giovedì 9 ottobre 2008

Verbale dell'incontro con il prof. Andrea Cerroni

Il quinto incontro del progetto europeo “I giovani nella costruzione di una società europea della conoscenza” si è tenuto venerdì 2 ottobre e i partecipanti hanno avuto l’occasione di dialogare con il dottore Andrea Cerroni sul tema “Comunicare la scienza: una questione di democrazia”.
L’incontro ha avuto inizio alle 15.30, destinato ad un gruppo ristretto che si è riunito presso il caffè Zampanò per un momento conviviale, nel quale si è cercato di individuare tematiche, spunti e parole chiave per una più attenta e approfondita riflessione avvenuta in un secondo momento, a partire dalle 17.00 nella Sala Endas durante la sessione di incontro aperta a tutti. Durante la prima ora si è discusso molto di conoscenza, società e del rapporto che le lega.
Il dottore ha provato a definire il concetto società in diversi modi. Ciò che ne è scaturito è: 1) La società è tutto ciò che ci circonda; 2) E’ un qualcosa che ci condiziona, perché entra nella nostra pratica quotidiana. Infatti, se il nostro vivere è scandito e influenzato da regole e aspettative, la società entra dentro di noi e nel nostro modo di vivere, determinando il nostro comportamento; 3) La società ci costituisce, così come noi costituiamo la società.
Inizialmente definisce la conoscenza come un qualcosa che sopravvive a noi e alla società, quindi un suo sinonimo può essere individuato in “memoria”. Spesso con il cambiamento di pensiero della società, quindi del suo punto di vista, l’interpretazione della memoria può mutare, declinando in modo nuovo e diverso quella conoscenza. Insieme siamo giunti alla conclusione che è un sapere collettivo e abbiamo individuato tre livelli concettuali: il primo siamo noi, i singoli individui che si trovano e sono identificabili in quella determinata società, che è il secondo livello, a sua volta è immerso nella conoscenza passata, che sopravvive a noi e alla nostra società.
Nella seconda fase abbiamo individuato le parole chiave che erano emerse da un primo confronto e quelle su cui avremmo voluto dibattere: conoscenza, società, scienza, comunicazione, interesse, curiosità, informazione, abitudine.
Per questioni di tempo non siamo riusciti a discutere approfonditamente su ognuna delle tematiche, ma abbiamo iniziato riprendendo in esame la conoscenza. La si può distinguere in due tipi: teorica o attiva e pratica o passiva. Per teorica o attiva ci riferiamo a qualcosa di nozionistico, una formula, una conoscenza concettuale, mentre per pratica o passiva intendiamo una conoscenza che riteniamo scontata, un qualcosa che è riconducibile al “saper fare”.
Dopo altre precisazioni sul significato che rivestono i termini conoscenza, società e scienza, ha avuto inizio il dibattito vero e proprio. Alla dichiarazione che la scienza è quel qualcosa che è in grado di far funzionare la società, si è ribattuto che la società è parte integrante della conoscenza scientifica. Cerroni esprime la sua posizione contraria a tale affermazione, con la seguente argomentazione: nel XXI secolo, ovvero ai giorni nostri, c’è la credenza che la scienza si sviluppi in modo migliore con la specializzazione nelle singole materie e discipline, con una divisione a compartimenti stagni, e il dottore ritiene che tale suddivisione sia troppo rigorosa ed inefficace.
Viene domandato se ad ogni nuova scoperta scientifica corrisponda un progresso utile alla società. Il dottore risponde che per il semplice fatto di essere un progresso è un qualcosa di prezioso e valido, a condizione che sia messo a disposizione della società.
Si susseguono poi tanti interventi: e se fossimo noi giovani chiusi in una torre d’avorio e la scienza non riuscisse a penetrare le barriere che ci creiamo e quindi a raggiungerci? Cerroni risponde con sicurezza che tale tesi non è dimostrabile e la confuta con un esempio concreto: nel giro di pochi decenni le iscrizioni alle università sono incrementate dall’8 al 64% e ciò dimostra che da parte dei giovani c’è il desiderio di avvicinarsi alla conoscenza.
Infine il dibattito si è incentrato sul trinomio informazione – comunicazione – conoscenza. Il sistema dell’informazione è un processo estremamente delicato che ha su di sé una grande influenza, tale da potersi definire un quarto potere. La conoscenza di un informazione dipende da tanti fattori: la divulgazione, ovvero la trasmissione dell’informazione; la formazione, ovvero in che modo viene riportata; la cura, cioè l’accuratezza e i dettagli con cui viene comunicata. Il dottore è stato incisivo nel dire che si deve evitare il rischio del monopolio della conoscenza, che non deve essere in mano ad un gruppo ristretto, ma accessibile a tutti i cittadini che ne devono essere partecipi.
Infine si sono ricapitolati gli obbiettivi dei convegni, ma non c’è stato il tempo per iniziare la formulazione dei venti suggerimenti, concludendo l’incontro con un ultimo confronto riguardo la libertà di ricerca e un codice etico da seguire, di cui abbiamo antecedentemente parlato (Valentina Giovacchini).

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