giovedì 30 ottobre 2008

Impressioni

Eccoci qui, tornati tutti quanti a Cesena, nelle nostre case, nella nostra città, nel nostro stato di appartenenza.
Il progetto è stato veramente incredibile: ci ha dato la possibilità di scambiare opinioni, pensieri, entrare a contatto con diverse culture, e devo dire che tutto questo è stato a dir poco fantastico.



Non è qualcosa di comune che possa capitare tutti i giorni, essere ascoltati da persone interessate e non, politici, autorità, esperti, e coetanei da tutta l'Europa, ma è qualcosa che sicuramente ci ha dato forza e vigore, qualcosa che ci segnerà, e soprattutto in un prossimo futuro, potremo pensare di aver contribuito attivamente alla società della conoscenza.
Che dire, ringrazio tutti voi del pannello italiano, che siete stati fantastici, e che mi avete sopportato (per ben 10 giorni) e che mi avete conosciuto, e tutti gli altri ragazzi con i quali abbiamo avuto la possibilità di "lavorare" e soprattutto che abbiamo potuto incontrare.
Grazie a tutti.
Ilaria Faggiano

domenica 19 ottobre 2008

Science: a central moment with a room for doubts

Il primo dei due incontri con il dottor Teodoro Georgiadis della CNR , istituto di Biometeorologia, si è svolto presso la Sala Rossa del teatro San Biagio all’ insegna del tema del riscaldamento globale. Ciò che non ci aspettavamo erano le domande che il dottore ci ha posto subito all’ inizio della conferenza. É stato un dialogo davvero molto piacevole (confesso di essermi divertita una sacco!!): il punto di partenza è stato semplice, qual era il significato della parola antropogenico, cioè se le cause del cambiamento climatico derivano dalle attività umana . Per arrivare alla conclusione però abbiamo impiegato circa due ore passando attraverso numerosi argomenti.

- Il sapere scientifico è stato definito come un sapere profano. La scienza ha dentro sè una parte di religiosità? La risposta è stata questa: oggi , più che mai, la scienza si sta avvicinando alla religione. Infatti il consenso generale degli scienziati su un certo argomento non porta più al dibattito e allo scambio di opinioni ; colui che la pensa diversamente è automaticamente tagliato fuori e tutto ciò riflette il sistema religioso in cui tutti credeno ad una determinata cosa che viene presentata come vera dai servi di Dio.
- Il fatto che tutti siano d’ accordo viene inteso dalla popolazione come se su quel determinato argomento vi fosse una veritiera conoscenza e che ciò che è stato detto è verità. Ma la realtà non è così: come diceva Socrate, il vero sapiente e conoscitore è colui che ‘ sa di non sapere’ e lo stesso vale per la scienza: essa ha in sè una camera per i dubbi.
- Ma questa ‘room of doubts’ che cosa rappresenta? Iniziamo spiegando la differenza tra ricerca di base, ricerca applicata e ricerca finalizzata . La prima ha come obiettivo primario l'avanzamento della conoscenza ed è esplorativa e spesso guidata dalla curiosità, dall'interesse e dall'intuito del ricercatore, condotta senza uno scopo pratico in mente. La ricerca applicata , diversa da quella finalizzata, ha come obiettivo lo sfruttamento della conoscenza a fini pratici e viene eseguita in ambiente industriale oppure in università con finanziamenti provenienti da industrie interessate. Infine quella finalizzata ha uno scopo da raggiungere già da prima che la ricerca inizi: infatti politici o industriali commissionano agli scienziati un lavoro e si aspettanano che questi lo svolgano nei tempi da loro prestabiliti.
- I tempi della scienza , però, non coincidono con quelli della politica: l’ uomo politico ha bisogno di ottenere dalla scienza risultati applicabili istantaneamente, perchè il loro è un agire nel presente; che la cosa poi non vada bene tra dieci anni non è un problema loro.
- Per fare scienza sono necessari finanziamenti: i politici cercano di indirizzare le nuove ricerche scientifiche verso quei problemi che interessano maggiormente la cittadinanza, quali, ad esempio, il cambiamento climatico: essi sanno , infatti, che se proporranno nuove soluzioni per quei determinati argomenti, allora il consenso e i voti che otterranno dalla popolazione saranno maggiori. Ma la democrazia è data da consapevolezza, cioè sapere esattamente ciò che si andrà a scegliere e ciò che tale scelta comporterà, ed è data anche da partecipazione: essere parte di uno Stato significa interessarsi alle vicende e ai dibattiti, smettendo di fare per una volta il cittadino indifferente a tutto ciò che lo circonda, non riguardante i suoi interessi.
- Gli scienziati, però, non possono fare delle previsioni: la previsione è un oggetto finito, matematico; dalla conoscenza dei dati pregressi, dalla loro analisi si può dire ciò che accadrà nel futuro, con una certezza quasi assoluta.
- La risposta che darà allora lo scienziato alla società sarà uno scenario: esso non è nè scienza nè metodo scientifico, bensì un’ ipotesi per ciò che potrebbe accadere nel futuro. Immaginatelo come una stanza piena di interruttori: ogni interruttore corrisponde ad una possibile alternativa di che cosa capiterà ; lo scienziato cerca di fare le combinazioni più logiche tra questi interruttori, considerando numerosi fattori come lo sviluppo della società, la fisica, scoperte passate, fattori collegati tra loro... .
- Coloro che sicuramente non dobbiamo prendere in considerazione sono catastrofisti e negazionisti : i primi, ad esempio quando ci si riferisce al nostro futuro, affermano che moriremo tutti. I secondi, invece, affermano che alla Terra non sta assolutamente accadendo niente. Eppure noi sappiamo benissimo che alcuni cambiamenti climatici sono avvenuti o che se siamo a conoscenza della fine del nostro mondo, allora sappiamo già tutto sul nostro futuro, persino ogni più piccolo dettaglio. Ma in entrambi questi modi si afferma di cono scere tutto, quando la scienza ha dichiarato di non possedere tutte le risposte alle nostre domande, di non possedere la verità.
- La scienza ha una conoscenza che non è piena, perchè la verità non si esaurisce nella scienza, ma è la scienza a contribuire per quest’ ultima: ed eccola qui, la nostra room of doubts, lasciata aperta per i possibili errori e ciò che non possiamo prevedere (come un principio di precauzione) nei nostri scenari, in quello che gli scienziati offrono al mondo, come un principio di precauzione.
- Ora, per concludere, dei cambiamenti climatici sono avvenuti e questo non può essere messo in discussione. É vero che l’ uomo ha le sue colpe, ma per rimediare non deve focalizzare tutto il suo interesse su una determinata causa (ad esempio l’ emissione di anidride carbonica) e cercare di risolvere solo quella li: egli deve lasciare aperto l’ orizzonte ad innumerevoli fattori che possono determinare, in questo caso il riscaldamento globale, facendo scenari e sapendo che non possederà mai una conoscenza completa e che dovrà lasciare spazio ad una camera per i dubbi (Giulia Guidazzi).

giovedì 16 ottobre 2008

Questi i nostri suggerimenti in vista del meeting francese di ottobre (20-27)

Francesco Furno

Some suggestions about knowledge

The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.

A suggestions about economics

We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.

A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.

A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.

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Ilona Piotrowska

- European knowledge-based society should not break up the humanistic knowledge from the scientific one
- It is indispensable to reduce the level of illiteracy. We ought to read more newspapers. Internet: check the truth of information that are often false. Medium: free circulation of all news that must not be selected.
- School: more contemporary history 1) to know better our society 2) to be able to make (for example: politics) decision
- English language: News or other TV programs should have english language subtitles

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Giulia Guidazzi

School and education

- In Europe there are lots of guys who have got problems in the society in which they live because of poverty, family hardships and other problematic backgrounds . These teen-agers could put themselves on the wrong track ( drug, underworld, thefts...) if nobody helps them. School and teachers must help these people economically and socially, giving free course books, assistance and a good education.
- In schools young people have to study more the present main themes.
- There should be more chances to do intercultural changes during the school year or the summer.
- To issue new laws to protect school and students: general knowledge and education are our background for the future.

Europe

- A better knowledge of culture, society and costums of nations that belong to Europe: in this way we can avoid episodes of racism between guys or children, our prejudices and we can extend our cultural horizon. We won’t be afraid of foreign people.
- A better study of English and of the most important european languages , to be more advantaged when we will be abroad.

Enviroment

- Young people have to learn how to respect the enviroment and how to know the area in which they live and what it could offer them in the future.
- More right information about the present climatic and enviromental situation.
- Create a recycling programme, search an alternative power source and new solutions about the sustainable development of water, soil, air... .
- Promote the use of public transports to reduce the emissions of carbon dioxide.
- People have to be informed about security in dangerous situations and how to protect themselves or to help other poor people.

Politics

- Favour more meetings between young people of all Europe, setting up events like this project or other cultural celebrations.
- A greater patnership between european nations to favour the diplomacy and debetes between politicians.
- Favour the dialogue between young people and politicians because their taken decisions have repercussions on us and on our future.
- There should be a better knowledge about science, medicine, neoroscience, actuality ... .

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Giulia Raggi

Communication

I believe that one of the biggest pillars on which the "society of knowledge" should be based is communication. We, citizens of Europe, must work hard together, and I think the better way to do that is discussing. Exchanging opinions, points of view, discussing and giving advice about what we have to change, improve or introduce in every field (Science, Society, Culture, Education and so on) are what we must do to create our society.

Knowledge

I would divide this pillar in two points:

-Kwowledge of foreign languages to communicate;
-Knowledge "the others".

What I mean is:

-as we cannot coomunicate in many different languages, we must learn, as if it were our mother language, English.
We have to be able to express our opinion and listen to other citizens in English, find solutions in English, discussing in English.
All schools should teach English starting from 6-year-old students for more hours a week than now. English should be considered not only a school subject, but a way, a mean of communication and should be spoken and understood by everyone.

-We can't say "we are Europe" if we don't know each other. As a matter of fact, it can be possible. We can know citizens of Europe if we study their history, their backgrounds, their country and cities geographically, if we visit their countries and learn their lifestyle and talk with them as much as possible. This can happen thanks to an exchange of e-mails (or letters) and some meetings, where young people can discuss and learn those values that in many countries are lost. First of all, we have to learn to respect others and defeat racism, prejudices and xenophobia.

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Lorenzo Valzania

1)To promote communication among young Europeans through blogs where you can also interact directly and informally with personalities such as researchers. At the same time the quality of the conversations should be kept good, trusting in the good sense of the bloggers.

2)As suggested by Dr. Beccari, we should make young people aware of all the resources that territory provides. Therefore, we should set up times at school in which the meanings of important terms such as patent, business, technology, resource, innovation are explained.

3) Follows directly from 2) that new generations must be given responsibility, to make them understand that an approach to Knowledge (not only strictly scientific) is a civic duty to make a European knowledge-based society.

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Elena Rinaldi

* all the people have to partecipate on diffusing knowledge,this is possible with a base education.
* the citizen have to consider as a civil duty the approach at scientific knowledge.
* science is common sense applied with strectness.it is important create a unique and universal common sense.
* information that come from mass media is influenced by economic,politic and religious interests.people have to be critic and make a selection of informations.
* science is culture and citizen have to become a knowledge able citizen.
* curiosity is tha base of knowledge.
* all the youth have to have the same opportunity to be educated.
* state have to protect the youth.
* society based knowledge is composted to countries with different history,culture and tradition.integration between unit and diversity.
* society based knowledge is different from society based economy:there has to be the same opportunity to do knowledge and not a monopoly fo weathier countries.


Gian Marco Morigi

Research and freedom. Scientists should analyze the possible evolution of their work, in order to make research safer and free of prejudices.
Information. Scientific information should be more open to students and young people, using, for example, the Internet or specific journals which use a language easy to understand but at the same time give correct information.
Mass media. We must put an end to the misuse of scientific information in newspapers and news, for example with a mark which attest a correct use of it in an article or report and which can be released only by an official committee of scientists.
School. The debate on our knowledge-based society should continue inside all european schools, with laws in each country to introduce at least an hour of interdisciplinary discussion on actuality.

Lorenzo Casadei

- Speaking in a simple way is the first step in order to have good connections with the others guys of Europe.
- Mathematics is the foundation of our society; in fact, our society is based on technologies, which are based on science, based on mathematics!
- Curiosity is the base of research. Without it, there won't be any progress. Therefore people should be more stimulated by the society, especially at school and at university.
- In order to create a knowledge society we have to consider the differences we have, also because every country has own culture. For example we have spoken about the culture dimension of science, which contain history, philosophy, traditions of each State.


Cecilia Sereni Lucarelli

How to create an European society of the knowledge?

The knowledge must be democratic and who has the economic monopoly doesn’t have to dominate on the others;

the good sense has to guide us when we do science;

the objective is to create the unity from the differences, I personally believe that the diversity is a richness;

stimulate the curiosity of young people to the knowledge so that they can spontaneously approach to it without being forced;

sometimes the youngsters are afraid of science, so scientific information should be made comprehensible for everyone;

I believe there is not a certain knowledge so every point of arrival must be stings of beginning;

free creativity, only in this case young people feel to be involved in the society of knowledge.

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Chiara Marani

Update on school syllabus
I think the subjects we study at school are too much focused on the past. There are several consequences of this:
• Ignorance about the present society
• False commonplaces
• Lack of interest
Strengthen the study about the present let people discuss things that concerns current events, especially among those youngs that, inexpert, have to vote and decide the future of their State. This could be improved introducing the reading of the newspapers during the lessons at school.
Increase in those projects and organizations which work all over the Europe
Enterprises like the one we are doing are deeply important, if we want to build up a European conscience which, I’m sorry, is absent nowadays, al least considering what it is felt in my Country.
Fitting new subjects in the high schools
In my opinion, if we want to create a common belonging to that we call “Europe”, it is of great importance to start teaching law in schools. But, apart from the several laws, it is necessary to understand the differences, the pros and cons of the structures and organizations which rule the so called “Europe”.
Exaltation of the differences
It must be absolutely avoided any form of uniformation. Being a European citizen isn’t as equal as thinking like anyone else, dress as anyone else, speak, believe and live like everybody else. It is completely wrong! Each State, each religion, each creed must be exalted, so that it is possible to become stronger and stronger. This is something easy to be made: let’s study in a proper way the different cultures of the other Countries, let’s make us amazed and astonished if we find something marvelous behind the corner. We can’t keep going forward, if we study only Italian literature, for example, and if we have a general idea ( I wanna underline the word general) of the English one. When we study the philosophy of the Enlightenment, for instance, I am deeply convinced we aren’t able to understand it, if we don’t feel the sharpness of Kant’s language which, incomprehensible, cut your head as a knife. I mean we need more internationality and co-operation among the different subjects.
Emphasis on the foreign languages
Nowadays English language isn’t sufficient. We are asked to speak at least other 2 languages; moreover we know that the more we study them when we are children, the easier it is for us to learn them. Because of this, I suggest teaching them since the nursery school and, which is more important, starting to learn an Asian idiom (Chinese, Japanese…). In addition to this, our feeling of belonging to the so called “Europe” could be improved in opposition to the other cultures. Have we ever considered the fact that, probably, if the history had taken another way, we would have never been here speaking and thinking about what this “union” is? Have we ever reflected on the fact that if the history hadn’t gone in this way, now we probably would have searched for a kimono as Chinese people look for a pair of Dolce and Gabbana shoes? To sum up, I’m asking the insertion of new subjects and new themes to reflect on.
Creation of a youth’s magazine/newspaper
One of the best things of being a young person is the one regarding the fact that you don’t feel any kind of limit: you are determined to express your ideas, to fight for them. So, why can’t we exploit this? I suppose there are lots of young people who wants to publish what they think, what they are interested in. I think it could be great , if we let them write in a newspaper which travels all around the Europe. It could be an opportunity to make adults hear what the so called “not evolved species” has to say to the world.
Let’s stimulate the curiosity avoiding the torpor
The more you are active and dynamic, the more you are propositional. Again youngs are the strata of society which is more sensitive to this: let’s stimulate their mind! Let’s throw them trough the Europe! Let’s make them feel in their hearts the desire for knowledge! Let them study in other countries making easier the bureaucratic machine! Let’s recognize their degrees even in the other nations of the Europe! Let’s arrange a meeting about themes closed to them (politics, human rights, religion, science..)! Moreover, we have to avoid those situations in which ancient teachers keep teaching in the universities, where they are only depressing and boring; this should be followed in all the fields: economy, law, medicine and so on, so that it is possible to keep in touch with the youth and the dynamic movement of the society.
Conclusion
The widespread knowledge shouldn’t have to be felt as a mere erudition, but, on the contrary, as something full of life: a magma which spews out constantly. So, involvement, enthusiasm, curiosity and determination are the key word of its. In conclusion everybody should spread an unitary idea of culture. Everything concerns a common book which has to be daily updated like a diary, where everybody writes his personal page, deeply connected to his intimacy, but, paradoxically, fundamental for each man of the past, of the present and of the future.


Chiara Minotti

• School has a duty to build a citizenship based on knowledge as well as providing quality information to students. It is important to know that knowledge is both scientific and humanistic: that’s why barriers between subjects must be destroyed. Students represent the future, so they are supposed to have a general and complete culture including foreign languages, philosophy and science skills as well as being aware of what is happening around the world.
• Youngsters should acquire a strong sense of responsibility while growing up. We need responsible politicians, responsible scientists, responsible teachers, responsible journalists. A sense of responsibility is definitely necessary for our society. Families, school and also the media should contribute to this kind of formation.
• It is important that especially youngsters feel to be part of Europe. We have to work together to create a better world for everyone, but how can we do so if we actually don’t know each other at all? How can we work as part of a team? I think students should learn at least two foreign languages at school, not only English. Learning a foreign language firstly means learning something more about a new culture. That’s what we need to feel closer and closer to each other.
• Many more projects involving youngsters from all the European countries should be promoted in order to start building the foundations, the background of a common future. I mean, for example, projects involving schools, such as exchanges or European meetings focused on the main issues concerning our countries.
• Environmental issues are becoming more and more important to our society nowadays. That’s why I think that we should focus on how to address research towards the new sources of energy in order to use them as much as possible in the near future.
• In conclusion, the future European citizens must be “knowledge-able” citizens, people who can produce knowledge. This will be possible thanks to INFORMATION, POPULARIZATION (making knowledge easier to acquire and understand for ordinary people), FORMATION (having an influence on the way that something develops), CARE, EDUCATION, PARTICIPATION/CONTRIBUTION.


Ilaria Faggiano

Education is the topic of my reflection and suggestion.

Education provides knowledge, and through knowledge people are informed or know how to provide information that surround them.
So, if people are quite informed they are able to participate activily in order to improve the society and, above all, the democracy, beacuse they are conscious and they have a basic knowledge.
That's why I think that the compulsory school schould be free for everybody, without discriminations or any sort of racism; and also it shouldn't exist differences between private and public school, because as the law says : "citizens are all equal before the law".

Education -> knowledge --> information --> people that knows --> help to democracy


Luca Versari

Communication and information
- Every school might have a furniture of monthly scientific magazines with medium level language but at the same time a specific, objective, actually themes which should be made available for every student who want to consult it. This magazines shouldn’t be deposited in an hidden library but should be put in a big table at the centre of the main hall of the school so its diffusion will be easier and student might became curious about it so read other times.
- Create an easy-access web site where contents were guarantee by some important scientific laboratories. In this web site should be permitted to scientists to explain their own theory or their studies and even the debate between them around a common theme.

Research
- Scientific research have to be totally dissolved by economy and politic. First component of research is freedom of the researcher, for this reason over the organized research promoted by lobbies there should be a free research based on the contribute of citizens.
- Young researcher who have just finished their cycle of studies at university should be helped by offering them a place available for two years where improve and make their own experience following the model of “incubation activity” promoted in USA.

Dialogue
- Students have to take up every year an obligatory journey during summer holidays which will last one month toward an European country so they could learn better English and compare their ideas with people that have different culture and point of view.
- English is the only way to communicate with European community so every citizen of this community must know basilar rules of English language with which deal to an English dialogue. So, more hours of English lessons at school since primary school with comparison supported by online communication.

mercoledì 15 ottobre 2008

Last minute suggestions

Carissimi consorti =),
vi elenco di seguito quelli che secondo me sono gli ormai famosissimi suggerimenti, sperando di non cadere nel banale e nello scontato. Molte delle mie idee ho letto essere condivise da altri; perdonate, dunque, la mancanza di originalità. Cominciamo:
o Aggiornamento programmi scolastici.
Ritengo, come già avevo espresso nell’ultimo incontro, che gli argomenti trattati in sede scolastica siano focalizzati troppo sul nostro passato: ciò non permette una adeguata comprensione della società in cui viviamo, con la conseguente nascita di ignoranza, falsi miti e disinteressamento. Potenziando lo studio dell’età più vicina a noi, sarebbe, inoltre, possibile discutere di temi di attualità, soprattutto nelle classi quinte, formate da quelle persone che, inesperte, andranno a votare e sceglieranno cosa fare del proprio futuro e della società che li circonda, magari “facilitando” loro il lavoro con la lettura di quotidiani in classe.
o Incremento delle organizzazioni, istituzioni e progetti che agiscono in senso europeo.
Enti come Intercultura o iniziative come il nostro progetto sono alla base per la creazione di una “coscienza europea” che, purtroppo, ai giorni nostri manca, almeno da quanto riscontrato nel mio Paese. Nonostante che noi siamo stati protagonisti del cambio di moneta, per esempio, nessuno ha avvertito infatti un mutamento nel corso della storia: l’appartenenza all’”organismo” Europa” non sembra essersi sviluppato.
o Inserimento di nuove materie nelle scuole medie superiori.
Al fine di capire cosa siano veramente l’Unione Europea, la CEE e tutti gli enti che agiscono a livello europeo, è necessario inserire nell’apprendimento scolastico, principalmente delle scuole medie secondarie, lo studio del diritto. Esso, oltre alla parte legislativa, deve farsi carico anche di istruire i ragazzi sulla storia delle organizzazioni europee, sulla loro formazione, il loro orientamento, i loro lati positivi e quelli negativi. Anche ciò contribuirebbe notevolmente alla formazione di una “coscienza europea”.
o Esaltazione delle diversità e delle particolarità.
Sentire dentro di sé un senso di appartenenza e di comunanza con gli altri membri dell’Europa, non deve comportare una omologazione di cultura, di pensiero, di identità, di spirito e quant’altro. Tutto il contrario! Bisogna inglobare le diversità e farne il nostro punto di forza. Coltiviamo insieme il desiderio e la curiosità di approfondire diversi stili di vita, di sperimentare pratiche religiose e culturali a noi sconosciute, apriamoci all’estraneo. Realizzare ciò è semplice: perché non proviamo a vivere a fondo i paesi stranieri che visitiamo, studiamo di più le loro culture, la loro storia, la loro filosofia, la loro letteratura, meravigliandoci quando, girato l’angolo, ci facciamo sorprendere da un monumento inaspettato. Non si può studiare solo letteratura italiana e avere una idea molto molto molto (e sottolineerei molto!) vaga di quella inglese! Quando studiamo la filosofia dell’Illuminismo, per esempio, non possiamo comprenderla fino in fondo se non assaporiamo l’asprezza della lingua kantiana, se non proviamo la sensazione delle parole che, pur incomprensibili, ci tagliano la mente con i loro spigoli. E’ necessaria una maggiore internazionalità e interdisciplinarietà.
o Studio potenziato delle lingue straniere
Ricollegandomi anche al punto precedente, evidenzio la necessità di studiare diverse lingue straniere. L’inglese non basta più, è insufficiente ormai ai giorni nostri. Le frontiere si sono talmente aperte che reputo indispensabile introdurre l’obbligo fin dalla scuola dell’infanzia dello studio di due lingue europee (inglese a parte) e di una lingua orientale. Si si, una lingua orientale. Possiamo sentirci parte di quel grande meccanismo che, a noi sconosciuto, chiamiamo “Europa” anche definendolo per contrasto: ma per fare ciò, occorre conoscere cosa ci sia dopo le nostre frontiere, avvicinandoci a quelli immensi territori a noi quasi completamente ignoti. Sto parlando, ovviamente, di Cina, Giappone, India ecc ecc. Per quanto mi riguarda sarebbe molto interessante conoscere la storia di questi paesi anche per capire come oggi possiamo porci interrogativi sul continente nel quale viviamo. E se le invasioni barbariche anziché dimenticare i territori europei e rivolgersi a quelli asiatici avessero continuato a minacciarci, oggi il nostro progetto esisterebbe? Saremmo ancora noi i colonizzatori o diventeremmo i colonizzati? Sarebbe prevalso ancora l’Occidente sull’Oriente o forse saremmo noi a cercare una kimono come oggi si cercano le scarpe di Dolce e Gabbana? Si avverte sempre più l’esigenza, quindi, di inserire nuove programmi e nuove materie inerenti a questi argomenti.
o Creazione di una rivista europea dei giovani.
Quello che riscontro nei giovani della mia generazione, è anche la volontà di far sentire il proprio punto di vista, le proprie critiche nei confronti dello status quo, nuove proposte, insomma, di sentirsi chiamati in causa in una società che, al contrario, li emargina come “razza” inferiore non ancora evoluta. Perché allora non creare un giornale (quotidiano, mensile, annuario..) dove i ragazzi, in relazione alla qualità del loro operato, possono pubblicare i loro progetti e partecipare attivamente alla creazione del loro futuro?
o Stimolare la curiosità evitando il torpore.
E’ noto che più si è attivi e più si è propositivi e dinamici. I giovani sono la parte della società più soggetta a queste caratteristiche per loro natura: non hanno paura di osare, non sono ancora preda delle teorie “degli adulti” che non vedono possibile un cambiamento ma, hanno ancora la grinta per lottare per i propri ideali. Perché allora non alimentare questo fuoco interiore? Stimoliamo la loro mente e le loro facoltà con progetti come il nostro, lanciamoli alla volta dell’Europa, facciamo ardergli nel petto questo desiderio della conoscenza. Favoriamoli se vogliono studiare in altri Paesi, riconosciamogli i loro titoli di studi anche fuori dai loro Stati, organizziamo convegni su tematiche a loro vicine (politica, diritti umani, ambiente, religione, scienza…). Inoltre, evitiamo che nelle università si ritrovino ad insegnare ottantenni che con i giovani non hanno più a che fare, evitiamo di mandare (mi riferisco soprattutto all’Italia) rappresentanti in giro per il mondo che sono così distanti dal futuro, dal fermento sociale, dal progresso che non producono altro che l’analogo di quello che il governo di sinistra fece nell’Italia postunitaria, ovvero: il “trasformismo”.
o Conclusioni.
La conoscenza diffusa non può essere percepita come una mera erudizione, ma, al contrario, come dinamica, in perenne fibrillazione e movimento: un magma in continua eruzione. Non può neanche prescindere dalle emozioni: coinvolgimento, trasporto, determinazione, curiosità sono, per me, le parole che meglio la caratterizzano. In conclusione, dobbiamo anche impegnarci a rendere effettiva una idea di cultura unitaria e non frammentata. Tutto fa parte di uno stesso libro che giornalmente va aggiornato come un diario, in cui ognuno di noi scrive la propria pagina personale, strettamente legata alla propria intimità, ma, paradossalmente, fondamentale per tutti gli altri uomini del passato, del presente, del futuro (Chiara Marani).

martedì 14 ottobre 2008

Ancora suggerimenti

Elena Rinaldi

* all the people have to partecipate on diffusing knowledge,this is possible with a base education.
* the citizen have to consider as a civil duty the approach at scientific knowledge.
* science is common sense applied with strectness.it is important create a unique and universal common sense.
* information that come from mass media is influenced by economic,politic and religious interests.people have to be critic and make a selection of informations.
* science is culture and citizen have to become a knowledge able citizen.
* curiosity is tha base of knowledge.
* all the youth have to have the same opportunity to be educated.
* state have to protect the youth.
* society based knowledge is composted to countries with different history,culture and tradition.integration between unit and diversity.
* society based knowledge is different from society based economy:there has to be the same opportunity to do knowledge and not a monopoly fo weathier countries.


Gian Marco Morigi

Research and freedom. Scientists should analyze the possible evolution of their work, in order to make research safer and free of prejudices.
Information. Scientific information should be more open to students and young people, using, for example, the Internet or specific journals which use a language easy to understand but at the same time give correct information.
Mass media. We must put an end to the misuse of scientific information in newspapers and news, for example with a mark which attest a correct use of it in an article or report and which can be released only by an official committee of scientists.
School. The debate on our knowledge-based society should continue inside all european schools, with laws in each country to introduce at least an hour of interdisciplinary discussion on actuality.

Lorenzo Casadei

- Speaking in a simple way is the first step in order to have good connections with the others guys of Europe.
- Mathematics is the foundation of our society; in fact, our society is based on technologies, which are based on science, based on mathematics!
- Curiosity is the base of research. Without it, there won't be any progress. Therefore people should be more stimulated by the society, especially at school and at university.
- In order to create a knowledge society we have to consider the differences we have, also because every country has own culture. For example we have spoken about the culture dimension of science, which contain history, philosophy, traditions of each State.


Cecilia Sereni Lucarelli

How to create an European society of the knowledge?

The knowledge must be democratic and who has the economic monopoly doesn’t have to dominate on the others;

the good sense has to guide us when we do science;

the objective is to create the unity from the differences, I personally believe that the diversity is a richness;

stimulate the curiosity of young people to the knowledge so that they can spontaneously approach to it without being forced;

sometimes the youngsters are afraid of science, so scientific information should be made comprehensible for everyone;

I believe there is not a certain knowledge so every point of arrival must be stings of beginning;

free creativity, only in this case young people feel to be involved in the society of knowledge.

Conclusa la seconda fase del progetto, ci prepariamo a portare a termine le consegne

Poiché siamo in dirittura d'arrivo e gli sforzi vanno intensificandosi in vista della settimana francese, sento l'esigenza di fare un bilancio del lavoro compiuto, comunicarvi alcune informazioni e chiarire alcuni aspetti delle prossime fasi di lavoro.
Da alcuni mesi conosciamo gli obiettivi del progetto. Dobbiamo produrre venti suggerimenti di rilevanza europea che saranno consegnati al Commissario Europeo della Ricerca Scientifica il 27 ottobre.
Ciascun panel nazionale, per la definizione del proprio programma di lavoro, ha ricevuto dal coordinatore nazionale alcune indicazioni a cui attenersi (obiettivi, commissione scientifica, numero di partecipanti, eterogeneità del gruppo, alcuni suggerimenti metodologici...) e carta bianca rispetto agli altri aspetti organizzativi.

Nella programmazione del percorso, in considerazione della difficoltà implicita nella consegna ricevuta, noi abbiamo privilegiato l'aspetto formativo. Abbiamo cercato delle occasioni di confronto con chi si occupa di scienza e conoscenza da punti di vista diversi: neuropsichiatri, storici, filosofi, fisici, matematici, biologi, sociologi, meteorologi, ingegneri, terapeuti, docenti e ricercatori. E' stato un percorso impegnativo sviluppatosi in due momenti dell'anno scolastico particolarmente critici e faticosi. L'obiettivo era offrirvi una panoramica più ampia e differenziata possibile, anche se non esaustiva, dei soggettii "conoscenza" e "società".

Lungo il viaggio abbiamo proceduto lavorando su due piani paralleli. Da una parte ci siamo presi cura di costruire la memoria di questa esperienza attraverso i verbali, le riprese foto e video, il sito web, la banca dati e il blog. Dall'altra abbiamo cominciato a raccogliere le riflessioni, dapprima sporadiche, frammentarie e individuali. Successivamente più elaborate e più focalizzate, frutto di discussioni precedenti. E così procedendo siamo giunti alla prima negoziazione che ha avuto luogo venerdì scorso quando avete individuato le parole chiave che Elena e Francesco hanno portato a Parigi. Ciò che avete elaborato non è stato semplice, né è semplicistico. Ogni parola cela lunghe riflessioni, profonde analisi, un tempo grande dedicato allo scambio e al dibattito.
Francesco e Elena hanno saputo raccontarle a Parigi, hanno fatto rivivere quei momenti a chi li ascoltava. Il vostro lavoro è stato riconosciuto, apprezzato, valorizzato. Intelligenti, aperti, capaci di argomentare, quando si esprimono le loro parole sono forti. Questi i messaggi arrivati in queste ore al mio indirizzo di posta elettronica.

Ora possiamo dire conclusa anche la seconda fase del nostro lavoro. E dobbiamo affrontare l'ultimo impegno. Il più grande, ma anche il più coinvolgente. Se vogliamo che realmente le vostre proposte, i vostri punti di vista, le vostre analisi siano prese in considerazione, valutate, discusse dobbiamo cercare di produrre suggerimenti in forma scritta e in lingua inglese di grande intelligenza e qualità. Dobbiamo riuscire a trascrivere quelle idee belle, che sapete raccontare così bene. Dobbiamo riuscire a comunicarle in modo semplice, ma argomentato. Dobbiamo ripulirle dall'ovvio e riempirle con quello che è sinceramente il vostro sentire.
In questa fase che comincia ora e continuerà durante tutto il nostro viaggio in Francia dovremo essere presenti a noi stessi e ai compagni, reattivi e propositivi. Il Prof Cerroni, che insieme alla D.ssa Hamon ci legge in copia, sarà al nostro fianco. In queste ore ha ricevuto i vostri ultimi elaborati e supervisionerà il nostro lavoro offrendoci il suo punto di vista. Lionel Larqué, il coordinatore europeo, sta in queste ore elaborando delle linee guida, cui faremo riferimento nei prossimi giorni.
L'obiettivo è il seguente: produrre nella forma e nei contenuti qualità, coerenza e unitarietà. Voi giovani e noi adulti. Solo questo ci permetterà di dialogare in maniera autorevole con i nostri interlocutori.

La prima consegna da portare a termine è perciò la rielaborazione delle vostre ultime proposte, quelle discusse venerdì. Dobbiamo trasformarle in suggerimenti, focalizzati e motivati. Che individuino una problematica e propongano una soluzione o un intervento. Dobbiamo renderli meno generici. Io li raccoglierò, li raggrupperò per temi e li invierò in Francia da dove saranno diffusi a tutti i panels partecipanti. Per cominciare la prima vera e grande condivisione del lavoro.
Poi lunedì durante il viaggio cominceremo insieme la scrematura, in vista del primo confronto che avrà luogo lunedì nel tardo pomeriggio a Lione.

Nadia

Education

Education is the topic of my reflection and suggestion.

Education provides knowledge, and through knowledge people are informed or know how to provide information that surround them.
So, if people are quite informed they are able to participate activily in order to improve the society and, above all, the democracy, beacuse they are conscious and they have a basic knowledge.
That's why I think that the compulsory school schould be free for everybody, without discriminations or any sort of racism; and also it shouldn't exist differences between private and public school, because as the law says : "citizens are all equal before the law".

Education -> knowledge --> information --> people that knows --> help to democracy

Ilaria Faggiano

I suggerimenti del panel italiano vanno definendosi

Francesco Furno

Some suggestions about knowledge

The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.

A suggestions about economics

We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.

A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.

A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.

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Giulia Guidazzi

School and education

- In Europe there are lots of guys who have got problems in the society in which they live because of poverty, family hardships and other problematic backgrounds . These teen-agers could put themselves on the wrong track ( drug, underworld, thefts...) if nobody helps them. School and teachers must help these people economically and socially, giving free course books, assistance and a good education.
- In schools young people have to study more the present main themes.
- There should be more chances to do intercultural changes during the school year or the summer.
- To issue new laws to protect school and students: general knowledge and education are our background for the future.

Europe

- A better knowledge of culture, society and costums of nations that belong to Europe: in this way we can avoid episodes of racism between guys or children, our prejudices and we can extend our cultural horizon. We won’t be afraid of foreign people.
- A better study of English and of the most important european languages , to be more advantaged when we will be abroad.

Enviroment

- Young people have to learn how to respect the enviroment and how to know the area in which they live and what it could offer them in the future.
- More right information about the present climatic and enviromental situation.
- Create a recycling programme, search an alternative power source and new solutions about the sustainable development of water, soil, air... .
- Promote the use of public transports to reduce the emissions of carbon dioxide.
- People have to be informed about security in dangerous situations and how to protect themselves or to help other poor people.

Politics

- Favour more meetings between young people of all Europe, setting up events like this project or other cultural celebrations.
- A greater patnership between european nations to favour the diplomacy and debetes between politicians.
- Favour the dialogue between young people and politicians because their taken decisions have repercussions on us and on our future.
- There should be a better knowledge about science, medicine, neoroscience, actuality ... .

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Giulia Raggi

Communication

I believe that one of the biggest pillars on which the "society of knowledge" should be based is communication. We, citizens of Europe, must work hard together, and I think the better way to do that is discussing. Exchanging opinions, points of view, discussing and giving advice about what we have to change, improve or introduce in every field (Science, Society, Culture, Education and so on) are what we must do to create our society.

Knowledge

I would divide this pillar in two points:

-Kwowledge of foreign languages to communicate;
-Knowledge "the others".

What I mean is:

-as we cannot coomunicate in many different languages, we must learn, as if it were our mother language, English.
We have to be able to express our opinion and listen to other citizens in English, find solutions in English, discussing in English.
All schools should teach English starting from 6-year-old students for more hours a week than now. English should be considered not only a school subject, but a way, a mean of communication and should be spoken and understood by everyone.

-We can't say "we are Europe" if we don't know each other. As a matter of fact, it can be possible. We can know citizens of Europe if we study their history, their backgrounds, their country and cities geographically, if we visit their countries and learn their lifestyle and talk with them as much as possible. This can happen thanks to an exchange of e-mails (or letters) and some meetings, where young people can discuss and learn those values that in many countries are lost. First of all, we have to learn to respect others and defeat racism, prejudices and xenophobia.

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Lorenzo Casadei

- Semplicity is the better way to give information; if we create clear raccomandations, we'll be understood better.
- Mathematics in the future of our society, so in order to create an effcient society we have to put attention on mathematics.
- Curiosity is the base of the research. Without curiosity, there won't be any progress.
- in order to create a knowledge society we have to consider the differnt types of culture we have, also because every country has the own culture.

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Lorenzo Valzania

1)To promote communication among young Europeans through blogs where you can also interact directly and informally with personalities such as researchers. At the same time the quality of the conversations should be kept good, trusting in the good sense of the bloggers.

2)As suggested by Dr. Beccari, we should make young people aware of all the resources that territory provides. Therefore, we should set up times at school in which the meanings of important terms such as patent, business, technology, resource, innovation are explained.

3) Follows directly from 2) that new generations must be given responsibility, to make them understand that an approach to Knowledge (not only strictly scientific) is a civic duty to make a European knowledge-based society.

Francesco Furno: some suggestions about knowledge

The knowledge is very important in a KBS because:
it has to help the cityzen to orientate himself in the society, giving him the mean to understand where he could look for information in order to face each kind of situation. It is impossible for a cityzen to know everything; what is possible is, instead, to give the cityzen the chance to understand the basis of every situation and, consequentely, to find the required information.
it has to be “organic”; this means that the cityzen has to understand that all kinds of knowledge are linked together and every concept reminds to another one. Only being aware of this a cityzen could be prepared to understand the basis of every situation
the base-knowledge of a cityzen has to be simple and easily available to him, it has to be discursive but correct; only in a second time the cityzen has to develp a scientific and deep approach to the knowledge. This is the only way for a person to build a orientative knowledge.
The knowledge is strongly linked with emotions: in fact, every knowledge a person develops has emotions inside. Anyway, the amount of emotions impressed changes from a knowledge to another. The important thing is: the more emotions there are, the more efficient and strong the knowledge is. It is fundamental to develop an educational sistem that considers emotion more than nowadays.

A suggestions about economics

We need that the spheres of power, as economy, do not interfere in the decision-process but, instead, knowledge remains more clear and pure as possible, because it is the only right criterion of making-decisions.

A consideration on Freedom
When you are in a society you have to be aware of the fact that your freedom is not absolute; in fact, you have to sacrify a little part of it for the other members of the society. In change of this, you will receive protection and safety.

A consideration on Duty
If we want to build a society that really works, we have to own the awareness of the function of duty; in fact, duty is the glue that keeps together all the members of society. Duty grows up from knowledge: only by understanding how the society works, what are the advantages and what are the issues, we can feel a sense of duty for our society.

Verbale del meeting del 12 ottobre a Parigi

Proponiamo ora il resoconto del meeting di Domenica 12 ottobre che si è tenuto nel palazzo dove ha sede l’Associazione Francese des Petits Debrouillards dalle ore 10.00 alle ore 17.30 circa.

- Al meeting erano presenti: Francesco ed Elena per il pannello italiano; Bruno e Ana per il pannello portoghese; Amerie e Olivia per il pannello francese; Nina per il pannello tedesco; Morgan e Peter per il pannello belga; Jim, il rappresentante adulto del pannello dei ragazzi inglesi; Frederique, una delle organizzatrici del progetto (francese); Lionel, il coordinatore del progetto (francese).

- Lionel ha introdotto il programma della giornata:
- presentation of our panel;
- -what we did as a panel;
- -what we did not do as a panel;
- -what things are going to happen in our panel and what plans we have;
- -who we met;
- -understand global issues of the panels.

- La prima questione che dobbiamo riferirvi è quella del pannello inglese: Jim ha iniziato la sua presentazione descrivendoci il lavoro della sua organizzazione. Egli lavora con giovani ragazzi dell'età di circa 15-16 anni “socially excluded”, cioè che vivono in condizioni disagiate e al margine della società a causa di: povertà, problemi familiari, bullismo, backgrounds problematici. Essi si ritrovano quindi coinvolti nel panorama criminale, abbandonano il percorso scolastico e non sono in nessun modo tutelati dallo Stato. E' evidente che questi ragazzi non hanno la possibilità di interagire con e prendere parte alla società in cui vivono. Essi precipitano nell'uso di droghe, si ritrovano spesso in prigione o, in alcuni casi, si perde persino traccia di loro. Alcuni di loro desidererebbero costruirsi un futuro, avere una famiglia, “they are inspired”, come ha detto Jim. Molti di loro non sono mai nemmeno saliti su un treno, ci sono molti problemi organizzativi negli spostamenti e nella gestione di ogni movimenti con questi giovani, che non sono “young”, ma sono “children”. Per queste ragioni è venuto Jim in loro rappresentanza in questo meeting preliminare e durante la settimana della Scienza (20-28 ottobre) saranno presenti solo per qualche giorno. La cosa veramente importante da comprendere e che abbiamo il compito di riferire è che essi partecipano simbolicamente come emblema di quella parte, molto vasta, di ragazzi in Europa che non hanno le stesse opportunità di ragazzi come, per esempio, noi di essere tutelati, ascoltati e resi partecipi nei processi della società. Il loro compito è “to remind” a tutti noi che non dobbiamo dimenticare questa relativamente grande porzione di giovani nel nostro progetto di costruzione della società europea della conoscenza da parte dei giovani. Questi giovani hanno bisogno di tutela prima di tutto per i loro bisogni primari, cioè rimanda ad una discreta necessità economica e, in secondo luogo, essi dovrebbero avere la possibilità come gli altri di entrare negli ingranaggi di questa nuova società evoluta che si profila all'orizzonte. Quindi, la richiesta che è stata mossa a tutti i panels è di elaborare almeno un suggerimento che tenga conto della condizione di questi ragazzi, partendo dell'esempio del pannello inglese.
- E' perfettamente normale che non abbiamo ancora elaborato le 20 raccomandazioni. Infatti, la produzione delle raccomandazioni inizia ora, dopo il confronto tra i vari panels e il briefing sulle linee guida da seguire che esporremo in seguito. Per quanto riguarda le raccomandazioni, è necessario arrivare a Parigi con le idee molto chiare e quasi tutte le raccomandazioni già scritte. Sarà possibile, in una prima parte della settimana elaborare o rifinire le ultime raccomandazioni insieme agli altri panel e, successivamente, nella giornata di Domenica sarà organizzata una enorme assemblea di tre ore con tutti i panels dove verranno stabilite le 20 raccomandazioni finali e definitive da presentare ai commissari europei.
- Sebbene abbiamo riscontrato una grande omogeneità riguardo ai contenuti e agli argomenti trattati, ci sono stati due modi di procedere durante il percorso svolto fino ad ora: il primo, il nostro, quello di aver elaborato numerosi testi/saggi in cui erano larvatamente contenuti i vari concetti (values); il secondo modo consiste, come ha fatto il pannello portoghese, nel realizzare direttamente le raccomandazioni (che riporteremo successivamente) esplicitando i vari concetti. Entrambi i modi di lavorare necessitano della concretizzazione finale.
- Riportiamo ora la premessa principale: questo progetto è visto dai commissari europei e dai politici come una grande operazione di facciata, legata ad un certo tipo di marketing, che non tiene quindi conto, ma, al contrario, svaluta i contenuti realizzati. Ecco perchè, come diceva Nadia, più diamo forma concreta ai nostri pensieri (saggi, testi, sommari, ecc...), più rendiamo i nostri concetti chiari, più li riconduciamo alla loro essenza/radice reale, meno possibilità ci saranno di sminuire il lavoro fatto dai pannelli. Lionel, stufo di veder catalogato il pensiero dei giovani come povero, semplice, “stupid”, ci chiede a tutti i costi di essere il più possibile incisivi.
- Ecco alcune linee guida pratiche che ci sono state fornite:
- la prima cosa fondamentale da ricordare è che il progetto si intitola “I giovani nella costruzione di una società europea della conoscenza”, pertanto siamo chiamati a riflettere e ad elaborare raccomandazioni in cui la parola giovani sia rigorosamente contenuta. Infatti – ha specificato Lionel - non è necessario ai fini del progetto, per esempio, conoscere il modo di funzionamento della metodologia scientifica a meno che essa non sia in qualche modo riconducibile alle problematiche che noi, come giovani, percepiamo. Ci siamo quindi sentiti particolarmente chiamati in causa poiché, sebbene sia stato interessante e formativo – come ha infatti affermato Lionel – un lavoro di approfondimento generale dei concetti come il nostro, esso non ha tenuto abbastanza in considerazione il fatto che ogni idea deve essere collegata alla parola giovani. Quindi, per capirci, secondo il nostro parere (Francesco ed Elena), discutere sulla differenza tra ricerca di base e ricerca applicata, sebbene sia fondamentale per la nostra formazione personale, non rientra direttamente nelle richieste del progetto, a meno che qualcuno non ne dimostri il legame.
- -La seconda linea guida riguarda la formulazione delle raccomandazioni: le raccomandazioni devono essere il più possibile sintetiche e immediate; non devono contenere concetti vaghi o di cui non si ha reale padronanza perchè sarebbe inutile; è preferibile accompagnare un esempio semplice ma concreto al fine di dimostrare l'attualità e la veridicità dell'idea contenuta nella raccomandazione; in generale, ogni raccomandazione deve avere una ripercussione applicativa, cioè, dalla raccomandazione viene emanata una precisa richiesta da parte di noi giovani; le raccomandazioni devono essere generalmente condivise, sebbene sia possibile presentare idee condivise solo da parte dei giovani (preferibilmente specificandolo) o idee che, sebbene non si conosca una effettiva applicazione, sono ritenute altamente utili e significative.
- Infine, dato che ogni concetto, come potrebbe essere per esempio “informazione”, viene utilizzato nelle raccomandazioni con una precisa accezione prestabilita, è possibile realizzare una sorta di “premessa” che specifichi con assoluta chiarezza con quali implicazioni tale termine è riportato. Tale premessa (o cornice) va anteposta alla raccomandazione (non abbiamo ben capito se deve essere posta nella prima parte della raccomandazione o come premessa generale alle raccomandazioni).
- Data la natura eterogenea delle nazioni presenti nell'Ue e partecipanti a questo progetto potranno essere riscontrabili due tipologie di raccomandazioni:
- la prima, come quella del nostro pannello, che mira ad uno sviluppo dell'intera comunità con un profondo lavoro concettuale volto al miglioramento e allo sviluppo;
- -la seconda, propria di paesi entrati più recentemente nell'Ue e per vari motivi molto differenti sotto il profilo dello sviluppo interno, richiede ad alta voce la possibilità di raggiungere le stesse condizioni di sviluppo dei paesi sulla “cresta dell'onda” (Furno), come il nostro.
- Infine, siamo stati messi al corrente che il 14 novembre 2008, davanti ai commissari europei, a premi nobel, al ministro francese per la comunicazione e ad altri onorevoli esponenti qualificati nel settore, avverrà l'ufficiale presentazione e considerazione del lavoro realizzato in tutti questi mesi, culminato con la produzione delle raccomandazioni. In sostanza, in questa data saranno prese in considerazione le raccomandazioni prodotte dai 27 panels. Per tale circostanza, sebbene sia ancora prematura la notizia, è stata richiesta la partecipazione di 1 o 2 rappresentanti per ogni panel che giungano per presenziare l'evento.
- Come già accennato da Nadia, gli organizzatori del progetto hanno accennato ad un possibile proseguimento del progetto. La notizia è ancora però estremamente nebulosa.

Rimane ora da affidare un compito a tutti quanti:
dato che ci è stato richiesto un resoconto estremamente sintetico e sommario, stile raccomandazioni, dei concetti da noi, come pannello italiano, toccati in questi mesi per poterli poi condividere con gli altri panels e intraprendere un concreto lavoro di squadra, è necessario:
- che ognuno vada a ripescare gli articoli, i testi, i saggi, i riassunti da egli stesso realizzati e che estrapoli in maniera chiara e sintetica i concetti principali e li formuli in frasi semplici (una o due righe) in lingua inglese.
- che completi questo lavoro entro martedì sera e lo invii a Nadia che lo girerà poi a Lionel.
Capiamo che è un lavoro impegnativo e faticoso per tutto. Tuttavia il tempo rimasto è sempre meno ed è necessario fare un sacrificio per arrivare preparati, cosa che ora non siamo. Inoltre, dobbiamo iniziare a pensare già a come esprimerci in lingua inglese, a cercare le parole che riteniamo più idonee in lingua inglese poiché non ci saranno altre possibilità di comunicazione se non in inglese. Non è stato facile esprimere le nostre idee in inglese, ma ce l'abbiamo fatta. Abbiamo parlato inglese per tre giorni. Il suggerimento è appunto di iniziare già a concepire i nostri concetti in lingua inglese ora che siamo ancora in Italia e abbiamo la possibilità di verificarli, perchè poi non ce ne saranno altre (Francesco Furno ed Elena Rinaldi)

Meeting del 12 ottobre a Parigi: il programma del viaggio

- Venerdì sera partenza da Cesena, ore 20.13
- Arrivo a Bologna , ore 21.15
- Cambio treno e partenza da Bologna, ore 22:15 (10 minuti di ritardo)
- Viaggio durante la notte in cabina con cuccette, arrivo a Parigi Bercy ore 09:45
- Entrata nella Metro e chiamata a Tamer per ricevere istruzioni
- Acquisto biglietti e spostamento con la metro fino a Porte de la Villette dove è situata la “Città della Scienza e dell'Industria”
- Ricerca di Tamer all'interno della City. Dopo qualche tumulto troviamo Tamer: egli prende il bagaglio di Francesco e ci accompagna alla fermata della linea Autobus e ci fornisce le istruzioni per giungere a casa di Sophie nella quale dobbiamo lasciare il bagaglio di Elena.
- Verso le 12.00 arriviamo a casa di Sophie, in Auberville un subborgo periferico di Parigi. Lasciamo il bagaglio di Elena e ci diamo appuntamento per le 19:00 in un ristorante del centro.
- Prendiamo la metropolitana e ci rechiamo alla fermata di Chatelet, nel pieno centro di Parigi, e iniziamo una perlustrazione della zona che comprende l'osservazione delle Isole al centro della Senna (dove tra l'altro di trova Notrè Dame) e la zona circostante. Troviamo un ristorante per pranzare alle 14:45 circa. Assaggiamo pietanze francesi. Dopo il pranzo ci rimettiamo in cammino e ci dirigiamo verso l'università Sorbona e il Pantheon e cogliamo l'occasione anche per dare un'occhiata a qualche negozio.
- Alle 19:00 ci rechiamo nel ristorante “Le Fresque”, dove avevamo appuntamento con la comitiva del progetto. Ad attenderci ci sono due ragazzi del pannello portoghese, Bruno (21anni) e Ana (18anni). Dopo arrivano in successione: Frederique (una ragazza, organizzatrice del progetto) e la sua coinquilina; Virginie, moglie di Tamer; Nina (17anni), la ragazza in rappresentanza del pannello tedesco e Lionel, la mente dell'organizzazione del progetto; due ragazzi francesi, Amerie (21anni) e Olivia(16anni). Durante la cena, gentilmente offerta, abbiamo avuto la possibilità di fare la prima conoscenza e di capire l'organizzazione dei ragazzi per il progetto. A parte la loro migliore organizzazione nello spostamento, è emerso che il gruppo italiano risulta essere quello più omogeneo e affiatato: infatti, i ragazzi degli altri panels provengono da scuole, città, regioni differenti e hanno meno occasioni di coinvolgimento reciproco. In ogni caso il lavoro fatto dai vari panels sembra procedere nella medesima direzione.
- Nina ha passato la notte come ospite a casa di Lionel; i due ragazzi francesi e i due ragazzi portoghesi sono invece stati ospiti a casa di Frederique; Elena è stata ospitata a casa di Sophie e Francesco a casa di Tamer e Virginie. Tutti ci siamo spostati in metro.
- La mattina dopo il meeting ha avuto sede nel palazzo del progetto “Le Petits Debrouillard”, situato vicino alla “Città della Scienza e dell'Industria” alle ore 10.00.
- Due ragazzi del pannello del Belgio, Morgan e Peter, ci hanno raggiunti al meeting che è durato fino alle 17.30 circa, ed è stato interrotto per il pranzo dalle 13.30 alle 14.45 in un ristorante italiano, dove Francesco ha obbligato i ragazzi degli altri panels a provare la cucina italiana, con discreto successo. In generale il clima era molto positivo e si è lavorato seriamente con grande disinvoltura.
- Al termine del meeting, Nina e Morgan sono ripartite immediatamente, mentre noi e i ragazzi restanti siamo andati a visitare “La Città della Scienza e dell'Industria” e abbiamo avuto l'occasione di trascorre un piacevole fine pomeriggio.
- Dopo di che, assieme a Sophie e a Frederique siamo andati all'esplorazione di una delle parti più tipiche di Parigi: Montmartre, conosciuto anche come il quartiere degli artisti. Abbiamo avuto l'occasione di degustare crepes, gauffres e altre particolarità francesi. Abbiamo fatto una lunga passeggiata per queste calde e accoglienti vie parigine e infine siamo andati a cenare in un ristorante molto appartato, estremamente accogliente e tappezzato ai muri di disegni, stampe, poster e fotografie in pieno stile Vintage raffiguranti le grandi attrazioni della città come il Moulin Rouge. Dopo cena abbiamo proseguito la passeggiata, abbiamo preso la metropolitana e ci siamo diretti all'esplorazione delle vie dedicate alla vita mondana: Sexy shop, Sexy pub, il “Moulin Rouge”, la discoteca “Le Folies de Pigalle”. Dopo di che ci siamo diretti ognuno ai rispettivi alloggi e abbiamo salutato gli altri ragazzi, con un leggero pizzico di amarezza. Siamo ritornati agli alloggi alle 23.30 circa.
- Sveglia alle ore 6.00 e appuntamento alla fermata della Metro vicino a casa di Tamer alle ore 7.00. Di lì, dopo aver salutato Sophie, ci siamo diretti verso la stazione “Gare de Lyon” dove abbiamo preso il treno per Milano Centrale alle ore 07.42.
- Siamo arrivati a Milano alle ore 15.30 e abbiamo preso il treno intercity per Cesena alle ore 16..05. L'arrivo a Cesena è previsto per le ore 19.15.
- Nel treno abbiamo elaborato questo riassunto delle tappe del viaggio e le istruzioni pratiche che ci sono state suggerite (imposte) durante il meeting di Domenica. (Francesco Furno ed Elena Rinaldi)

lunedì 13 ottobre 2008

Le parole chiave dell'ultimo incontro

Nell'ultimo incontro di venerdì 10 ottobre, sono scaturite le seguenti parole chiave, su cui verteranno probabilmente la maggior parte dei nostri 20 suggerimenti. Nel frattempo aspettiamo anche il contributo che sicuramente Francesco ed Elena ci porteranno dopo il meeting di ieri!
Ecco le parole chiave:

Conoscenza

Informazione / divulgazione

Comunicazione/ linguaggio,metodi,vie,mezzo

Ricerca

Buon senso

Istruzione/educazione - attualità?

Responsabilità

Curiosità

Partecipazione

Economia

Politica**

Religione**

Lingue**

Emozioni libertà

Società europea

Dialogo

Cooperazione

Bisogno - fiducia

Scienza = garante dell’informazione scientifica

Critica

Territorio

Metodo

Cultura

Metodo scientifico - universale



** = sfere di potere (interesse)

venerdì 10 ottobre 2008

Problemi e spunti per creare una società della conoscenza

* Nei pannelli visitati delle altre nazioni sono sorti numerosi punti in riguardo all'ambiente,il clima ,la politica,bisognerebbe quindi ricercare dei suggerimenti anche su questi argomenti che abbiamo affrontato in minor modo.

Abbiamo parlato soprattutto di conoscenza,ricerca scientifica,società democratica e basata sulla scienza.

* Puo esistere una società della conoscenza?ci puo essere una conoscenza equa e paritaria in tutti gli stati?probabilmente no,ecco perchè si ha il rischio di un monopolio della conoscenza da parte di nazioni piu forti.
* puo esistere una societa della conoscenza composta da stati con una propria storia,cultura e tradizione?bisogna tener conto di questa diversità per creare l'unità.
* Conoscenza è strettamente legata a comunicazione,come fare comunicazione?bisogna creare dei rapporti tra la società e la cittadinanza scientifica:importanza della scuola.
* "La societa costituisce la conoscenza che gli individui di quella societa producono".tutte le persone devono partecipare alla diffusione della conoscenza asttraverso una formazione e un educazione di base.
* il cittadino deve riconoscere come suo dovere civico l'approcciarsi alla conoscenza scentifica.
* l'obiettivo è quello di creare una societa della conoscenza,basata cioe sulla scienza.In che modo si puo fare scienza?Scienza è buon senso applicato con rigore,ma quale buon senso?bisogna creare un buon senso unico e universale.
* ricerca di base e ricerca applicata:è importante supportare la ricerca attraverso investimenti monetari,ogni paese deve avere la possibilità di fare e sviluppare ricerca.
* bisogna mantenere vivo lo spirito scientifico,questo si manitene anche attraverso la critica ma per fare critica ci deessere una conoscenza di base e un informazione di base.
* Si necessità il bisogno di riviste che trattino scienza ad un giusto livello di comunicazione e comprensione.
* L'informazione spesse volte proviene dai mass media,la cui soglia critica si è notevolmente abbassata arrivando a parlare di una crisi dei mass media.E' importante che le persone siano informate adeguatamente poichè devono partecipare alla formazione di questa società per cui bisogna creare un nuovo canale di informazione,forse un unico canale x ttutte le nazioni.
* la scienza è cultura e il cittadino deve diventare knowledge able citizen.
* bisogna liberare la propria creatività sempre adottando un buon senso.
* la curiosità sta alla base della conoscenza,è importante quindi destare la curiosità dei cittadini e soprattutto dei giovani che rappresentano il futuro della nostra società.Come?rendendoli partecipi delle questioni riguardo la scienza ma anche sull'ambiente,la politica in modo da invitarli a partecipare in questo grande progetto (Elena Rinaldi).

giovedì 9 ottobre 2008

Nuove proposte da Giulia Raggi

"Dando un'occhiata in qua e in là tra vari documenti e fogli volanti, avendo avuto l'occasione di leggere e apprezzare gli ultimi interventi su questo blog da parte dei miei compagni e frequentando un corso di studi che mi permette di avere una discreta apertura mentale, dovuta al fatto che viene data molta importanza alle materie umanistiche, ho forse individuato un possibile consiglio, o perlomeno un'idea, una bozza. Ecco il mio pensiero, sperando di non risultare troppo banale:
ho avuto modo di riscontrare che uno dei grandi pilastri su cui la società della conoscenza si dovrebbe fondare è quello della comunicazione. La comunicazione, questo ci viene insegnato agli albori della nostra infanzia, avviene attraverso un canale, il dialogo. Dunque, come poter dialogare con l'Europa? Come poter arrivare ad una efficiente collaborazione tra i singoli individui?
Ragazzi, io sono convinta che, in qualche modo, all'interno della formazione di un giovane (e questo sicuramente influirebbe anche sul livello culturale di ciascuno, portando ad un innalzamento del livello) debba essere inserito lo studio di lingue straniere, almeno due (escludendo la lingua madre). So perfettamente che lo studio di due lingue straniere è già stato inserito da anni all'interno delle scuole, ma a mio avviso bisognerebbe fare sì che venissero trattate tematiche più serie, venissero organizzati dibattiti in lingua e incentivare, attraverso un programma delle scuola, la comunicazione tra i giovani, tramite e-mail o cartaceo, dal momento che essi sono la base del futuro. Non limitarsi alla conoscenza delle più elementari strutture grammaticali, ma essere in grado di elaborare e esprimere, argomentando, la propria opinione. Senza dubbio, l'inglese dovrebbe acquisire più importanza, nel senso che spesso viene sottovalutato dagli alunni e giudicato come materia "ostica". C'è chi è più portato e chi meno, ma se iniziato ad insegnare nella prima infanzia e studiato per un numero di ore significative; in più, la trasmissione delle lingue straniere, ovvero l'insegnamento, dovrebbe essere svolto da parte di insegnanti madrelingua. Quello che voglio dire è: perché non cercare di avere sul serio una lingua comune, parlata e compresa da tutti (un po' come si era tentato di fare negli anni Settanta con l'Esperanto, che però fallì).
Un altro aspetto su cui mi vorrei soffermare è quello della conoscenza.
Stiamo cercando di lavorare per giungere alla creazione di una Società Europea della Conoscenza, dunque, per prima cosa, bisognerebbe proprio imparare a conoscere. Conoscere non solo nozioni o teorie, ma conoscere "l'altro". Come possiamo pensare di collaborare con gli altri cittadini europei se non li conosciamo? Quindi sono fermamente convinta che all'interno dell'istruzione dei giovani del futuro, a livello europeo, si debbano svolgere programmi di ampliamento culturale riguardo le nazioni facenti parte dell'Unione Europea, perché di fatto siamo una grande Comunità, ma mancano i rapporti e spesso questa non-conoscenza genera pregiudizi, xenofobia o razzismo. Per ampliamento culturale intendo dire studio culturale, ma anche geografico e storico per esempio, di Paesi come Francia, Germania, Spagna e tutti gli altri.
Tuttavia però, per basarsi su questo, sarebbe bene ci fosse un ritorno, da parte di tutti, ai cosiddetti valori: il rispetto prima di tutti.
Se non impariamo a rispettarci, potremmo apprendere e applicare tutte le nozioni che vogliamo, ma non si avrà mai un adeguato spirito di collaborazione, grazie al quale può nascere la Società Europea della Conoscenza.
Ultimissima cosa, che è più una provocazione: non pensate che il Parlamento Europeo sia poco legiferante e troppo propositivo? (questa è una domanda che mi è sorta, ma sulla quale devo ancora riflettere! Credo però che possa essere una possibile bozza.)
Sperando di non avervi annoiato e sperando di avervi dato qualche spunto...
Giulia "

Come creare una società europea della conoscenza?

• La conoscenza deve essere democratica ma chi detta legge? Non si rischia di passare da un tentativo di unificazione- società della conoscenza- a un’omologazione in cui chi ha il monopolio economico per esempio domina sugli altri

• La società della conoscenza si basa sulla scienza ma si può fare scienza su tutto, ci dovrebbe guidare il buon senso..ma come può esistere un buon senso universale?

• L’obiettivo è quella di creare l’unità dalle diversità, non crediate sia giusto mantenere queste diversità? Temo che voler creare una società della conoscenza sia un po’ un’utopia forse sarebbe meglio pensare prima che a una società della conoscenza a un miglioramento dei canali della conoscenza. Mi spiego: se è una società della conoscenza, la prima cosa a cui pensare è secondo me quella di dare a tutti la stessa possibilità di conoscenza, la stessa opportunità di conoscenza, ci deve quindi essere un “canale extranazionale” che faccia circolare tutta la conoscenza, senza porsi problemi di interessi economico-politici. Chiediamoci: come creare questo canale extranazionale?

Prendendo spunto dal caso italiano mi viene da dire, per esempio, che ci dovrebbe essere un giornale accessibile a tutti (che non sia Focus, che non siano le scienze, una via di mezzo tra i due). So che in altri paesi questa via di mezzo esiste già, ma il punto è proprio qui: in tutti i paesi ci deve essere questa opportunità, cosa ne pensate? Avete altre idee per risolvere questo problema?

• Non si può pensare di diventare improvvisamente tutti esperti di scienza anche perché forse non a tutti interessa, non credete che la conoscenza che circola debba essere una conoscenza prima di tutto di base?

• In questi mesi abbiamo parlato tanto di curiosità, uno dei suggerimenti potrebbe essere quello di stimolare la curiosità dei giovani alla conoscenza in modo che si possano spontaneamente avvicinare ad essa senza dover essere obbligati. Devono essere quindi create le condizioni per le quali autonomamente ci sia la partecipazione dei singoli.

• Far capire ai cittadini della società della conoscenza che questo tipo di società è vincente. La scienza ha fatto fare passi da gigante all’uomo, il futuro sta nella scienza. Tutti ne devono essere consapevoli. Bisogna sensibilizzare il cittadino europeo.


• L’informazione deve essere comprensibile a tutti. Credo che molte persone oggi “temano” la scienza, la evitino per paura di non esserne all’altezza, non tanto per disinteressamento


• L’informazione deve essere rapida e proveniente da un unico canale, questo eviterebbe la divulgazione di false notizie


• Interdisciplinarità della comunità scientifica: ci deve essere dialogo tra le parti


• Ogni paese deve produrre e ricevere conoscenza. Certo all’inizio ci sarà chi produce solo e chi al contrario riceve solo, ma l’obiettivo deve essere quello di trovare un equilibrio tra le due parti.


• In Italia è forte l’influenza e l’ingerenza del potere religioso, qual è la situazione negli altri paesi? Quale deve essere il rapporto tra la società della conoscenza e il potere religioso?


• Credo che non ci sia una conoscenza certa, ogni punto d’arrivo deve essere punto di partenza in modo che la ricerca non si fermi mai


• necessità di una sola organizzazione extranazionale che medi il rapporto tra imprese, ente di ricerca e stati (il modello che ho in mente è Centuria di cui ci ha parlato Beccari)


• liberare la creatività: non dobbiamo pensare che dal momento che si parla di scienza non si possa parlare di creatività.


• Essere critici nei confronti della conoscenza: rischiamo che se no diventi ideologia


• Pensare alla scienza come cultura di cui il cittadino ha bisogno

(Cecilia Sereni Lucarelli)

10 suggerimenti proposti da Jacopo Pistoni

1- Favorire la libera circolazione delle idee. Per esempio limitando la cultura del brevetto, in modo da creare una conoscenza “opensource”, che permetta a chiunque di attingerne e lavorarci sopra, senza dover sottostare alle rigide leggi dei diritti d’autore;
2- Diversificare l’informazione scientifica. Mantenendo quindi riviste e programmi diretti a un target medio-basso, ai novizi quindi ( se questo comporta anche una semplificazione dei contenuti non ci sono problemi), e potenziando magari una informazione di livello medio, accessibile a chi ha buone basi di scienze, ma non eccelse. Dev’essere il lettore, spinto dalla sua curiosità scientifica, a passare ai livelli successivi e quindi ad argomenti e linguaggi più tecnici.
3- Puntare molto sui caratteri unificanti: per esempio la lingua. Per questo potenziare i corsi scientifici in lingua inglese ( molto poco usati in Italia) in modo da mettere uno scienziato italiano nelle condizioni di discutere di scienze con un qualsiasi altro cittadino europeo, quindi incentivando ulteriormente il lavoro di equipe composte da elementi di nazioni diverse.
4- Favorire lo studio di materie come la storia , in modo da creare una coscienza comune. Magari collegare lo studio di questa all’ambito puramente scientifico, per far ragionare i giovani sull’evoluzione ( le luci e le ombre della scienza) e magari far comprendere le potenzialità e l’influenza che uno strumento apparentemente slegato dalla politica come la ricerca scientifica, può avere sugli equilibri di un continente;
5- Favorire le ricerche universitarie magari interpellando anche imprese private. In questo modo si potenzia la ricerca di base, che può essere un’ottima base per la ricerca applicata di queste aziende private.
6- Sensibilizzare la popolazione sulle “potenzialità scientifiche” del proprio territorio in modo da renderle coscienti dello sviluppo in atto e magari ottenere così aiuti e incentivi. E risaputo che una persona finanzia più volentieri progetti i cui effetti sono molto vicini e sotto l’occhio.
7- Incentivare la “diversificazione educativa”. Bisogna favorire quindi la creazioni di menti in grado di svariare su più ambiti del sapere. Questo tipo di mente è più cosciente degli effetti che la sua opera può avere sotto più punti di vista, non più solo da strettamente legato al suo ambito.
8- Lavorare sugli scambi culturali in modo tale da rendere i giovani “amabasciatori” del loro sapere e metterli di fronte a realtà diverse che possono essere fonte di spunti interessanti. Gli stessi giovani che devono essere anche “profeti o messaggeri” delle informazioni attinte da altre realtà. Favorire quindi le “tavole rotonde” in cui le persone si fanno carico delle loro esperienze mettendole al servizio degli altri e magari prendere spunto da esperienze altrui per risolvere i propri problemi ( che è ciò che fanno enti come Centuria-RIT);
9- Favorire il ricambio generazionale affiancando ai ricercatori più vecchi delle equipe universitarie, in modo da incrementare la trasmissione di esperienze da i ricercatori più anziani a quelli più giovani.
10- Arrivare a dare una maggiore visibilità alla ricerca scientifica o a progetti come questo, smettendo di relegare le pagine scientifiche a un inserto di 2 colonne nei quotidiani o dando risalto a questi solo in occasione dei premi nobel (anche in questo caso il risalto è minimo).

Verbale dell'incontro con il prof. Andrea Cerroni

Il quinto incontro del progetto europeo “I giovani nella costruzione di una società europea della conoscenza” si è tenuto venerdì 2 ottobre e i partecipanti hanno avuto l’occasione di dialogare con il dottore Andrea Cerroni sul tema “Comunicare la scienza: una questione di democrazia”.
L’incontro ha avuto inizio alle 15.30, destinato ad un gruppo ristretto che si è riunito presso il caffè Zampanò per un momento conviviale, nel quale si è cercato di individuare tematiche, spunti e parole chiave per una più attenta e approfondita riflessione avvenuta in un secondo momento, a partire dalle 17.00 nella Sala Endas durante la sessione di incontro aperta a tutti. Durante la prima ora si è discusso molto di conoscenza, società e del rapporto che le lega.
Il dottore ha provato a definire il concetto società in diversi modi. Ciò che ne è scaturito è: 1) La società è tutto ciò che ci circonda; 2) E’ un qualcosa che ci condiziona, perché entra nella nostra pratica quotidiana. Infatti, se il nostro vivere è scandito e influenzato da regole e aspettative, la società entra dentro di noi e nel nostro modo di vivere, determinando il nostro comportamento; 3) La società ci costituisce, così come noi costituiamo la società.
Inizialmente definisce la conoscenza come un qualcosa che sopravvive a noi e alla società, quindi un suo sinonimo può essere individuato in “memoria”. Spesso con il cambiamento di pensiero della società, quindi del suo punto di vista, l’interpretazione della memoria può mutare, declinando in modo nuovo e diverso quella conoscenza. Insieme siamo giunti alla conclusione che è un sapere collettivo e abbiamo individuato tre livelli concettuali: il primo siamo noi, i singoli individui che si trovano e sono identificabili in quella determinata società, che è il secondo livello, a sua volta è immerso nella conoscenza passata, che sopravvive a noi e alla nostra società.
Nella seconda fase abbiamo individuato le parole chiave che erano emerse da un primo confronto e quelle su cui avremmo voluto dibattere: conoscenza, società, scienza, comunicazione, interesse, curiosità, informazione, abitudine.
Per questioni di tempo non siamo riusciti a discutere approfonditamente su ognuna delle tematiche, ma abbiamo iniziato riprendendo in esame la conoscenza. La si può distinguere in due tipi: teorica o attiva e pratica o passiva. Per teorica o attiva ci riferiamo a qualcosa di nozionistico, una formula, una conoscenza concettuale, mentre per pratica o passiva intendiamo una conoscenza che riteniamo scontata, un qualcosa che è riconducibile al “saper fare”.
Dopo altre precisazioni sul significato che rivestono i termini conoscenza, società e scienza, ha avuto inizio il dibattito vero e proprio. Alla dichiarazione che la scienza è quel qualcosa che è in grado di far funzionare la società, si è ribattuto che la società è parte integrante della conoscenza scientifica. Cerroni esprime la sua posizione contraria a tale affermazione, con la seguente argomentazione: nel XXI secolo, ovvero ai giorni nostri, c’è la credenza che la scienza si sviluppi in modo migliore con la specializzazione nelle singole materie e discipline, con una divisione a compartimenti stagni, e il dottore ritiene che tale suddivisione sia troppo rigorosa ed inefficace.
Viene domandato se ad ogni nuova scoperta scientifica corrisponda un progresso utile alla società. Il dottore risponde che per il semplice fatto di essere un progresso è un qualcosa di prezioso e valido, a condizione che sia messo a disposizione della società.
Si susseguono poi tanti interventi: e se fossimo noi giovani chiusi in una torre d’avorio e la scienza non riuscisse a penetrare le barriere che ci creiamo e quindi a raggiungerci? Cerroni risponde con sicurezza che tale tesi non è dimostrabile e la confuta con un esempio concreto: nel giro di pochi decenni le iscrizioni alle università sono incrementate dall’8 al 64% e ciò dimostra che da parte dei giovani c’è il desiderio di avvicinarsi alla conoscenza.
Infine il dibattito si è incentrato sul trinomio informazione – comunicazione – conoscenza. Il sistema dell’informazione è un processo estremamente delicato che ha su di sé una grande influenza, tale da potersi definire un quarto potere. La conoscenza di un informazione dipende da tanti fattori: la divulgazione, ovvero la trasmissione dell’informazione; la formazione, ovvero in che modo viene riportata; la cura, cioè l’accuratezza e i dettagli con cui viene comunicata. Il dottore è stato incisivo nel dire che si deve evitare il rischio del monopolio della conoscenza, che non deve essere in mano ad un gruppo ristretto, ma accessibile a tutti i cittadini che ne devono essere partecipi.
Infine si sono ricapitolati gli obbiettivi dei convegni, ma non c’è stato il tempo per iniziare la formulazione dei venti suggerimenti, concludendo l’incontro con un ultimo confronto riguardo la libertà di ricerca e un codice etico da seguire, di cui abbiamo antecedentemente parlato (Valentina Giovacchini).

Un possibile suggerimento riguardante la conoscenza e la sua struttura.

Uno dei punti fondamentali nella costruzione della società europea della conoscenza è la struttura che essa deve assumere.
La conoscenza deve:
-Essere graduale: come in una piramide, bisogna prima realizzarne gli strati più bassi e successivamente cimentarsi nella costruzione della vetta; parlando per esempio di una teoria scientifica, essa deve essere prima enunciata in una maniera discorsiva ma corretta, in modo da essere compresa nella sua totalità, e solo successivamente deve sopraggiungere un approccio rigoroso e preciso (come può essere l'enunciazione della sua formula).
-Essere organica: deve essere mostrato alla persona come ogni conoscenza rimandi a qualcosaltro e come nulla sia sconnesso dal resto. Insomma, la conoscenza è un organismo vivente, sempre in mutamento, che esiste solo quando coesistono tutte le sue parti. In questo modo si potrebbe concepire un progresso scientifico completo e non frammentario, o meglio specialistico, che si rivela essere lo spettro delle discipline scientifiche oggigiorno.
-Essere orientativa: Dato che sono tutti concordi nell'affermare che la complessità delle conoscenze sta attraversando una fase di aumento esponenziale e che è già impossibile per la mente umana avere padronanza di tutto il sapere disponibile, è utile ritornare al primo approccio, quello per cui si conosce la base di tutte le piramidi in modo da avere la capacità di ricorrere alle conoscenze immagazzinate nelle sterminate banche date. Questo concetto si traduce, nella vita quotidiana, con il fornire al cittadino della società della conoscenza un bagaglio conoscitivo che abbia funzione orientativa: il cittadino deve sempre avere a disposizione la conoscenza “di base” necessaria per poter poi capire dove andare ad attingere nelle svariate future situazioni. Il cittadino diventerebbe così maggiormente attivo e partecipe in tutti i processi decisionali e in tutte le situazioni quotidiane. Potrebbe essere interessante il riferimento ai Licei italiani che, forse, più di altre scuole (sempre italiane) predispongono a questa conoscenza orientativa.

Società europea della conoscenza: una ricerca bibliografica

Testi:

-“Società della conoscenza e formazione”; autore: Barbara Bertagni, Michele La Rosa; Fernando Salvetti; Franco Angeli, Milano,2006

-“Imparare sempre nella società della conoscenza”; autore: Alberici Aureliana

-“Società della conoscenza e scuola”; Autore: Frabboni Franco; ediziomi Erickson

-“Saperi locali e società della conoscenza.”; autore: Stefano Boffo, Francesco Gagliardi

-“Sapere per. Il valore del lavoro e il valore dell’apprendimento nella società della conoscenza” ; Autori vari; editore Ediesse; anno pubblicazione 2008.

-“Nelle società delle conoscenze. Il progetto politico nell’apprendimento continuo”; autore: Annalisa Pavan; editore Armando; anno pubblicazione:2008

-“Scienza e società della conoscenza”; autore: Andrea Cerroni; editore: Utet; anno pubblicazione: 2006

-“La società della conoscenza come metafora dello sviluppo”; autore: Francesco Vespasiano; editore: Franco Angeli; anno pubblicazione: 2006

- "Come si comunica la scienza?"; autore: Yurij Castelfranchi, Nico Pitrelli - Editori Laterza 2007

Siti web:

-http://www.lasocietadellaconoscenza.org

-http://www.societaconoscenza.rai.it

-"Oltre l'e-Learning, verso la società della Conoscenza" di Gianna Martinengo
Fondatrice e Amministratore delegato Didael SpA, "Web knowledge company" italiana. http://www.mi.camcom.it/show.jsp?page=403510

-"Verso la Societa' della Conoscenza Verso la privatizzazione dei beni immateriali, di saperi e conoscenze ?" Documento di riflessione e elaborazione de "il secolo della rete - for a free knowledge society" http://www.ilsecolodellarete.it/fks/

-"Verso una società basata sulla conoscenza " http://europa.eu/abc/12lessons/lesson_8/index_it.htm

-"Per una società democratica della conoscenza" Pietro Greco http://www.festrieste.it/soc_conoscenza.html

- "SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA, UNIVERSITÀ E DEMOCRAZIA" http://www.zenit.org/article-13672?l=italian

-"Considerazioni lo sviluppo della "La società della economia della conoscenza""di Paolo Manzelli http://www.edscuola.it/archivio/lre/societa.html

-"Scienza e Tecnologia nella Società della Conoscenza: Economia e Complessità" di Mauro Gallegati http://www.dea.unian.it/gallegati/scienza_e_tecnologia_nella_socie.htm

-"Nella società della conoscenza, la formazione non conosce economie" di Enzo Rullani http://www.italianapplications.com/index.php?page=ViewHilight&ID=135&SSID=6n31gk085nvbaua2p35oo84on4

-"FRAMMENTI DALLA SOCIETÀ DELLA CONOSCENZA" Gigi Roggero http://www.centroriformastato.it/crs/rubriche/Universit%C3%A0/roggero

(Chiara Miserocchi)