domenica 19 ottobre 2008

Science: a central moment with a room for doubts

Il primo dei due incontri con il dottor Teodoro Georgiadis della CNR , istituto di Biometeorologia, si è svolto presso la Sala Rossa del teatro San Biagio all’ insegna del tema del riscaldamento globale. Ciò che non ci aspettavamo erano le domande che il dottore ci ha posto subito all’ inizio della conferenza. É stato un dialogo davvero molto piacevole (confesso di essermi divertita una sacco!!): il punto di partenza è stato semplice, qual era il significato della parola antropogenico, cioè se le cause del cambiamento climatico derivano dalle attività umana . Per arrivare alla conclusione però abbiamo impiegato circa due ore passando attraverso numerosi argomenti.

- Il sapere scientifico è stato definito come un sapere profano. La scienza ha dentro sè una parte di religiosità? La risposta è stata questa: oggi , più che mai, la scienza si sta avvicinando alla religione. Infatti il consenso generale degli scienziati su un certo argomento non porta più al dibattito e allo scambio di opinioni ; colui che la pensa diversamente è automaticamente tagliato fuori e tutto ciò riflette il sistema religioso in cui tutti credeno ad una determinata cosa che viene presentata come vera dai servi di Dio.
- Il fatto che tutti siano d’ accordo viene inteso dalla popolazione come se su quel determinato argomento vi fosse una veritiera conoscenza e che ciò che è stato detto è verità. Ma la realtà non è così: come diceva Socrate, il vero sapiente e conoscitore è colui che ‘ sa di non sapere’ e lo stesso vale per la scienza: essa ha in sè una camera per i dubbi.
- Ma questa ‘room of doubts’ che cosa rappresenta? Iniziamo spiegando la differenza tra ricerca di base, ricerca applicata e ricerca finalizzata . La prima ha come obiettivo primario l'avanzamento della conoscenza ed è esplorativa e spesso guidata dalla curiosità, dall'interesse e dall'intuito del ricercatore, condotta senza uno scopo pratico in mente. La ricerca applicata , diversa da quella finalizzata, ha come obiettivo lo sfruttamento della conoscenza a fini pratici e viene eseguita in ambiente industriale oppure in università con finanziamenti provenienti da industrie interessate. Infine quella finalizzata ha uno scopo da raggiungere già da prima che la ricerca inizi: infatti politici o industriali commissionano agli scienziati un lavoro e si aspettanano che questi lo svolgano nei tempi da loro prestabiliti.
- I tempi della scienza , però, non coincidono con quelli della politica: l’ uomo politico ha bisogno di ottenere dalla scienza risultati applicabili istantaneamente, perchè il loro è un agire nel presente; che la cosa poi non vada bene tra dieci anni non è un problema loro.
- Per fare scienza sono necessari finanziamenti: i politici cercano di indirizzare le nuove ricerche scientifiche verso quei problemi che interessano maggiormente la cittadinanza, quali, ad esempio, il cambiamento climatico: essi sanno , infatti, che se proporranno nuove soluzioni per quei determinati argomenti, allora il consenso e i voti che otterranno dalla popolazione saranno maggiori. Ma la democrazia è data da consapevolezza, cioè sapere esattamente ciò che si andrà a scegliere e ciò che tale scelta comporterà, ed è data anche da partecipazione: essere parte di uno Stato significa interessarsi alle vicende e ai dibattiti, smettendo di fare per una volta il cittadino indifferente a tutto ciò che lo circonda, non riguardante i suoi interessi.
- Gli scienziati, però, non possono fare delle previsioni: la previsione è un oggetto finito, matematico; dalla conoscenza dei dati pregressi, dalla loro analisi si può dire ciò che accadrà nel futuro, con una certezza quasi assoluta.
- La risposta che darà allora lo scienziato alla società sarà uno scenario: esso non è nè scienza nè metodo scientifico, bensì un’ ipotesi per ciò che potrebbe accadere nel futuro. Immaginatelo come una stanza piena di interruttori: ogni interruttore corrisponde ad una possibile alternativa di che cosa capiterà ; lo scienziato cerca di fare le combinazioni più logiche tra questi interruttori, considerando numerosi fattori come lo sviluppo della società, la fisica, scoperte passate, fattori collegati tra loro... .
- Coloro che sicuramente non dobbiamo prendere in considerazione sono catastrofisti e negazionisti : i primi, ad esempio quando ci si riferisce al nostro futuro, affermano che moriremo tutti. I secondi, invece, affermano che alla Terra non sta assolutamente accadendo niente. Eppure noi sappiamo benissimo che alcuni cambiamenti climatici sono avvenuti o che se siamo a conoscenza della fine del nostro mondo, allora sappiamo già tutto sul nostro futuro, persino ogni più piccolo dettaglio. Ma in entrambi questi modi si afferma di cono scere tutto, quando la scienza ha dichiarato di non possedere tutte le risposte alle nostre domande, di non possedere la verità.
- La scienza ha una conoscenza che non è piena, perchè la verità non si esaurisce nella scienza, ma è la scienza a contribuire per quest’ ultima: ed eccola qui, la nostra room of doubts, lasciata aperta per i possibili errori e ciò che non possiamo prevedere (come un principio di precauzione) nei nostri scenari, in quello che gli scienziati offrono al mondo, come un principio di precauzione.
- Ora, per concludere, dei cambiamenti climatici sono avvenuti e questo non può essere messo in discussione. É vero che l’ uomo ha le sue colpe, ma per rimediare non deve focalizzare tutto il suo interesse su una determinata causa (ad esempio l’ emissione di anidride carbonica) e cercare di risolvere solo quella li: egli deve lasciare aperto l’ orizzonte ad innumerevoli fattori che possono determinare, in questo caso il riscaldamento globale, facendo scenari e sapendo che non possederà mai una conoscenza completa e che dovrà lasciare spazio ad una camera per i dubbi (Giulia Guidazzi).

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