mercoledì 17 settembre 2008

Tocca a noi ora dire la nostra

Da sempre i rapporti tra scienza, scienziati e cultura politica sono problematici. Nei secoli si è creata una dicotomia tra scienza e religione. Non per questo però tutti gli scienziati sono atei o tutti i religiosi contro la scienza.
Il processo a Galileo è di per sè un unicum in questo campo ed è per noi il punto di partenza per passare ad altri contesti, sarà la chiave di riflessioni successive riguardanti il rapporto tra scienza-politica, scienza-religione, scienza-società nel corso della storia.



Nei prossimi mesi si parlerà tanto di scienza. Il 2009 sarà infatti l'anno mondiale dell'astronomia e anche in questa occasione si parlerà di Galileo che proprio 400 anni fa, nel 1609, puntò per la prima volta al cielo il telescopio. E quel giocattolo olandese diventò così uno strumento potentissimo capace di destare stupore e meraviglia. Ma cosa vide Galileo? Galileo vide le macchie solari, vide le fasi di Venere, i satelliti di Saturno, osservò la superficie della Luna e vide che non era liscia. Queste erano tutte prove indirette del sistema copernicano, ma ancora gli mancava una vera e propria prova del movimento della Terra.
Galileo, che inizialmente era un copernicano silenzioso, spaventato per così dire dalle vicende di quegli anni, nel 1610 pubblicò il Siderius Nuntius. Galileo allora non era più l'astronomo che doveva salvare le apparenze, era il filosofo che sosteneva la teoria copernicana non più solo come "utile finzione". La Bibbia però diceva il contrario e come poteva sbagliare? Il cardinale Bellarmino sosteneva la teoria di Galileo solo come possibile tesi matematica. Ma Galileo intravvedend una possibilità di vittoria, iniziò a scrivere in Italiano affinché tutti potessero capirlo. Aveva appoggi nel mondo ecclesiastico, ma non erano i più forti. Con il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo si mise chiaramente contro il papa Barberini. Pochi mesi dopo fu condannato e alla fine fu costretto ad abiurare.
Perché Galileo ha abiurato e non ha sostenuto fino in fondo la sua tesi? E' forse stato un codardo? Galileo è diventato il simbolo del mito della libertà della ricerca scientifica e dell'ingerenza dell'autorità in essa, ma alla scienza tutto è lecito? E' da considerare sempre martire o in alcuni casi la scienza è colpevole? Sono queste alcune delle domande che sono emerse nell'incontro con il dott. Fabio Toscano, storico della scienza. Possiamo fare del caso Galileo uno spunto per approfondire… tocca a noi ora dire la nostra.

Cecilia Sereni Lucarelli, 17 anni

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