assistance and a good education.
- In schools young people have to study more the present main themes.
- There should be more chances to do intercultural changes during the school year or the summer.
- To issue new laws to protect school and students: general knowledge and education are our background for the future.
Europe
- A better knowledge of culture, society and costums of nations that belong to Europe: in this way we can avoid episodes of racism between guys or children, our prejudices and we can extend our cultural horizon. We won’t be afraid of foreign people.
- A better study of English and of the most important european languages , to be more advantaged when we will be abroad.
Enviroment
- Young people have to learn how to respect the enviroment and how to know the area in which they live and what it could offer them in the future.
- More right information about the present climatic and enviromental situation.
- Create a recycling programme, search an alternative power source and new solutions about the sustainable development of water, soil, air... .
- Promote the use of public transports to reduce the emissions of carbon dioxide.
- People have to be informed about security in dangerous situations and how to protect themselves or to help other poor people.
Politics
- Favour more meetings between young people of all Europe, setting up events like this project or other cultural celebrations.
- A greater patnership between european nations to favour the diplomacy and debetes between politicians.
- Favour the dialogue between young people and politicians because their taken decisions have repercussions on us and on our future.
- There should be a better knowledge about science, medicine, neoroscience, actuality ... .
__________________________________________________________________________________
Giulia Raggi
Communication
I believe that one of the biggest pillars on which the "society of knowledge" should be based is communication. We, citizens of Europe, must work hard together, and I think the better way to do that is discussing. Exchanging opinions, points of view, discussing and giving advice about what we have to change, improve or introduce in every field (Science, Society, Culture, Education and so on) are what we must do to create our society.
Knowledge
I would divide this pillar in two points:
-Kwowledge of foreign languages to communicate;
-Knowledge "the others".
What I mean is:
-as we cannot coomunicate in many different languages, we must learn, as if it were our mother language, English.
We have to be able to express our opinion and listen to other citizens in English, find solutions in English, discussing in English.
All schools should teach English starting from 6-year-old students for more hours a week than now. English should be considered not only a school subject, but a way, a mean of communication and should be spoken and understood by everyone.
-We can't say "we are Europe" if we don't know each other. As a matter of fact, it can be possible. We can know citizens of Europe if we study their history, their backgrounds, their country and cities geographically, if we visit their countries and learn their lifestyle and talk with them as much as possible. This can happen thanks to an exchange of e-mails (or letters) and some meetings, where young people can discuss and learn those values that in many countries are lost. First of all, we have to learn to respect others and defeat racism, prejudices and xenophobia.
__________________________________________________________________________________
Lorenzo Casadei
- Semplicity is the better way to give information; if we create clear raccomandations, we'll be understood better.
- Mathematics in the future of our society, so in order to create an effcient society we have to put attention on mathematics.
- Curiosity is the base of the research. Without curiosity, there won't be any progress.
- in order to create a knowledge society we have to consider the differnt types of culture we have, also because every country has the own culture.
_________________________________________________________________________________
Lorenzo Valzania
1)To promote communication among young Europeans through blogs where you can also interact directly and informally with personalities such as researchers. At the same time the quality of the conversations should be kept good, trusting in the good sense of the bloggers.
2)As suggested by Dr. Beccari, we should make young people aware of all the resources that territory provides. Therefore, we should set up times at school in which the meanings of important terms such as patent, business, technology, resource, innovation are explained.
3) Follows directly from 2) that new generations must be given responsibility, to make them understand that an approach to Knowledge (not only strictly scientific) is a civic duty to make a European knowledge-based society.
Some suggestions about knowledge
The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.
A suggestions about economics
We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.
A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.
A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.
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Giulia Guidazzi
School and education
- In Europe there are lots of guys who have got problems in the society in which they live because of poverty, family hardships and other problematic backgrounds . These teen-agers could put themselves on the wrong track ( drug, underworld, thefts...) if nobody helps them. School and teachers must help these people economically and socially, giving free course books, assistance and a good education.
- In schools young people have to study more the present main themes.
- There should be more chances to do intercultural changes during the school year or the summer.
- To issue new laws to protect school and students: general knowledge and education are our background for the future.
Europe
- A better knowledge of culture, society and costums of nations that belong to Europe: in this way we can avoid episodes of racism between guys or children, our prejudices and we can extend our cultural horizon. We won’t be afraid of foreign people.
- A better study of English and of the most important european languages , to be more advantaged when we will be abroad.
Enviroment
- Young people have to learn how to respect the enviroment and how to know the area in which they live and what it could offer them in the future.
- More right information about the present climatic and enviromental situation.
- Create a recycling programme, search an alternative power source and new solutions about the sustainable development of water, soil, air... .
- Promote the use of public transports to reduce the emissions of carbon dioxide.
- People have to be informed about security in dangerous situations and how to protect themselves or to help other poor people.
Politics
- Favour more meetings between young people of all Europe, setting up events like this project or other cultural celebrations.
- A greater patnership between european nations to favour the diplomacy and debetes between politicians.
- Favour the dialogue between young people and politicians because their taken decisions have repercussions on us and on our future.
- There should be a better knowledge about science, medicine, neoroscience, actuality ... .
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Giulia Raggi
Communication
I believe that one of the biggest pillars on which the "society of knowledge" should be based is communication. We, citizens of Europe, must work hard together, and I think the better way to do that is discussing. Exchanging opinions, points of view, discussing and giving advice about what we have to change, improve or introduce in every field (Science, Society, Culture, Education and so on) are what we must do to create our society.
Knowledge
I would divide this pillar in two points:
-Kwowledge of foreign languages to communicate;
-Knowledge "the others".
What I mean is:
-as we cannot coomunicate in many different languages, we must learn, as if it were our mother language, English.
We have to be able to express our opinion and listen to other citizens in English, find solutions in English, discussing in English.
All schools should teach English starting from 6-year-old students for more hours a week than now. English should be considered not only a school subject, but a way, a mean of communication and should be spoken and understood by everyone.
-We can't say "we are Europe" if we don't know each other. As a matter of fact, it can be possible. We can know citizens of Europe if we study their history, their backgrounds, their country and cities geographically, if we visit their countries and learn their lifestyle and talk with them as much as possible. This can happen thanks to an exchange of e-mails (or letters) and some meetings, where young people can discuss and learn those values that in many countries are lost. First of all, we have to learn to respect others and defeat racism, prejudices and xenophobia.
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Lorenzo Casadei
- Semplicity is the better way to give information; if we create clear raccomandations, we'll be understood better.
- Mathematics in the future of our society, so in order to create an effcient society we have to put attention on mathematics.
- Curiosity is the base of the research. Without curiosity, there won't be any progress.
- in order to create a knowledge society we have to consider the differnt types of culture we have, also because every country has the own culture.
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Lorenzo Valzania
1)To promote communication among young Europeans through blogs where you can also interact directly and informally with personalities such as researchers. At the same time the quality of the conversations should be kept good, trusting in the good sense of the bloggers.
2)As suggested by Dr. Beccari, we should make young people aware of all the resources that territory provides. Therefore, we should set up times at school in which the meanings of important terms such as patent, business, technology, resource, innovation are explained.
3) Follows directly from 2) that new generations must be given responsibility, to make them understand that an approach to Knowledge (not only strictly scientific) is a civic duty to make a European knowledge-based society.
Francesco Furno: some suggestions about knowledge
The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.
A suggestions about economics
We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.
A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.
A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.
A suggestions about economics
We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.
A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.
A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.
Verbale del meeting del 12 ottobre a Parigi
Proponiamo ora il resoconto del meeting di Domenica 12 ottobre che si è tenuto nel palazzo dove ha sede l’Associazione Francese des Petits Debrouillards dalle ore 10.00 alle ore 17.30 circa.
- Al meeting erano presenti: Francesco ed Elena per il pannello italiano; Bruno e Ana per il pannello portoghese; Amerie e Olivia per il pannello francese; Nina per il pannello tedesco; Morgan e Peter per il pannello belga; Jim, il rappresentante adulto del pannello dei ragazzi inglesi; Frederique, una delle organizzatrici del progetto (francese); Lionel, il coordinatore del progetto (francese).
- Lionel ha introdotto il programma della giornata:
- presentation of our panel;
- -what we did as a panel;
- -what we did not do as a panel;
- -what things are going to happen in our panel and what plans we have;
- -who we met;
- -understand global issues of the panels.
- La prima questione che dobbiamo riferirvi è quella del pannello inglese: Jim ha iniziato la sua presentazione descrivendoci il lavoro della sua organizzazione. Egli lavora con giovani ragazzi dell'età di circa 15-16 anni “socially excluded”, cioè che vivono in condizioni disagiate e al margine della società a causa di: povertà, problemi familiari, bullismo, backgrounds problematici. Essi si ritrovano quindi coinvolti nel panorama criminale, abbandonano il percorso scolastico e non sono in nessun modo tutelati dallo Stato. E' evidente che questi ragazzi non hanno la possibilità di interagire con e prendere parte alla società in cui vivono. Essi precipitano nell'uso di droghe, si ritrovano spesso in prigione o, in alcuni casi, si perde persino traccia di loro. Alcuni di loro desidererebbero costruirsi un futuro, avere una famiglia, “they are inspired”, come ha detto Jim. Molti di loro non sono mai nemmeno saliti su un treno, ci sono molti problemi organizzativi negli spostamenti e nella gestione di ogni movimenti con questi giovani, che non sono “young”, ma sono “children”. Per queste ragioni è venuto Jim in loro rappresentanza in questo meeting preliminare e durante la settimana della Scienza (20-28 ottobre) saranno presenti solo per qualche giorno. La cosa veramente importante da comprendere e che abbiamo il compito di riferire è che essi partecipano simbolicamente come emblema di quella parte, molto vasta, di ragazzi in Europa che non hanno le stesse opportunità di ragazzi come, per esempio, noi di essere tutelati, ascoltati e resi partecipi nei processi della società. Il loro compito è “to remind” a tutti noi che non dobbiamo dimenticare questa relativamente grande porzione di giovani nel nostro progetto di costruzione della società europea della conoscenza da parte dei giovani. Questi giovani hanno bisogno di tutela prima di tutto per i loro bisogni primari, cioè rimanda ad una discreta necessità economica e, in secondo luogo, essi dovrebbero avere la possibilità come gli altri di entrare negli ingranaggi di questa nuova società evoluta che si profila all'orizzonte. Quindi, la richiesta che è stata mossa a tutti i panels è di elaborare almeno un suggerimento che tenga conto della condizione di questi ragazzi, partendo dell'esempio del pannello inglese.
- E' perfettamente normale che non abbiamo ancora elaborato le 20 raccomandazioni. Infatti, la produzione delle raccomandazioni inizia ora, dopo il confronto tra i vari panels e il briefing sulle linee guida da seguire che esporremo in seguito. Per quanto riguarda le raccomandazioni, è necessario arrivare a Parigi con le idee molto chiare e quasi tutte le raccomandazioni già scritte. Sarà possibile, in una prima parte della settimana elaborare o rifinire le ultime raccomandazioni insieme agli altri panel e, successivamente, nella giornata di Domenica sarà organizzata una enorme assemblea di tre ore con tutti i panels dove verranno stabilite le 20 raccomandazioni finali e definitive da presentare ai commissari europei.
- Sebbene abbiamo riscontrato una grande omogeneità riguardo ai contenuti e agli argomenti trattati, ci sono stati due modi di procedere durante il percorso svolto fino ad ora: il primo, il nostro, quello di aver elaborato numerosi testi/saggi in cui erano larvatamente contenuti i vari concetti (values); il secondo modo consiste, come ha fatto il pannello portoghese, nel realizzare direttamente le raccomandazioni (che riporteremo successivamente) esplicitando i vari concetti. Entrambi i modi di lavorare necessitano della concretizzazione finale.
- Riportiamo ora la premessa principale: questo progetto è visto dai commissari europei e dai politici come una grande operazione di facciata, legata ad un certo tipo di marketing, che non tiene quindi conto, ma, al contrario, svaluta i contenuti realizzati. Ecco perchè, come diceva Nadia, più diamo forma concreta ai nostri pensieri (saggi, testi, sommari, ecc...), più rendiamo i nostri concetti chiari, più li riconduciamo alla loro essenza/radice reale, meno possibilità ci saranno di sminuire il lavoro fatto dai pannelli. Lionel, stufo di veder catalogato il pensiero dei giovani come povero, semplice, “stupid”, ci chiede a tutti i costi di essere il più possibile incisivi.
- Ecco alcune linee guida pratiche che ci sono state fornite:
- la prima cosa fondamentale da ricordare è che il progetto si intitola “I giovani nella costruzione di una società europea della conoscenza”, pertanto siamo chiamati a riflettere e ad elaborare raccomandazioni in cui la parola giovani sia rigorosamente contenuta. Infatti – ha specificato Lionel - non è necessario ai fini del progetto, per esempio, conoscere il modo di funzionamento della metodologia scientifica a meno che essa non sia in qualche modo riconducibile alle problematiche che noi, come giovani, percepiamo. Ci siamo quindi sentiti particolarmente chiamati in causa poiché, sebbene sia stato interessante e formativo – come ha infatti affermato Lionel – un lavoro di approfondimento generale dei concetti come il nostro, esso non ha tenuto abbastanza in considerazione il fatto che ogni idea deve essere collegata alla parola giovani. Quindi, per capirci, secondo il nostro parere (Francesco ed Elena), discutere sulla differenza tra ricerca di base e ricerca applicata, sebbene sia fondamentale per la nostra formazione personale, non rientra direttamente nelle richieste del progetto, a meno che qualcuno non ne dimostri il legame.
- -La seconda linea guida riguarda la formulazione delle raccomandazioni: le raccomandazioni devono essere il più possibile sintetiche e immediate; non devono contenere concetti vaghi o di cui non si ha reale padronanza perchè sarebbe inutile; è preferibile accompagnare un esempio semplice ma concreto al fine di dimostrare l'attualità e la veridicità dell'idea contenuta nella raccomandazione; in generale, ogni raccomandazione deve avere una ripercussione applicativa, cioè, dalla raccomandazione viene emanata una precisa richiesta da parte di noi giovani; le raccomandazioni devono essere generalmente condivise, sebbene sia possibile presentare idee condivise solo da parte dei giovani (preferibilmente specificandolo) o idee che, sebbene non si conosca una effettiva applicazione, sono ritenute altamente utili e significative.
- Infine, dato che ogni concetto, come potrebbe essere per esempio “informazione”, viene utilizzato nelle raccomandazioni con una precisa accezione prestabilita, è possibile realizzare una sorta di “premessa” che specifichi con assoluta chiarezza con quali implicazioni tale termine è riportato. Tale premessa (o cornice) va anteposta alla raccomandazione (non abbiamo ben capito se deve essere posta nella prima parte della raccomandazione o come premessa generale alle raccomandazioni).
- Data la natura eterogenea delle nazioni presenti nell'Ue e partecipanti a questo progetto potranno essere riscontrabili due tipologie di raccomandazioni:
- la prima, come quella del nostro pannello, che mira ad uno sviluppo dell'intera comunità con un profondo lavoro concettuale volto al miglioramento e allo sviluppo;
- -la seconda, propria di paesi entrati più recentemente nell'Ue e per vari motivi molto differenti sotto il profilo dello sviluppo interno, richiede ad alta voce la possibilità di raggiungere le stesse condizioni di sviluppo dei paesi sulla “cresta dell'onda” (Furno), come il nostro.
- Infine, siamo stati messi al corrente che il 14 novembre 2008, davanti ai commissari europei, a premi nobel, al ministro francese per la comunicazione e ad altri onorevoli esponenti qualificati nel settore, avverrà l'ufficiale presentazione e considerazione del lavoro realizzato in tutti questi mesi, culminato con la produzione delle raccomandazioni. In sostanza, in questa data saranno prese in considerazione le raccomandazioni prodotte dai 27 panels. Per tale circostanza, sebbene sia ancora prematura la notizia, è stata richiesta la partecipazione di 1 o 2 rappresentanti per ogni panel che giungano per presenziare l'evento.
- Come già accennato da Nadia, gli organizzatori del progetto hanno accennato ad un possibile proseguimento del progetto. La notizia è ancora però estremamente nebulosa.
Rimane ora da affidare un compito a tutti quanti:
dato che ci è stato richiesto un resoconto estremamente sintetico e sommario, stile raccomandazioni, dei concetti da noi, come pannello italiano, toccati in questi mesi per poterli poi condividere con gli altri panels e intraprendere un concreto lavoro di squadra, è necessario:
- che ognuno vada a ripescare gli articoli, i testi, i saggi, i riassunti da egli stesso realizzati e che estrapoli in maniera chiara e sintetica i concetti principali e li formuli in frasi semplici (una o due righe) in lingua inglese.
- che completi questo lavoro entro martedì sera e lo invii a Nadia che lo girerà poi a Lionel.
Capiamo che è un lavoro impegnativo e faticoso per tutto. Tuttavia il tempo rimasto è sempre meno ed è necessario fare un sacrificio per arrivare preparati, cosa che ora non siamo. Inoltre, dobbiamo iniziare a pensare già a come esprimerci in lingua inglese, a cercare le parole che riteniamo più idonee in lingua inglese poiché non ci saranno altre possibilità di comunicazione se non in inglese. Non è stato facile esprimere le nostre idee in inglese, ma ce l'abbiamo fatta. Abbiamo parlato inglese per tre giorni. Il suggerimento è appunto di iniziare già a concepire i nostri concetti in lingua inglese ora che siamo ancora in Italia e abbiamo la possibilità di verificarli, perchè poi non ce ne saranno altre (Francesco Furno ed Elena Rinaldi)
- Al meeting erano presenti: Francesco ed Elena per il pannello italiano; Bruno e Ana per il pannello portoghese; Amerie e Olivia per il pannello francese; Nina per il pannello tedesco; Morgan e Peter per il pannello belga; Jim, il rappresentante adulto del pannello dei ragazzi inglesi; Frederique, una delle organizzatrici del progetto (francese); Lionel, il coordinatore del progetto (francese).
- Lionel ha introdotto il programma della giornata:
- presentation of our panel;
- -what we did as a panel;
- -what we did not do as a panel;
- -what things are going to happen in our panel and what plans we have;
- -who we met;
- -understand global issues of the panels.
- La prima questione che dobbiamo riferirvi è quella del pannello inglese: Jim ha iniziato la sua presentazione descrivendoci il lavoro della sua organizzazione. Egli lavora con giovani ragazzi dell'età di circa 15-16 anni “socially excluded”, cioè che vivono in condizioni disagiate e al margine della società a causa di: povertà, problemi familiari, bullismo, backgrounds problematici. Essi si ritrovano quindi coinvolti nel panorama criminale, abbandonano il percorso scolastico e non sono in nessun modo tutelati dallo Stato. E' evidente che questi ragazzi non hanno la possibilità di interagire con e prendere parte alla società in cui vivono. Essi precipitano nell'uso di droghe, si ritrovano spesso in prigione o, in alcuni casi, si perde persino traccia di loro. Alcuni di loro desidererebbero costruirsi un futuro, avere una famiglia, “they are inspired”, come ha detto Jim. Molti di loro non sono mai nemmeno saliti su un treno, ci sono molti problemi organizzativi negli spostamenti e nella gestione di ogni movimenti con questi giovani, che non sono “young”, ma sono “children”. Per queste ragioni è venuto Jim in loro rappresentanza in questo meeting preliminare e durante la settimana della Scienza (20-28 ottobre) saranno presenti solo per qualche giorno. La cosa veramente importante da comprendere e che abbiamo il compito di riferire è che essi partecipano simbolicamente come emblema di quella parte, molto vasta, di ragazzi in Europa che non hanno le stesse opportunità di ragazzi come, per esempio, noi di essere tutelati, ascoltati e resi partecipi nei processi della società. Il loro compito è “to remind” a tutti noi che non dobbiamo dimenticare questa relativamente grande porzione di giovani nel nostro progetto di costruzione della società europea della conoscenza da parte dei giovani. Questi giovani hanno bisogno di tutela prima di tutto per i loro bisogni primari, cioè rimanda ad una discreta necessità economica e, in secondo luogo, essi dovrebbero avere la possibilità come gli altri di entrare negli ingranaggi di questa nuova società evoluta che si profila all'orizzonte. Quindi, la richiesta che è stata mossa a tutti i panels è di elaborare almeno un suggerimento che tenga conto della condizione di questi ragazzi, partendo dell'esempio del pannello inglese.
- E' perfettamente normale che non abbiamo ancora elaborato le 20 raccomandazioni. Infatti, la produzione delle raccomandazioni inizia ora, dopo il confronto tra i vari panels e il briefing sulle linee guida da seguire che esporremo in seguito. Per quanto riguarda le raccomandazioni, è necessario arrivare a Parigi con le idee molto chiare e quasi tutte le raccomandazioni già scritte. Sarà possibile, in una prima parte della settimana elaborare o rifinire le ultime raccomandazioni insieme agli altri panel e, successivamente, nella giornata di Domenica sarà organizzata una enorme assemblea di tre ore con tutti i panels dove verranno stabilite le 20 raccomandazioni finali e definitive da presentare ai commissari europei.
- Sebbene abbiamo riscontrato una grande omogeneità riguardo ai contenuti e agli argomenti trattati, ci sono stati due modi di procedere durante il percorso svolto fino ad ora: il primo, il nostro, quello di aver elaborato numerosi testi/saggi in cui erano larvatamente contenuti i vari concetti (values); il secondo modo consiste, come ha fatto il pannello portoghese, nel realizzare direttamente le raccomandazioni (che riporteremo successivamente) esplicitando i vari concetti. Entrambi i modi di lavorare necessitano della concretizzazione finale.
- Riportiamo ora la premessa principale: questo progetto è visto dai commissari europei e dai politici come una grande operazione di facciata, legata ad un certo tipo di marketing, che non tiene quindi conto, ma, al contrario, svaluta i contenuti realizzati. Ecco perchè, come diceva Nadia, più diamo forma concreta ai nostri pensieri (saggi, testi, sommari, ecc...), più rendiamo i nostri concetti chiari, più li riconduciamo alla loro essenza/radice reale, meno possibilità ci saranno di sminuire il lavoro fatto dai pannelli. Lionel, stufo di veder catalogato il pensiero dei giovani come povero, semplice, “stupid”, ci chiede a tutti i costi di essere il più possibile incisivi.
- Ecco alcune linee guida pratiche che ci sono state fornite:
- la prima cosa fondamentale da ricordare è che il progetto si intitola “I giovani nella costruzione di una società europea della conoscenza”, pertanto siamo chiamati a riflettere e ad elaborare raccomandazioni in cui la parola giovani sia rigorosamente contenuta. Infatti – ha specificato Lionel - non è necessario ai fini del progetto, per esempio, conoscere il modo di funzionamento della metodologia scientifica a meno che essa non sia in qualche modo riconducibile alle problematiche che noi, come giovani, percepiamo. Ci siamo quindi sentiti particolarmente chiamati in causa poiché, sebbene sia stato interessante e formativo – come ha infatti affermato Lionel – un lavoro di approfondimento generale dei concetti come il nostro, esso non ha tenuto abbastanza in considerazione il fatto che ogni idea deve essere collegata alla parola giovani. Quindi, per capirci, secondo il nostro parere (Francesco ed Elena), discutere sulla differenza tra ricerca di base e ricerca applicata, sebbene sia fondamentale per la nostra formazione personale, non rientra direttamente nelle richieste del progetto, a meno che qualcuno non ne dimostri il legame.
- -La seconda linea guida riguarda la formulazione delle raccomandazioni: le raccomandazioni devono essere il più possibile sintetiche e immediate; non devono contenere concetti vaghi o di cui non si ha reale padronanza perchè sarebbe inutile; è preferibile accompagnare un esempio semplice ma concreto al fine di dimostrare l'attualità e la veridicità dell'idea contenuta nella raccomandazione; in generale, ogni raccomandazione deve avere una ripercussione applicativa, cioè, dalla raccomandazione viene emanata una precisa richiesta da parte di noi giovani; le raccomandazioni devono essere generalmente condivise, sebbene sia possibile presentare idee condivise solo da parte dei giovani (preferibilmente specificandolo) o idee che, sebbene non si conosca una effettiva applicazione, sono ritenute altamente utili e significative.
- Infine, dato che ogni concetto, come potrebbe essere per esempio “informazione”, viene utilizzato nelle raccomandazioni con una precisa accezione prestabilita, è possibile realizzare una sorta di “premessa” che specifichi con assoluta chiarezza con quali implicazioni tale termine è riportato. Tale premessa (o cornice) va anteposta alla raccomandazione (non abbiamo ben capito se deve essere posta nella prima parte della raccomandazione o come premessa generale alle raccomandazioni).
- Data la natura eterogenea delle nazioni presenti nell'Ue e partecipanti a questo progetto potranno essere riscontrabili due tipologie di raccomandazioni:
- la prima, come quella del nostro pannello, che mira ad uno sviluppo dell'intera comunità con un profondo lavoro concettuale volto al miglioramento e allo sviluppo;
- -la seconda, propria di paesi entrati più recentemente nell'Ue e per vari motivi molto differenti sotto il profilo dello sviluppo interno, richiede ad alta voce la possibilità di raggiungere le stesse condizioni di sviluppo dei paesi sulla “cresta dell'onda” (Furno), come il nostro.
- Infine, siamo stati messi al corrente che il 14 novembre 2008, davanti ai commissari europei, a premi nobel, al ministro francese per la comunicazione e ad altri onorevoli esponenti qualificati nel settore, avverrà l'ufficiale presentazione e considerazione del lavoro realizzato in tutti questi mesi, culminato con la produzione delle raccomandazioni. In sostanza, in questa data saranno prese in considerazione le raccomandazioni prodotte dai 27 panels. Per tale circostanza, sebbene sia ancora prematura la notizia, è stata richiesta la partecipazione di 1 o 2 rappresentanti per ogni panel che giungano per presenziare l'evento.
- Come già accennato da Nadia, gli organizzatori del progetto hanno accennato ad un possibile proseguimento del progetto. La notizia è ancora però estremamente nebulosa.
Rimane ora da affidare un compito a tutti quanti:
dato che ci è stato richiesto un resoconto estremamente sintetico e sommario, stile raccomandazioni, dei concetti da noi, come pannello italiano, toccati in questi mesi per poterli poi condividere con gli altri panels e intraprendere un concreto lavoro di squadra, è necessario:
- che ognuno vada a ripescare gli articoli, i testi, i saggi, i riassunti da egli stesso realizzati e che estrapoli in maniera chiara e sintetica i concetti principali e li formuli in frasi semplici (una o due righe) in lingua inglese.
- che completi questo lavoro entro martedì sera e lo invii a Nadia che lo girerà poi a Lionel.
Capiamo che è un lavoro impegnativo e faticoso per tutto. Tuttavia il tempo rimasto è sempre meno ed è necessario fare un sacrificio per arrivare preparati, cosa che ora non siamo. Inoltre, dobbiamo iniziare a pensare già a come esprimerci in lingua inglese, a cercare le parole che riteniamo più idonee in lingua inglese poiché non ci saranno altre possibilità di comunicazione se non in inglese. Non è stato facile esprimere le nostre idee in inglese, ma ce l'abbiamo fatta. Abbiamo parlato inglese per tre giorni. Il suggerimento è appunto di iniziare già a concepire i nostri concetti in lingua inglese ora che siamo ancora in Italia e abbiamo la possibilità di verificarli, perchè poi non ce ne saranno altre (Francesco Furno ed Elena Rinaldi)
Meeting del 12 ottobre a Parigi: il programma del viaggio
- Venerdì sera partenza da Cesena, ore 20.13
- Arrivo a Bologna , ore 21.15
- Cambio treno e partenza da Bologna, ore 22:15 (10 minuti di ritardo)
- Viaggio durante la notte in cabina con cuccette, arrivo a Parigi Bercy ore 09:45
- Entrata nella Metro e chiamata a Tamer per ricevere istruzioni
- Acquisto biglietti e spostamento con la metro fino a Porte de la Villette dove è situata la “Città della Scienza e dell'Industria”
- Ricerca di Tamer all'interno della City. Dopo qualche tumulto troviamo Tamer: egli prende il bagaglio di Francesco e ci accompagna alla fermata della linea Autobus e ci fornisce le istruzioni per giungere a casa di Sophie nella quale dobbiamo lasciare il bagaglio di Elena.
- Verso le 12.00 arriviamo a casa di Sophie, in Auberville un subborgo periferico di Parigi. Lasciamo il bagaglio di Elena e ci diamo appuntamento per le 19:00 in un ristorante del centro.
- Prendiamo la metropolitana e ci rechiamo alla fermata di Chatelet, nel pieno centro di Parigi, e iniziamo una perlustrazione della zona che comprende l'osservazione delle Isole al centro della Senna (dove tra l'altro di trova Notrè Dame) e la zona circostante. Troviamo un ristorante per pranzare alle 14:45 circa. Assaggiamo pietanze francesi. Dopo il pranzo ci rimettiamo in cammino e ci dirigiamo verso l'università Sorbona e il Pantheon e cogliamo l'occasione anche per dare un'occhiata a qualche negozio.
- Alle 19:00 ci rechiamo nel ristorante “Le Fresque”, dove avevamo appuntamento con la comitiva del progetto. Ad attenderci ci sono due ragazzi del pannello portoghese, Bruno (21anni) e Ana (18anni). Dopo arrivano in successione: Frederique (una ragazza, organizzatrice del progetto) e la sua coinquilina; Virginie, moglie di Tamer; Nina (17anni), la ragazza in rappresentanza del pannello tedesco e Lionel, la mente dell'organizzazione del progetto; due ragazzi francesi, Amerie (21anni) e Olivia(16anni). Durante la cena, gentilmente offerta, abbiamo avuto la possibilità di fare la prima conoscenza e di capire l'organizzazione dei ragazzi per il progetto. A parte la loro migliore organizzazione nello spostamento, è emerso che il gruppo italiano risulta essere quello più omogeneo e affiatato: infatti, i ragazzi degli altri panels provengono da scuole, città, regioni differenti e hanno meno occasioni di coinvolgimento reciproco. In ogni caso il lavoro fatto dai vari panels sembra procedere nella medesima direzione.
- Nina ha passato la notte come ospite a casa di Lionel; i due ragazzi francesi e i due ragazzi portoghesi sono invece stati ospiti a casa di Frederique; Elena è stata ospitata a casa di Sophie e Francesco a casa di Tamer e Virginie. Tutti ci siamo spostati in metro.
- La mattina dopo il meeting ha avuto sede nel palazzo del progetto “Le Petits Debrouillard”, situato vicino alla “Città della Scienza e dell'Industria” alle ore 10.00.
- Due ragazzi del pannello del Belgio, Morgan e Peter, ci hanno raggiunti al meeting che è durato fino alle 17.30 circa, ed è stato interrotto per il pranzo dalle 13.30 alle 14.45 in un ristorante italiano, dove Francesco ha obbligato i ragazzi degli altri panels a provare la cucina italiana, con discreto successo. In generale il clima era molto positivo e si è lavorato seriamente con grande disinvoltura.
- Al termine del meeting, Nina e Morgan sono ripartite immediatamente, mentre noi e i ragazzi restanti siamo andati a visitare “La Città della Scienza e dell'Industria” e abbiamo avuto l'occasione di trascorre un piacevole fine pomeriggio.
- Dopo di che, assieme a Sophie e a Frederique siamo andati all'esplorazione di una delle parti più tipiche di Parigi: Montmartre, conosciuto anche come il quartiere degli artisti. Abbiamo avuto l'occasione di degustare crepes, gauffres e altre particolarità francesi. Abbiamo fatto una lunga passeggiata per queste calde e accoglienti vie parigine e infine siamo andati a cenare in un ristorante molto appartato, estremamente accogliente e tappezzato ai muri di disegni, stampe, poster e fotografie in pieno stile Vintage raffiguranti le grandi attrazioni della città come il Moulin Rouge. Dopo cena abbiamo proseguito la passeggiata, abbiamo preso la metropolitana e ci siamo diretti all'esplorazione delle vie dedicate alla vita mondana: Sexy shop, Sexy pub, il “Moulin Rouge”, la discoteca “Le Folies de Pigalle”. Dopo di che ci siamo diretti ognuno ai rispettivi alloggi e abbiamo salutato gli altri ragazzi, con un leggero pizzico di amarezza. Siamo ritornati agli alloggi alle 23.30 circa.
- Sveglia alle ore 6.00 e appuntamento alla fermata della Metro vicino a casa di Tamer alle ore 7.00. Di lì, dopo aver salutato Sophie, ci siamo diretti verso la stazione “Gare de Lyon” dove abbiamo preso il treno per Milano Centrale alle ore 07.42.
- Siamo arrivati a Milano alle ore 15.30 e abbiamo preso il treno intercity per Cesena alle ore 16..05. L'arrivo a Cesena è previsto per le ore 19.15.
- Nel treno abbiamo elaborato questo riassunto delle tappe del viaggio e le istruzioni pratiche che ci sono state suggerite (imposte) durante il meeting di Domenica. (Francesco Furno ed Elena Rinaldi)
- Arrivo a Bologna , ore 21.15
- Cambio treno e partenza da Bologna, ore 22:15 (10 minuti di ritardo)
- Viaggio durante la notte in cabina con cuccette, arrivo a Parigi Bercy ore 09:45
- Entrata nella Metro e chiamata a Tamer per ricevere istruzioni
- Acquisto biglietti e spostamento con la metro fino a Porte de la Villette dove è situata la “Città della Scienza e dell'Industria”
- Ricerca di Tamer all'interno della City. Dopo qualche tumulto troviamo Tamer: egli prende il bagaglio di Francesco e ci accompagna alla fermata della linea Autobus e ci fornisce le istruzioni per giungere a casa di Sophie nella quale dobbiamo lasciare il bagaglio di Elena.
- Verso le 12.00 arriviamo a casa di Sophie, in Auberville un subborgo periferico di Parigi. Lasciamo il bagaglio di Elena e ci diamo appuntamento per le 19:00 in un ristorante del centro.
- Prendiamo la metropolitana e ci rechiamo alla fermata di Chatelet, nel pieno centro di Parigi, e iniziamo una perlustrazione della zona che comprende l'osservazione delle Isole al centro della Senna (dove tra l'altro di trova Notrè Dame) e la zona circostante. Troviamo un ristorante per pranzare alle 14:45 circa. Assaggiamo pietanze francesi. Dopo il pranzo ci rimettiamo in cammino e ci dirigiamo verso l'università Sorbona e il Pantheon e cogliamo l'occasione anche per dare un'occhiata a qualche negozio.
- Alle 19:00 ci rechiamo nel ristorante “Le Fresque”, dove avevamo appuntamento con la comitiva del progetto. Ad attenderci ci sono due ragazzi del pannello portoghese, Bruno (21anni) e Ana (18anni). Dopo arrivano in successione: Frederique (una ragazza, organizzatrice del progetto) e la sua coinquilina; Virginie, moglie di Tamer; Nina (17anni), la ragazza in rappresentanza del pannello tedesco e Lionel, la mente dell'organizzazione del progetto; due ragazzi francesi, Amerie (21anni) e Olivia(16anni). Durante la cena, gentilmente offerta, abbiamo avuto la possibilità di fare la prima conoscenza e di capire l'organizzazione dei ragazzi per il progetto. A parte la loro migliore organizzazione nello spostamento, è emerso che il gruppo italiano risulta essere quello più omogeneo e affiatato: infatti, i ragazzi degli altri panels provengono da scuole, città, regioni differenti e hanno meno occasioni di coinvolgimento reciproco. In ogni caso il lavoro fatto dai vari panels sembra procedere nella medesima direzione.
- Nina ha passato la notte come ospite a casa di Lionel; i due ragazzi francesi e i due ragazzi portoghesi sono invece stati ospiti a casa di Frederique; Elena è stata ospitata a casa di Sophie e Francesco a casa di Tamer e Virginie. Tutti ci siamo spostati in metro.
- La mattina dopo il meeting ha avuto sede nel palazzo del progetto “Le Petits Debrouillard”, situato vicino alla “Città della Scienza e dell'Industria” alle ore 10.00.
- Due ragazzi del pannello del Belgio, Morgan e Peter, ci hanno raggiunti al meeting che è durato fino alle 17.30 circa, ed è stato interrotto per il pranzo dalle 13.30 alle 14.45 in un ristorante italiano, dove Francesco ha obbligato i ragazzi degli altri panels a provare la cucina italiana, con discreto successo. In generale il clima era molto positivo e si è lavorato seriamente con grande disinvoltura.
- Al termine del meeting, Nina e Morgan sono ripartite immediatamente, mentre noi e i ragazzi restanti siamo andati a visitare “La Città della Scienza e dell'Industria” e abbiamo avuto l'occasione di trascorre un piacevole fine pomeriggio.
- Dopo di che, assieme a Sophie e a Frederique siamo andati all'esplorazione di una delle parti più tipiche di Parigi: Montmartre, conosciuto anche come il quartiere degli artisti. Abbiamo avuto l'occasione di degustare crepes, gauffres e altre particolarità francesi. Abbiamo fatto una lunga passeggiata per queste calde e accoglienti vie parigine e infine siamo andati a cenare in un ristorante molto appartato, estremamente accogliente e tappezzato ai muri di disegni, stampe, poster e fotografie in pieno stile Vintage raffiguranti le grandi attrazioni della città come il Moulin Rouge. Dopo cena abbiamo proseguito la passeggiata, abbiamo preso la metropolitana e ci siamo diretti all'esplorazione delle vie dedicate alla vita mondana: Sexy shop, Sexy pub, il “Moulin Rouge”, la discoteca “Le Folies de Pigalle”. Dopo di che ci siamo diretti ognuno ai rispettivi alloggi e abbiamo salutato gli altri ragazzi, con un leggero pizzico di amarezza. Siamo ritornati agli alloggi alle 23.30 circa.
- Sveglia alle ore 6.00 e appuntamento alla fermata della Metro vicino a casa di Tamer alle ore 7.00. Di lì, dopo aver salutato Sophie, ci siamo diretti verso la stazione “Gare de Lyon” dove abbiamo preso il treno per Milano Centrale alle ore 07.42.
- Siamo arrivati a Milano alle ore 15.30 e abbiamo preso il treno intercity per Cesena alle ore 16..05. L'arrivo a Cesena è previsto per le ore 19.15.
- Nel treno abbiamo elaborato questo riassunto delle tappe del viaggio e le istruzioni pratiche che ci sono state suggerite (imposte) durante il meeting di Domenica. (Francesco Furno ed Elena Rinaldi)
lunedì 13 ottobre 2008
Le parole chiave dell'ultimo incontro
Nell'ultimo incontro di venerdì 10 ottobre, sono scaturite le seguenti parole chiave, su cui verteranno probabilmente la maggior parte dei nostri 20 suggerimenti. Nel frattempo aspettiamo anche il contributo che sicuramente Francesco ed Elena ci porteranno dopo il meeting di ieri!
Ecco le parole chiave:
** = sfere di potere (interesse)
Ecco le parole chiave:
Conoscenza
Informazione / divulgazione
Comunicazione/ linguaggio,metodi,vie,mezzo
Ricerca
Buon senso
Istruzione/educazione - attualità?
Responsabilità
Curiosità
Partecipazione
Economia
Politica**
Religione**
Lingue**
Emozioni libertà
Società europea
Dialogo
Cooperazione
Bisogno - fiducia
Scienza = garante dell’informazione scientifica
Critica
Territorio
Metodo
Cultura
Metodo scientifico - universale
** = sfere di potere (interesse)
venerdì 10 ottobre 2008
Problemi e spunti per creare una società della conoscenza
* Nei pannelli visitati delle altre nazioni sono sorti numerosi punti in riguardo all'ambiente,il clima ,la politica,bisognerebbe quindi ricercare dei suggerimenti anche su questi argomenti che abbiamo affrontato in minor modo.
Abbiamo parlato soprattutto di conoscenza,ricerca scientifica,società democratica e basata sulla scienza.
* Puo esistere una società della conoscenza?ci puo essere una conoscenza equa e paritaria in tutti gli stati?probabilmente no,ecco perchè si ha il rischio di un monopolio della conoscenza da parte di nazioni piu forti.
* puo esistere una societa della conoscenza composta da stati con una propria storia,cultura e tradizione?bisogna tener conto di questa diversità per creare l'unità.
* Conoscenza è strettamente legata a comunicazione,come fare comunicazione?bisogna creare dei rapporti tra la società e la cittadinanza scientifica:importanza della scuola.
* "La societa costituisce la conoscenza che gli individui di quella societa producono".tutte le persone devono partecipare alla diffusione della conoscenza asttraverso una formazione e un educazione di base.
* il cittadino deve riconoscere come suo dovere civico l'approcciarsi alla conoscenza scentifica.
* l'obiettivo è quello di creare una societa della conoscenza,basata cioe sulla scienza.In che modo si puo fare scienza?Scienza è buon senso applicato con rigore,ma quale buon senso?bisogna creare un buon senso unico e universale.
* ricerca di base e ricerca applicata:è importante supportare la ricerca attraverso investimenti monetari,ogni paese deve avere la possibilità di fare e sviluppare ricerca.
* bisogna mantenere vivo lo spirito scientifico,questo si manitene anche attraverso la critica ma per fare critica ci deessere una conoscenza di base e un informazione di base.
* Si necessità il bisogno di riviste che trattino scienza ad un giusto livello di comunicazione e comprensione.
* L'informazione spesse volte proviene dai mass media,la cui soglia critica si è notevolmente abbassata arrivando a parlare di una crisi dei mass media.E' importante che le persone siano informate adeguatamente poichè devono partecipare alla formazione di questa società per cui bisogna creare un nuovo canale di informazione,forse un unico canale x ttutte le nazioni.
* la scienza è cultura e il cittadino deve diventare knowledge able citizen.
* bisogna liberare la propria creatività sempre adottando un buon senso.
* la curiosità sta alla base della conoscenza,è importante quindi destare la curiosità dei cittadini e soprattutto dei giovani che rappresentano il futuro della nostra società.Come?rendendoli partecipi delle questioni riguardo la scienza ma anche sull'ambiente,la politica in modo da invitarli a partecipare in questo grande progetto (Elena Rinaldi).
Abbiamo parlato soprattutto di conoscenza,ricerca scientifica,società democratica e basata sulla scienza.
* Puo esistere una società della conoscenza?ci puo essere una conoscenza equa e paritaria in tutti gli stati?probabilmente no,ecco perchè si ha il rischio di un monopolio della conoscenza da parte di nazioni piu forti.
* puo esistere una societa della conoscenza composta da stati con una propria storia,cultura e tradizione?bisogna tener conto di questa diversità per creare l'unità.
* Conoscenza è strettamente legata a comunicazione,come fare comunicazione?bisogna creare dei rapporti tra la società e la cittadinanza scientifica:importanza della scuola.
* "La societa costituisce la conoscenza che gli individui di quella societa producono".tutte le persone devono partecipare alla diffusione della conoscenza asttraverso una formazione e un educazione di base.
* il cittadino deve riconoscere come suo dovere civico l'approcciarsi alla conoscenza scentifica.
* l'obiettivo è quello di creare una societa della conoscenza,basata cioe sulla scienza.In che modo si puo fare scienza?Scienza è buon senso applicato con rigore,ma quale buon senso?bisogna creare un buon senso unico e universale.
* ricerca di base e ricerca applicata:è importante supportare la ricerca attraverso investimenti monetari,ogni paese deve avere la possibilità di fare e sviluppare ricerca.
* bisogna mantenere vivo lo spirito scientifico,questo si manitene anche attraverso la critica ma per fare critica ci deessere una conoscenza di base e un informazione di base.
* Si necessità il bisogno di riviste che trattino scienza ad un giusto livello di comunicazione e comprensione.
* L'informazione spesse volte proviene dai mass media,la cui soglia critica si è notevolmente abbassata arrivando a parlare di una crisi dei mass media.E' importante che le persone siano informate adeguatamente poichè devono partecipare alla formazione di questa società per cui bisogna creare un nuovo canale di informazione,forse un unico canale x ttutte le nazioni.
* la scienza è cultura e il cittadino deve diventare knowledge able citizen.
* bisogna liberare la propria creatività sempre adottando un buon senso.
* la curiosità sta alla base della conoscenza,è importante quindi destare la curiosità dei cittadini e soprattutto dei giovani che rappresentano il futuro della nostra società.Come?rendendoli partecipi delle questioni riguardo la scienza ma anche sull'ambiente,la politica in modo da invitarli a partecipare in questo grande progetto (Elena Rinaldi).
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